Arrivati all’ottavo episodio
originale la serrata continuity della
saga si fa decisamente sentire. C’era ovviamente anche nel primo dei volumi dedicati da Historica ad Alix Senator,
ma all’epoca (che ingenuo!) ci avevo fatto meno caso. Qui risulta invece palese
quanto i protagonisti facciano riferimento ad avvenimenti e personaggi degli
episodi precedenti, non ricordandosi i quali (o peggio ancora non conoscendoli)
si perde un po’ del gusto della lettura tanto è fitta e intrecciata la
relazione tra tutti gli elementi in gioco. Forse è solo una mia supposizione,
ma immagino quante note a piè di vignetta con i rimandi ad altri episodi siano
state eliminate, sulla scorta di quanto fatto dalla Mondadori con la sua collana da edicola.
D’altra parte la Mangin è stata bravissima nel cogliere anche lo spirito di
Jacques Martin, e come nella serie principale anche qui l’autoconclusività
degli episodi è solo illusoria quando in realtà saltando un episodio si perde
il quadro complessivo della storia. Se non avessi letto l’ottavo episodio
subito prima del nono, in quest’ultimo Syllaeus alla corte di Augusto sarebbe
sembrato uno stronzo qualsiasi mentre invece è il personaggio più sfaccettato
che viene introdotto poco prima, e ha delle ragioni precise per essere a Roma.
Tra flashback e resoconti viene
spesso il sospetto che si faccia riferimento a sequenze già viste e che ci sia
sempre qualcosina, per quanto secondaria, che sfugge. Un po’ dispiace di non
cogliere il tutto nella sua complessità, ma si rimane comunque ammirati dalla
capacità della sceneggiatrice di creare un mosaico così dettagliato. O almeno
voglio pensarlo per consolarmi.
Il primo dei due capitoli qui
raccolti è un po’ interlocutorio: Alix e compagnia si trovano nella città di
Petra (sicuramente per motivi abbondantemente spiegati nello scorso numero, ma
vatteli a ricordare) dove rimangono invischiati nella turbolenta scena politica
locale. La regina Hagiru è molto preoccupata per le manovre del consigliere
Syllaeus, che potrebbe voler prendere il potere in città e dal canto suo vuole
muovere guerra contro la Giudea. Alix deve quindi districarsi in questa matassa
di complotti e ambizioni mentre gli altri coprotagonisti perseguono i loro
piani, facendo fede al titolo del volume che è anche il nomignolo di Petra: La città dei veleni – e, per estensione,
delle pozioni magiche. Enak si rivolge infatti a una fattucchiera che gli
fornisce un sistema per entrare in contatto con il figlio morto in un episodio
precedente, mentre Tito si procura un filtro d’amore che preservi la sua amata
Camma dalle attenzioni di Alessandro, figlio di Syllaeus. Questa trasferta nabatea
è suggestiva, certo, ma più che altro introduce qualche nuovo elemento alla
saga.
Il nono episodio, Gli spettri di Roma, è invece
decisamente risolutivo e molte sottotrame arrivano alla loro conclusione: muore
addirittura un personaggio fondamentale della saga. In realtà più di uno, ma
questo è particolarmente importante vista la sua presenza (immagino) sin dal
primo numero. L’Urbe è infestata da fantasmi lebbrosi che brillano al buio e si
dice si nutrano di sangue umano; hanno inoltre l’abilità sovrumana di
scomparire nel nulla. Nel mentre la “povera” Lidia sta vivendo gli ultimi
atroci giorni di sofferenza a causa del contatto con la statua della dea Cibele.
Con maestria, anche se con una certa prevedibilità, tutti gli elementi
sovrannaturali confluiranno in un’unica spiegazione coerente e scientifica (o
pseudoscientifica) che coinvolge un sacco di volti noti già apparsi negli
episodi precedenti e, appunto, chiude alcune sottotrame. Curiosamente,
nonostante si arrivi a un punto fermo, il volume termina con la dicitura «fine
prima parte».
I disegni di Thierry Démarez sono
eccezionali: il suo stile è rigoroso e dettagliato come al solito e fa recitare
splendidamente i personaggi. Non mi stupirei se scoprissi che ha costretto
amici e parenti a estenuanti sedute di pose per trovare le posture giuste.
Fortunatamente la qualità di stampa è buona e non si è verificato quel fastidioso fenomeno che ha rovinato l’ultimo numero.
I colori digitali di Jean-Jacques Chagnaud non fanno rimpiangere troppo gli
acquerelli dei primi capitoli. No, vabbè, per quanto possa sforzarmi di questo non
riuscirò mai a convincermi.
In appendice i consueti
approfondimenti sugli argomenti trattati nel fumetto, riccamente illustrati da
Démarez: l’affascinante città di Petra (tappa obbligata per il transito delle
spezie dall’oriente) e gli acquedotti di Roma, ma più in generale il rapporto
della Città Eterna con l’acqua.
Nel concludere questa recensione
mi sono chiesto che senso abbia avuto farla, visto che per Historica mi sono sempre imposto di recensire un volume appena
uscito, o anche subito prima se i capricci dei distributori lo consentivano (le
eccezioni sono quasi inesistenti e giustificate). Alix Senator 3 è uscito ufficialmente addirittura il 3 aprile, e
non avrebbe tanto senso pubblicarla con questo ritardo. Ma magari con il
Coronavirus di mezzo qualcuno se l’è lasciato sfuggire e così potrà decidere se
recuperarlo o no in futuro. O così voglio credere.
"qualcuno se l’è lasciato sfuggire", parlando del n. 90...
RispondiEliminaIo sto ancora aspettando i numeri 78, 79 e 80 ;-(
Eh, lo so, chissà se e quando potrò leggere il Biografie 35 :(
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