lunedì 27 aprile 2020

Historica 90: Roma Antica - Alix Senator 3: La città dei veleni

Arrivati all’ottavo episodio originale la serrata continuity della saga si fa decisamente sentire. C’era ovviamente anche nel primo dei volumi dedicati da Historica ad Alix Senator, ma all’epoca (che ingenuo!) ci avevo fatto meno caso. Qui risulta invece palese quanto i protagonisti facciano riferimento ad avvenimenti e personaggi degli episodi precedenti, non ricordandosi i quali (o peggio ancora non conoscendoli) si perde un po’ del gusto della lettura tanto è fitta e intrecciata la relazione tra tutti gli elementi in gioco. Forse è solo una mia supposizione, ma immagino quante note a piè di vignetta con i rimandi ad altri episodi siano state eliminate, sulla scorta di quanto fatto dalla Mondadori con la sua collana da edicola. D’altra parte la Mangin è stata bravissima nel cogliere anche lo spirito di Jacques Martin, e come nella serie principale anche qui l’autoconclusività degli episodi è solo illusoria quando in realtà saltando un episodio si perde il quadro complessivo della storia. Se non avessi letto l’ottavo episodio subito prima del nono, in quest’ultimo Syllaeus alla corte di Augusto sarebbe sembrato uno stronzo qualsiasi mentre invece è il personaggio più sfaccettato che viene introdotto poco prima, e ha delle ragioni precise per essere a Roma. Tra flashback e resoconti viene spesso il sospetto che si faccia riferimento a sequenze già viste e che ci sia sempre qualcosina, per quanto secondaria, che sfugge. Un po’ dispiace di non cogliere il tutto nella sua complessità, ma si rimane comunque ammirati dalla capacità della sceneggiatrice di creare un mosaico così dettagliato. O almeno voglio pensarlo per consolarmi.
Il primo dei due capitoli qui raccolti è un po’ interlocutorio: Alix e compagnia si trovano nella città di Petra (sicuramente per motivi abbondantemente spiegati nello scorso numero, ma vatteli a ricordare) dove rimangono invischiati nella turbolenta scena politica locale. La regina Hagiru è molto preoccupata per le manovre del consigliere Syllaeus, che potrebbe voler prendere il potere in città e dal canto suo vuole muovere guerra contro la Giudea. Alix deve quindi districarsi in questa matassa di complotti e ambizioni mentre gli altri coprotagonisti perseguono i loro piani, facendo fede al titolo del volume che è anche il nomignolo di Petra: La città dei veleni – e, per estensione, delle pozioni magiche. Enak si rivolge infatti a una fattucchiera che gli fornisce un sistema per entrare in contatto con il figlio morto in un episodio precedente, mentre Tito si procura un filtro d’amore che preservi la sua amata Camma dalle attenzioni di Alessandro, figlio di Syllaeus. Questa trasferta nabatea è suggestiva, certo, ma più che altro introduce qualche nuovo elemento alla saga.
Il nono episodio, Gli spettri di Roma, è invece decisamente risolutivo e molte sottotrame arrivano alla loro conclusione: muore addirittura un personaggio fondamentale della saga. In realtà più di uno, ma questo è particolarmente importante vista la sua presenza (immagino) sin dal primo numero. L’Urbe è infestata da fantasmi lebbrosi che brillano al buio e si dice si nutrano di sangue umano; hanno inoltre l’abilità sovrumana di scomparire nel nulla. Nel mentre la “povera” Lidia sta vivendo gli ultimi atroci giorni di sofferenza a causa del contatto con la statua della dea Cibele. Con maestria, anche se con una certa prevedibilità, tutti gli elementi sovrannaturali confluiranno in un’unica spiegazione coerente e scientifica (o pseudoscientifica) che coinvolge un sacco di volti noti già apparsi negli episodi precedenti e, appunto, chiude alcune sottotrame. Curiosamente, nonostante si arrivi a un punto fermo, il volume termina con la dicitura «fine prima parte».
I disegni di Thierry Démarez sono eccezionali: il suo stile è rigoroso e dettagliato come al solito e fa recitare splendidamente i personaggi. Non mi stupirei se scoprissi che ha costretto amici e parenti a estenuanti sedute di pose per trovare le posture giuste. Fortunatamente la qualità di stampa è buona e non si è verificato quel fastidioso fenomeno che ha rovinato l’ultimo numero. I colori digitali di Jean-Jacques Chagnaud non fanno rimpiangere troppo gli acquerelli dei primi capitoli. No, vabbè, per quanto possa sforzarmi di questo non riuscirò mai a convincermi.
In appendice i consueti approfondimenti sugli argomenti trattati nel fumetto, riccamente illustrati da Démarez: l’affascinante città di Petra (tappa obbligata per il transito delle spezie dall’oriente) e gli acquedotti di Roma, ma più in generale il rapporto della Città Eterna con l’acqua.
Nel concludere questa recensione mi sono chiesto che senso abbia avuto farla, visto che per Historica mi sono sempre imposto di recensire un volume appena uscito, o anche subito prima se i capricci dei distributori lo consentivano (le eccezioni sono quasi inesistenti e giustificate). Alix Senator 3 è uscito ufficialmente addirittura il 3 aprile, e non avrebbe tanto senso pubblicarla con questo ritardo. Ma magari con il Coronavirus di mezzo qualcuno se l’è lasciato sfuggire e così potrà decidere se recuperarlo o no in futuro. O così voglio credere.

2 commenti:

  1. "qualcuno se l’è lasciato sfuggire", parlando del n. 90...
    Io sto ancora aspettando i numeri 78, 79 e 80 ;-(

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    1. Eh, lo so, chissà se e quando potrò leggere il Biografie 35 :(

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