La cura del volume è decisamente elevata, caratterizzata da scrupolo filologico e cura per i dettagli. Oltre a un ricordo di Sofia Bonvicini (figlia di Bonvi) e a un intervento programmatico di Alberto Brambilla, viene presentata anche l’introduzione che redasse lo stesso Bonvi all’epoca della prima raccolta in volume a opera della Corno. Di ogni episodio viene riportata la data di pubblicazione originale su Il Corriere dei Ragazzi e, approfittando della sua durata un po’ più breve, la storia di Natale viene accompagnata da una vignetta a tema natalizio pubblicata sullo stesso numero. Oltretutto grazie a questi riferimenti sulle prime pubblicazioni ho scoperto la tormentata vita editoriale che la rivista conobbe nel 1973, quando invece che settimanalmente uscì a cadenza quattordicinale – o così evinco dalla doppia numerazione e dalla data di uscita. In futuro non dovrebbero poi mancare curiosità e inediti, che già si intravedono in questo primo numero con un’intestazione a striscia poi modificata pensata per il primo episodio.
Passando al fumetto, per me che lo conoscevo poco è stata una piacevole scoperta: sospeso in un universo che mescola spunti tratti da epoche e generi diverse, Nick Carter è un profluvio di trovate originali e scoppiettanti. Considerando il target di riferimento originario, a cui non si potevano proporre argomenti troppo adulti ma che al contempo tollerava incongruenze storiche (in queste avventure il Barone Rosso convive con il Padrino di Coppola, Hitler e i gangster degli anni ’20), i limiti alla fantasia di Bonvi erano ben pochi. Di volta in volta il protagonista e la sua banda (cioè un saccente detective, un cinesino che oltre a offrire “perle di saggezza” non fa nulla e un bruto tonto e manesco) si trovano a contrastare la delinquenza urbana per conto della polizia ma anche a svolgere il ruolo di spie o quello più canonico di investigatori, ma possono anche vivere semplici situazioni domestiche come l’incontro con Babbo Natale. Uno dei punti cardine della serie è la presenza del criminale maestro dei travestimenti Ladislao Mulinski, ma le trame non sono una sequela di ripetizioni dello stesso canovaccio e spesso Mulinski è del tutto assente in favore di personaggi ancora più surreali e pittoreschi di lui. Chissà se Bonvi riuscirà a mantenere questo livello anche nel resto della saga, 80 episodi non sono pochi.
L’estrema varietà delle ambientazioni e delle invenzioni porta inevitabilmente a un certo disequilibrio nella qualità delle storie, che a volte ricadono nei cliché che buttano in parodia (ma si tratta di materiale di cinquant’anni fa) mentre altre presentano trovate molto più spassose e originali, godibili ancora oggi. Io ad esempio non ho trovato troppo incisive Il miliardario assicurato e Guerra di gangsters mentre Il marito rapito e Lo sforbiciatore folle sono molto più divertenti con le loro derive surreali.
L’aspetto grafico è sontuoso, le tavole sono zeppe di dettagli, tratteggi, retini e fisionomie differenti.
Come detto nell’introduzione di Brambilla, questa edizione è stata fatta quasi interamente a partire dalle tavole originali e nella prima storia, non ricavata dagli originali, si vedono abbondantemente le pecette e le aggiunte con cui Bonvi la portò a nove tavole dalle sei che contava originariamente. La collana vuole inoltre ripristinare i dialoghi originali, che evidentemente subirono qualche censura (una storia venne rifiutata del tutto), ma per ravvisarvi quello spirito anarchico e contestatario che lo stesso Bonvi attribuisce loro ci vuole un po’ di fantasia – certo, tutti quei sindaci criminali, magari a loro insaputa…
Se come detto la cura è stata notevole, e d’altro canto l’opera in sé è già meritevole di suo, la confezione non è all’altezza delle ambizioni. Basandosi Nick Carter su una griglia di quattro strisce la Cosmo ha optato (vivaddio!) per un formato più grande di quello bonelliano con cui mortifica molta BéDé, ma un mezzo centimetro di più di base avrebbe permesso di godersi appieno le tavole senza dovere spalancare il volumetto che oltretutto non è stampato su carta di gran qualità. E pur se le scansioni sono state fatte a partire dalle tavole originali questo non ha impedito quegli sgradevoli effetti di pixellatura che infestano l’editoria (forse perché in origine erano pensate per un altro formato ancora?).
In quanto a formati, la maggior parte delle precedenti raccolte di Nick Carter sono quadrate. Da una rapida ricerca ho visto che la Corno, oltre a un albo verticale del 1979, dedicò al personaggio diversi Comics-box. Io ho tre cartonati della Dardo, anche loro quadrati.
RispondiEliminaQuindi spezzavano le tavole originali in due? Ha senso, così il conto delle pagine aumentava.
EliminaStanislao Moulinsky. E nel fumetto in tv - non proprio un cartone animato - anche Bartolomeo Pestalozzi da Pinerolo. Ciao da Graz due della ex capitale morale
RispondiEliminaSì, Stanislao. L'algoritmo mi ha battuto sul tempo.
EliminaLuca non si è accorto che Ladislao Moulinsky è in realtà Stanislao Moulinsky in uno dei suoi più diabolici travestimenti.
In tivù se non erro voce di Mattioli che imitava Amedeo Nazzari, come si evince dal famoso documentario.
Io ho un volume non quadrato credo sempre della Dardo (poi controllo) in cui, a memoria, ricordo la storia ambientata credo in Alaska con Bonvi-Jack London e quella sulla Rivoluzione di ottobre.
Capitale morale direi molto ma molto ex, se poi lo è mai stata.
Lo è stata quando Silver era a bottega da Bonvi ed un quattordicinale Corno costava 250 lire. Imitava il mood del Nazzari della Cena delle Beffe che diceva con accento e trasporto ineffabili: chi non è con noi peste lo colga!
EliminaNon correggo a imperitura memoria della mia insipienza.
RispondiEliminaEppure Ladislao è un bel nome. Il micio magico di una strega reincarnatasi in una centralinista su Marte in un fumetto retro sci-fi. Una atmo tra UFO degli Anderson e Video killed the radio star dei Buggles che al serial di Gerry e Silvia si rifaceva. Testi di Grant Morrison disegni di Alan Davis.
EliminaSissì, è anche il nome di Bronson in 'Quella sporca dozzina' (Wladislaw).
EliminaPorca miseria, non riesco più a trovare la raccolta di Nick Carter dove c'è "La pista dei mille soli" (il racconto con Bonvi-London, ma per il titolo vado a memoria) e la storia dove (non) si vede Lenin... e mi dispiace perché lo comprai da bimbo, non è recuperato. Cioè, non è che lo comprai, o me lo regalarono o lo rubai. Lo ritroverò. Giuro.
Vorrei avere la sistematicità di Luca B. A casa mia è tutto in disordine, e sì che sono un catalogatore...
P.S. : Non citare UFO del grande Jerry a Luca L., che lo confondi... ché lui è giovane, e non l'ha mai visto.
"La pista del grande nord" è dell'Editoriale Corno, supplemento al n. 29 di Maschera Nera del 1979, lire 1.500. Non ce l'ho, me lo ha detto l'uccellino Google.
EliminaAaahh! L'ho trovato, era in soffitta! E' un brossurato Mondadori serie "I grandi Fumetti" e intitolato semplicemente "Nick Carter". Anno MCMLXXVI (1976).
EliminaSommario:
I contrabbandieri
Il mostro di Loch Pess
Il mostro d'acciaio
Ricatto a Hollywood
La mela Idraulica (parodia dell'Arancia meccanica. Come ho fatto a dimenticarmelo?)
Il banchiere assicurato
Lo sforbiciatore folle
L'uomo invisibile
Il mostro scomponibile
La tenda gialla (una roba tipo Nobile-Amundsen)
Agenti segreti
... Ottobre! (la storia sulla Rivoluzione)
E finalmente...
La pista dei molti soli, con Bonvi-London
"La pista del grande Nord". Interessante, un cambio di titolo, chissà perché.
Non sei un catalogatore, sei un bibliotecario, quante volte devo ripetertelo...
EliminaMy name is JD, I do book cataloguing.
EliminaConoscendomi, l'uscita di questa collana della Cosmo, sarà per me l'occasione di cominciare a cercare tutti i precedenti albi / volumi monografici dedicati a Nick Carter. Già sabato prossimo alla mostra mercato a Empoli.
RispondiEliminaGood luck. A me piacque molto "Comicidio" (Corno, Comics Box De-Luxe). Soprattutto per il titolo.
EliminaI Comics-Box sono due (stando alla Guida) e mi mancano. Il libro della Mondadori ce l'ho, così come i tre cartonati quadrotti della Dardo.
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