martedì 17 gennaio 2023

Il Treno di Dalí

 
Uscito un paio d’anni fa, l’ho notato solo l’altro giorno.

Dalí è un detective che viaggia in treno verso Città Nuova per rintracciare una persona. Nella carrozza incontra Desirè, anche lei diretta verso la stessa meta per assistere la figlia che sta per partorire. Le indagini di Dalí si rivelano infruttuose, non solo gli abitanti sono reticenti o del tutto all’oscuro della faccenda, ma accadono anche imprevisti surreali come una pioggia di melanzane dotate di zampe e l’arrivo di un mostro cthulhoide. Il tutto inframmezzato da flashback di difficile inserimento nel quadro generale.

Mentre gira a vuoto Dalí incontra nuovamente Desirè, ma anche un uomo che gli propone di tornare indietro nel tempo grazie a una sua invenzione. Visto che vorrebbe aver rifiutato l’incarico, accetta volentieri: andrà però troppo indietro nel tempo. Poco importa, tanto alla fine eccolo di nuovo di ritorno sul treno proprio insieme a Desirè.

Come intuibile da questo riassunto (se il titolo non fosse abbastanza rivelatore) Il Treno di Dalí è un fumetto surreale la cui priorità non è raccontare una storia ma inanellare sequenze oniriche e visionarie, gettando nel contempo i semi di una trama che il lettore cercherà inutilmente di ricostruire.

Il primo impatto coi disegni non è affatto male, mi hanno ricordato sia le atmosfere che il tratto del Lorenzo Mattotti degli esordi. Purtroppo Fabio Iamartino getta presto la spugna e le sue pennellate modulate lasciano il posto a un tratto svelto e rozzo. I colori psichedelici rimediano quello che possono. Se dai testi di Salvatore Vivenzio fosse possibile ricostruire una trama o perlomeno qualche indizio sul passato e l’identità di Dalí io non ci sono riuscito.

Non si può dire che Il Treno di Dalí sia un brutto fumetto, ma è un vero peccato che il comparto grafico non sia rimasto costante: altrimenti si sarebbe potuto quasi prenderlo per uno dei prodotti realizzati dal gruppo Valvoline, anche se questo è un vero fumetto e quelli principalmente delle vignette con didascalie.

Il volume costituisce comunque una curiosità, un unicum (o quasi) nel catalogo della Shockdom che solitamente edita volumi brossurati di formato più piccolo mentre questo è un cartonato a colori su carta patinata.

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