lunedì 23 ottobre 2023

La Strada per Armilia e altre leggende del mondo oscuro

Cominciamo male. La Strada per Armilia ha sì qualche inserto a fumetti, ma fondamentalmente è un racconto illustrato. Ferdinand Robur Hatteras è un ragazzino che deve raggiungere Armilia con la formula che permetterà alla città di tornare all’antico splendore. Sullo zeppelin di cui è unico passeggero incontra una piccola clandestina fuggita al suo lavoro (o meglio schiavitù) di confezionatrice di telai per dirigibili. Quello che scorre davanti agli occhi di Ferdinand e del lettore è un tour delle Città Oscure con qualche incontro bizzarro e qualche incidente di percorso fino al pericoloso avvicinamento alla glaciale Armilia, mentre in sottotraccia si colgono varie citazioni dalla letteratura d’avventura (beh, già il nome del protagonista). A ingarbugliare un po’ la trama il mistero della sparizione della lettera che contiene la formula miracolosa, che Ferdinand dovrebbe sapere a memoria e che invece gli sfugge.

Sulle prime il gioco è interessante, ma stufa presto. Ci sono alcune tavole intere, e addirittura doppie, in cui Schuiten mostra tutto il suo talento, ma la scelta grafica di incastonare il diario di Ferdinand all’interno delle pagine toglie spazio vitale alla maggior parte dei suoi disegni (credo realizzati a pastello) che diventano quasi solo dei marginalia. La lettura è andata avanti per inerzia ed è subentrata un po’ di noia se non proprio fastidio per lo spreco dell’arte di Schuiten, di cui tra l’altro alcuni disegni al tratto sarebbero stati più efficaci in un fumetto che non in questo contesto. E così i rarissimi errori di questa edizione sono risultati ancora più stridenti, come il navigatore Bilibine che a un tratto diventa Bibiline. Poi, a pagina 56, il colpo di scena che rivela quale sia la “vera” storia e rilancia alla grande il gioco di specchi che giustifica gli inserti a fumetti.

Benôit Peeters ha fatto insomma un ottimo gioco di prestigio: il lettore guardava la mano destra e intanto lui ha fatto il trucco con la sinistra. Fermo restando che il racconto del viaggio ad Armilia resta comunque suggestivo, in realtà quello che ci viene rivelata è una deriva inquietante della vita in quel di Mylos. E anche se l’introduzione nella bandella destra ci mette già una pulce nell’orecchio la rivelazione è comunque inaspettata. In definitiva un ottimo risultato.

A integrare la storia portante ci sono altri frammenti delle Città Oscure, tratti da chissà dove (Alessandro Editore sta ristampando il ciclo secondo il nuovo formato Casterman che raccoglie i dittici o come in questo caso propone materiale integrativo).

Mary l’inclinata è un racconto illustrato che evidentemente è servito da base per il successivo (e bellissimo) La Bambina Inclinata.

I cavalli della Luna è una storia muta molto suggestiva.

La perla è una rara incursione nell’umorismo (migliore di Brüsel) in cui il giovane re di una nazione (forse sarebbe stato meglio italianizzare un po’ i nomi?) deve trovare moglie. Alla fine non è altro che una rivisitazione della favola della principessa sul pisello, ma si fa apprezzare lo stesso.

Tutte e tre le storie brevi sono disegnate e colorate con la consueta perizia da Schuiten, ma la terza emerge per la sua inaspettata efficacia nell’umorismo e nella caricatura.

2 commenti:

  1. In realtà, Mary l'inclinata è uscito un anno dopo la pubblicazione su À Suivre della Bambina inclinata, configurandosi come una rivisitazione per bambini della stessa.

    La strada di Armilia nasce come riciclo di illustrazioni antecedenti (la maggior parte di quelle che punteggiano il viaggio non sono state realizzate ex novo, ma disegnate da Schuiten in varie circostanze), legate per l'occasione da un fil rouge. Proprio come il precedente L'archivista, che però è molto più riuscito e inquietante.

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  2. Ah, sì, il nome del protagonista. Mi sono accorto subito che è la citazione di una nota marca di yachts.

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