Batman aggiornato ai tempi. L’Enigmista è un hipster con i baffoni che conduce una trasmissione online (stavo per scrivere «podcast» ma quelli sono solo audio, giusto?) da cui lancia indovinelli e quindi sfide a Batman. Nello specifico anticipa degli attentati di cui i colpevoli, una volta trovati, ammettono la loro colpevolezza e rifiutano di rivelare altro e di essere difesi in tribunale. Alla base c’è una catena di ricatti che utilizza persone apparentemente irreprensibili, tra cui alcune conoscenze dello stesso Batman. La storia confezionata da Mariko Tamako e Nadia Shammas è piuttosto interessante e non mancano suspense e un certo tasso di drammaticità, oltre a porre dei quesiti morali non scontati. Però un soggetto del genere si sarebbe potuto risolvere anche in un solo comic book, oppure essere sviluppato in almeno quattro episodi per approfondire certi aspetti e creare maggiore tensione. I tre capitoli che invece racchiudono la vicenda la fanno sembrare contemporaneamente frettolosa e irrisolta. Ma magari è solo un’impressione mia e comunque, ripeto, la lettura non è affatto male. Nonostante un altro aspetto destabilizzante: la continuity di questo breve ciclo mi è completamente sconosciuta e, al di là dei riferimenti alle saghe più recenti, scopro un cast per me inedito (la giornalista Deb Donovan, una Batwoman col viso coperto, Alfred invece è assente) e soprattutto apprendo che Bruce Wayne non è più miliardario.
Buoni i disegni di Ivan Reis, ma forse l’inchiostrazione di Danny Miki non li ha valorizzati a dovere con tutti quei ghirigori.
A integrare la sessantina di pagine della storia titolare c’è un arco narrativo di un personaggio ancor più ascoso del nuovo cast di Batman: Gotham Girl. Da quel che ho capito, si tratta di una supereroina con problemi psichiatrici (viene da Arkham) che a differenza degli altri vigilantes privi di poteri dispone invece di una gamma di superpoteri che la apparenta a Superman. Anche questa storia è calata nella contemporaneità e la protagonista risale tramite l’hackeraggio del suo sito a un caso di malasanità. La storia (a firma Sina Grace) è godibile, ma anche qui c’è una mole impressionante di pregresso che probabilmente non me l’ha fatta apprezzare fino in fondo.
I disegni sono nientemeno che di David Lapham, quello di Stray Bullets: pur con qualche occasionale semplificazione, la sua classe gli fa risolvere brillantemente sia le scene concitate che quelle in cui è più rilevante la recitazione dei personaggi.
Per rimpolpare un volume che altrimenti avrebbe contato meno di 100 pagine vengono presentate due storie brevi tratte probabilmente da qualche volume celebrativo. Brian Michael Bendis architetta una bella indagine in cui tutta la bat-famiglia si ritrova sul luogo di un delitto e tra deduzioni e dialoghi arguti ricostruisce la dinamica dell’accaduto. Bellissimi i disegni di David Marquez, ottimamente sostenuto dai colori di Alejandro Sanchez.
Il secondo bonus è invece scritto da Kelly Sue DeConnick e i disegni purtroppo sono di John Romita Jr. che neanche Klaus Janson alle chine è riuscito a rendere più digeribile. Mi sono turato il naso e ho proceduto con la lettura: la storia è una classica parabola sui metodi e la moralità di Batman/Bruce Wayne con due narrazioni parallele che contrappuntano l’una l’altra. Piacevole ma niente di eccezionale. Con un disegnatore decente, magari…
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