Dovrebbe essere uscito ancora a fine luglio, a me è arrivato solo l’altro giorno. Meglio tardi che mai, a maggior ragione in virtù del fatto che il pericolo della pessima stampa che mi aveva fatto subodorare Ipernova non si è concretizzato.
Su un pianeta che non è la Terra e che non è nemmeno un pianeta (per rovinarsi la sorpresa basta leggere la quarta di copertina) in un paesello vivono tra gli altri le gemelle June e Joy e il loro amico sempliciotto e forzuto Bram. Siccome June possiede dei poteri speciali vengono arruolati nella task force che scenderà su un altro pianeta per determinarne l’abitabilità visto che quella del loro mondo sta per essere compromessa.
Pur costituendo solo l’introduzione, il primo episodio (Terra Promessa) inanella un bel po’ di sorprese e colpi di scena, come l’handicap di June di cui non avrei mai sospettato a giudicare dalle prime tavole. L’esplorazione del nuovo mondo si protrae tra pericoli vari e il richiamo di una misteriosa entità che ha contattato June, mentre “a casa” le autorità devono vedersela con un traditore. Inspiegabilmente, su questo nuovo mondo vengono rinvenute anche le vestigia di alcuni celebri edifici e località terrestri (spunta fuori anche una delle caravelle di Cristoforo Colombo).
Centaurus è la summa di quello che ha fatto la fortuna di Leo, qui coadiuvato ai testi dal suo sodale Rodolphe: un mistero intrigante, il sense of wonder di un universo con tanto di fauna e flora dettagliate e una grande attenzione alle relazioni tra i personaggi. Anche stavolta il cast è multietnico, scelta che Leo operava già trent’anni fa senza assecondare mode contemporanee.
La trama è molto suggestiva, incalzante e appassionante. Accanto alla suspense a destare l’attenzione del lettore c’è anche la sottotrama del whodunit – per la cronaca, io non avrei mai detto che i traditori fossero proprio quei personaggi, d’altro canto manco uno sapeva di esserlo. Al di là del fatto che, una volta svelato, il mistero perde fisiologicamente molto fascino, di certo le trovate di Leo e Rodolphe non possono vantare un’originalità assoluta: la situazione di partenza è in pratica la stessa o quasi del gioco di ruolo Metamorphosis Alpha, e ricordo vagamente telefilm in cui dei terrestri scendono su un pianeta che ricorda la Terra di secoli prima, così come film e romanzi in cui il mostruoso villain dietro a tutto somiglia molto a questo come forma, origine o strategia. Poco importa: pur con degli ingredienti già usati da altri, i due autori riescono a confezionare un fumetto molto soddisfacente in cui riaffiora comunque la cifra stilistica di Leo con il narratore che ricorda la vicenda (in questo caso Bram) e un pochino di sesso – non penso che le pennellate nere strategiche siano censure dell’edizione italiana.
I disegni di Zoran Janjetov mostrano il passaggio del tempo e l’evoluzione del suo stile: rispetto allo scrupoloso clone di Moebius di una volta adesso ha molto asciugato il suo tratto. I tratteggi si sono fatti radi e ora più che rendere il volume dei soggetti li fanno apparire quasi spelacchiati. Ci si fa presto l’occhio, comunque, e questa sensazione sparisce in fretta. Più che altro, la minore abbondanza di dettagli rende più evidente qualche deficienza anatomica come il baricentro dei personaggi spostato un po’ troppo in alto. Niente di grave, comunque, anche perché così si è concentrato di più sull’espressività dei personaggi, forse anche per assecondare lo stile di Leo che magari gli avrà fornito degli storyboard. Immagino che edifici, veicoli e strutture siano stati modellati col computer, ma si integrano bene nelle tavole. Una curiosità: inizialmente pensavo che la doppia firma «Zoran – Zoran» in calce alle tavole fosse un riferimento al fatto che Janjetov avesse realizzato sia i disegni che i colori. In realtà il secondo Zoran è il figlio del disegnatore, che si chiama appunto Zoran Janjetov anche lui.
Per quanto sia stata molto piacevole, la lettura di Centaurus mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Dieci anni fa o forse anche di più una serie come questa, cioè avventura fantascientifica disegnata bene nel formato classico di volumi da 46 pagine, era ancora la norma. È una bella serie, sì, ma tempo fa c’erano altri prodotti simili tra cui scegliere mentre a confronto con quanto esce oggi Centaurus sembra un capolavoro. Resta la consolazione di leggere la storia in cinque volumi tutta d’un fiato, ovviamente a un prezzo proporzionato: 44,90 euro.
Se qualcuno si chiedesse se Centaurus fa parte o meno dei cicli di Aldebaran, come ho fatto io all’inizio, posso confermare di no perché in patria è stato pubblicato da Delcourt e non da Dargaud.
Non fa parte di Aldebaran, ma in compenso ha lanciato un nuovo filone: sta uscendo in questi anni il seguito, EUROPA.
RispondiEliminahttps://m.bedetheque.com/serie-73155-BD-Europa.html
Non pensavo che Europa fosse il seguito, mi pare che i personaggi siano diversi.
EliminaNon l'ho letta, ma nella quarta di copertina degli albi c'è scritto "Dans le même univers : Centaurus"
EliminaEeeh, l"universo è così ampio...
Elimina