Trovo che questa sia stata un’annata molto positiva dal punto di vista della qualità fumettistica per il meritevole progetto Comics & Science, anche se forse (per quanto ho potuto vedere io) non premiato dall’affluenza di pubblico che avrebbe meritato – proprio nell’anno in cui il progetto si è sdoppiato anzi triplicato su altri fronti tramite La Revue. Comincio la ricognizione da questo che costituisce il primo esempio di una nuova linea ideata per un pubblico più giovane del solito, ma ovviamente godibile anche dai lettori attempati: la linea «Kiz».
Introdotta nientemeno che da Herbert G. Wells, Davide La Rosa e Francesco Matteuzzi confezionano una storia scatenata in cui il nonno inventore di casa Fermat ne combina una delle sue attivando la macchina del tempo: ai due nipotini toccherà porre rimedio all’onda lunga che la sua scelleratezza ha generato (la loro scuola ha già cambiato nome, visto che è stato “sovrascritto” che fu Neil Armstrong ad andare sulla luna). Di certo le strumentazioni tecnologiche in uso dai tre sono dei McGuffin sin troppo miracolosi, ma d’altra parte era necessaria una parte “magica” per giustificare il cameo di Alexander Fleming e le spettacolari sequenze di lotte a livello microscopico. Dalla Muffa alla Luna rappresenta la storia ottimale per questa collana: una trama densa e ben congegnata che non espone i concetti che vuole diffondere quanto utilizzarli come meccanismi narrativi, inanellando nel mentre sequenze divertenti.
Mattia Di Meo disegna in maniera molto originale, ha uno stile troppo squadrato per poter essere definito cartoonesco ma le radici sono quelle: dalla biografia leggo che esordì sul fumetto di Adventure Time.
Come di consueto, gli autori vengono intervistati (da Francesca Agrati) mentre Amedeo Balbi ci disillude diffusamente sulla possibilità reale di viaggiare nel tempo. Agnese Sonato tesse l’elogio dell’errore come metodo di apprendimento (ma più che altro parla della casualità che agevola le scoperte), i Rudi Mathematici approfondiscono la figura di Pierre de Fermat ricordando la sua abitudine di scrivere direttamente sulle pagine dei libri (non avendo spazio a disposizione per farlo il suo teorema più famoso sarebbe stato dimostrato solo nel 1994!) e Gabriele Bianchi propone tra esempi pop e ironia una casistica di possibili conseguenze sull’effettiva possibilità di modificare la Storia.
Come di consueto le rimanenti parti a fumetti sono appannaggio di Walter Leoni che fa faville con le sue interpretazioni dei viaggi nel tempo e da Davide La Rosa autore completo che si concede della ferocia autoironia.
Un ottimo numero, insomma, peccato per i refusi che spuntano qua e là.

Comics & Science è un progetto molto ben condotto e molto ben "appoggiato" economicamente, tuttavia non riesce a realizzare (almeno a Lucca, per quanto ho sperimentato) quell'affluenza di pubblico e quella popolarità che credo meriterebbe. In quest'edizione abbiamo capito come anche nell'ambiente della divulgazione (la disegnatrice cilena lo ha detto chiaro) sia considerato un progetto top a livello mondiale. Penso che meglio di così Plazzi e company non potrebbero fare, eppure la sala non è mai piena, soprattutto piena di adolescenti come ci si potrebbe aspettare.
RispondiEliminaSegno che il fumetto come media acchiappateenagers è ormai "passé"? Boh.
Sinceramente non saprei attribuire cause e motivi della poca affluenza che abbiamo riscontrato rispetto agli anni scorsi (poi magari la sera alla degustazione di birra c'era mezza Lucca). Che agli adolescenti non interessi più il fumetto purtroppo temo che sia conclamato. Speriamo nei bambini.
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