Non credo di dire una bestialità se affermo che il principale motivo di
interesse dell’ultimo Almanacco
dell’Avventura siano i redazionali più che i fumetti. Oltre alle
introduzioni-approfondimento ai tre volumi che Toppi realizzò per la collana Un Uomo Un’Avventura, vengono ospitati
due esaustivi omaggi alle figure di Decio Canzio e Sergio Toppi, con dei
contributi approfonditi ma per niente noiosi, in cui convivono rigore biografico
e gustosa aneddotica, e in cui l’affetto che traspare dalle testimonianze di
Castelli e Burattini va di pari passo con il divertito resoconto di storie poco
conosciute del fumetto italiano, bonelliano e non, fino a creare un affresco
più grande che abbraccia molta storia del fumetto italiano, con
interessantissime derive anche sulle personalità di Pratt e Battaglia. E
soprattutto, senza cedere mai alla facile agiografia. Il che tutto sommato è
anche comprensibile: le carriere e le biografie di Canzio e Toppi, sviscerate
scrupolosamente, parlano da sè e non necessitano di ribadire ulteriormente
quanto siano stati importanti per il comicdom nostrano.
Imponente come di consueto l’apparato iconografico, viziato però in un paio
di casi dai guasti dell’era digitale (l’illustrazione delle pagine 36-37 è
assai “pixellata”, come mai sarebbe stata in tempi di fotoliti e pellicole). Anche
le introduzioni ai fumetti sono caratterizzate sia dallo scrupolo
documentaristico che dal piglio leggero e divertito che pervade le due lunghe
biografie.
Per quel che riguarda i tre “uomini” dei fumetti, la riduzione di formato
non è stata per nulla traumatica. Questo almeno è il colpo d’occhio che ho
avuto: non li ho riletti ma credo che anche così la narrazione “funzioni” bene.
Tutt’al più, le masse di colore di Laura Battaglia risultano troppo accese, decisamente
violente, sulla carta patinata; ma almeno la Bonelli è riuscita in molte pagine
a riprodurre dignitosamente il fitto tratteggio di Toppi, cosa che nemmeno la
Rizzoli Milano Libri riusciva a fare con costanza, se mai ci riuscì.
Resta ovviamente il rimpianto per i due autori, ma il fortuito intrecciarsi
delle loro carriere proprio per la casa editrice che oggi ne pubblica questa
commemorazione ha permesso di confezionare un volume di irripetibile coerenza.
Condivido la tua opinione
RispondiEliminaGli almanacchi Bonelli attirano sempre più per la corposa parte radazionale che per il fumetto :p Ma in questo caso forse anche i fumetti mi interessano!
RispondiEliminaMoz-
Toppi è sempre Toppi ma da quel che mi ricordo i suoi "Uomini" non erano tra i migliori della collana, almeno per me che ho gradito moltissimo quelli di Pratt, quello di Battaglia e quelli di Castelli.
EliminaSe non hai mai letto quelli del Nilo/Messico/Paludi penso che apprezzerai.
Anche io l'ho comprato per i redazionali, le storie le ho già in plurime edizioni. Comunque un bel volume.
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