mercoledì 25 settembre 2013

Almanacco dell'Avventura 2014



Non credo di dire una bestialità se affermo che il principale motivo di interesse dell’ultimo Almanacco dell’Avventura siano i redazionali più che i fumetti. Oltre alle introduzioni-approfondimento ai tre volumi che Toppi realizzò per la collana Un Uomo Un’Avventura, vengono ospitati due esaustivi omaggi alle figure di Decio Canzio e Sergio Toppi, con dei contributi approfonditi ma per niente noiosi, in cui convivono rigore biografico e gustosa aneddotica, e in cui l’affetto che traspare dalle testimonianze di Castelli e Burattini va di pari passo con il divertito resoconto di storie poco conosciute del fumetto italiano, bonelliano e non, fino a creare un affresco più grande che abbraccia molta storia del fumetto italiano, con interessantissime derive anche sulle personalità di Pratt e Battaglia. E soprattutto, senza cedere mai alla facile agiografia. Il che tutto sommato è anche comprensibile: le carriere e le biografie di Canzio e Toppi, sviscerate scrupolosamente, parlano da sè e non necessitano di ribadire ulteriormente quanto siano stati importanti per il comicdom nostrano.
Imponente come di consueto l’apparato iconografico, viziato però in un paio di casi dai guasti dell’era digitale (l’illustrazione delle pagine 36-37 è assai “pixellata”, come mai sarebbe stata in tempi di fotoliti e pellicole). Anche le introduzioni ai fumetti sono caratterizzate sia dallo scrupolo documentaristico che dal piglio leggero e divertito che pervade le due lunghe biografie.
Per quel che riguarda i tre “uomini” dei fumetti, la riduzione di formato non è stata per nulla traumatica. Questo almeno è il colpo d’occhio che ho avuto: non li ho riletti ma credo che anche così la narrazione “funzioni” bene. Tutt’al più, le masse di colore di Laura Battaglia risultano troppo accese, decisamente violente, sulla carta patinata; ma almeno la Bonelli è riuscita in molte pagine a riprodurre dignitosamente il fitto tratteggio di Toppi, cosa che nemmeno la Rizzoli Milano Libri riusciva a fare con costanza, se mai ci riuscì.
Resta ovviamente il rimpianto per i due autori, ma il fortuito intrecciarsi delle loro carriere proprio per la casa editrice che oggi ne pubblica questa commemorazione ha permesso di confezionare un volume di irripetibile coerenza.

4 commenti:

  1. Gli almanacchi Bonelli attirano sempre più per la corposa parte radazionale che per il fumetto :p Ma in questo caso forse anche i fumetti mi interessano!

    Moz-

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    1. Toppi è sempre Toppi ma da quel che mi ricordo i suoi "Uomini" non erano tra i migliori della collana, almeno per me che ho gradito moltissimo quelli di Pratt, quello di Battaglia e quelli di Castelli.

      Se non hai mai letto quelli del Nilo/Messico/Paludi penso che apprezzerai.

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  2. Anche io l'ho comprato per i redazionali, le storie le ho già in plurime edizioni. Comunque un bel volume.

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