sabato 7 marzo 2015

La Pro



Con la placida e compiaciuta flemma che contraddistingue le edizioni Magic Press è arrivato in fumetteria anche La Pro, ordinato talmente tanto tempo fa che ne avevo perso il ricordo.
La trama, o almeno l’ambientazione, è facilmente intuibile dal titolo o almeno dalla copertina: una cameriera che arrotonda facendo il mestiere più antico del mondo (la prostituta, non il fumettista) si ritrova con dei superpoteri e affronta alcune minacce tipiche del genere con il suo piglio non convenzionale insieme alla Lega dell’Onore, supergruppo riluttante ad avere nelle proprie fila un personaggio così pittoresco e sboccato.
È disarmante vedere come uno spunto tutto sommato simpatico (ma le origini della Pro sono quasi le stesse del Capitano di Nextwave) sia servito semplicemente per presentare un’altra variazione sul tema dei supereroi, come se le figure archetipali qui rievocate non fossero già state oggetto di innumerevoli citazioni. Sarà pure divertente e azzeccata la parodia dell’Osservatore della Marvel ma francamente quando ho visto l’ennesima reinterpretazione della Justice League (che palle!) mi son cadute le braccia. Per quanto sia ricca la lingua inglese dovrà pur arrivare un giorno in cui non si troveranno più sinonimi di Amazzone o Velocista o Paladino e gli autori cominceranno a inventarsi qualcosa di nuovo senza riciclare i cliché di 70 anni fa.
Va poi detto che alcune gag sono anche divertenti (rimanendo nel genere di Garth Ennis: culi sfondati con oggetti di ogni tipo, schizzi di sperma mortali, ecc.) ma il moralismo a buon mercato e i vaghissimi accenni di critica sociale lasciano veramente basiti per la loro gratuità e inadeguadezza, manco Ennis dovesse per forza timbrarci il cartellino. Trovo poi ipocrite le frecciatine che lo sceneggiatore lancia ai suoi stessi lettori paganti appassionati di supereroi, a cui se ho ben capito è dedicata la battuta finale. C’è poco da fare lo spiritoso visto che alla fine questo The Pro non è altro che un ennesimo What If o Elseworld considerato anche che come fumetto è poco più trasgressivo ed esplicito di un qualsiasi altro comic book, e lontano migliaia di anni da quello che si vedeva in Italia su Frigidaire negli anni ’80 e in Francia su L’Echo des Savanes e Metal Hurlant negli anni ’70.
L’obbligata autocensura a cui è costretto La Pro ne vanifica ovviamente anche tutte le possibilità come fumetto pornografico, pur se presenta qualche idea interessante – ma la dea Kalì masturbatrice se l’erano già inventata gli autori di un episodio de La Poliziotta che si trova in rete.
Ai disegni Amanda Conner è un po’ discontinua. È chiaro che virando massicciamente sul comico il suo stile non debba per forza badare troppo alle proporzioni e alla correttezza anatomica, ma occasionalmente qualche immagine è veramente troppo deforme. Credo che il suo inchiostratore (e marito, se non ricordo male) Jimmy Palmiotti sia stato determinante nel salvare più di una tavola dall’inedia grazie ai suoi neri pieni e alla modulazione sapiente del tratto stante la quasi totale assenza di dettagli. Di sicuro si vede molto di peggio sul mercato americano.
In ultima analisi, un volumetto consigliato ai soli appassionati di supereroi.

3 commenti:

  1. Lessi qualche numero tempo fa. Non mi dispiacque, ma non mi venne la molla di continuarlo.

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    1. In che senso "qualche numero"? Mi risulta che anche in America sia uscito come volume unico.

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  2. Io ricordavo che questo volume fosse uscito qualche anno fa. O forse la Magic lo annunciò ed è uscito solo ora. Boh. In ogni caso mi ricordo di aver letto una decina di pagine in anteprima. Devo ammettere che questo Ennis non mi piace granché. Da questi suoi scritti non ti aspetti nulla, se non qualche risatina. Poi lui non ha mai fatto segreto di "snobbare" i supereroi in calzamaglia, ma in tutte le sue opere non fa che strizzare l'occhietto a quel mondo. A parte sulla serie Enemy Ace (che infatti non è male).
    L'Ennis di Preacher (ma anche solo di Hitman, tanto per intenderci), non si è più visto.

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