Edito da Alessandro Editore in occasione della mostra “Magnus e l’altrove” con
la collaborazione e il patrocinio di Fondazione del Monte e Gruppo Hera, il
volume è un ricchissimo excursus
sulla produzione del giovane Roberto Raviola, quando ancora non aveva adottato
lo pseudonimo Magnus, di cui qui viene spiegata l’origine goliardica.
Nelle sue 164 pagine di grande formato il tomo offre una ricchissima
panoramica sui lavori giovanili del futuro disegnatore di Kriminal. Due cose lasciano stupefatti: la produzione ipertrofica
del giovane Raviola (e chissà quanto altro materiale sarà andato perso o
distrutto) e la grandissima qualità della stessa, pur così vasta e pur
considerando la giovane età dell’autore. E per “qualità” intendo anche la
grande versatilità con cui Raviola sapeva passare con immutata efficacia dal
realistico al comico e da una tecnica all’altra. Verrebbe da dire che i suoi
lavori giovanili sono addirittura migliori di quelli realizzati una volta
diventato fumettista di professione, almeno delle prime prove, ma è chiaro che
con l’entusiasmo della giovinezza e senza la pressione delle scadenze il
risultato finale non può che giovarne. Ad avere le doti di Raviola, ovviamente.
Nonostante la parte iconografica sia giustamente preponderante, con dei
recuperi eccellenti come tutte le copertine e le illustrazioni per le collane
della Malipiero, il libro è arricchito da interventi a opera di Antonio Faeti (una
disamina sul ruolo che il secondo dopoguerra ha avuto nell’immaginario
magnusiano), Luca Baldazzi e Fabio Gadducci (una lunga ed esaustiva biografia
del periodo pre-fumetti), Michele Masini (un breve saggio sulla carriera di
illustratore di libri per ragazzi) e ancora Baldazzi e Gadducci (una panoramica
complessiva della produzione fumettistica di Magnus).
Magnus prima di Magnus presenta delle ghiotte curiosità, come alcune
rare vignette in cui Raviola si confronta con Jacovitti, la corrispondenza con Il Vittorioso a cui il giovanissimo
Roberto inviava i suoi lavori (spesso pubblicati) e addirittura il certificato
di maturità artistica, da cui si evince che il futuro maestro aveva solo 6 in Composizione e Figura
(meno di quanto avevo io in Discipline Pittoriche all’Istituto d’Arte)!
Le vere e proprie chicche come le lettere illustrate inviate a un amico con
cui ci fu una questione di donne (così mi pare di capire) e addirittura i fumetti
autoprodotti delle elementari (!) giustificano abbondantemente gli sforzi da
fare per aprire il volume senza rovinarne la costoletta, visto che il tomo non
è cartonato e per quanto la sua carta Fedrigoni Arcoprint sia raffinata non è
una patinata di maggiore maneggiabilità.
Mi verrebbe quasi da dire che le splendide immagini della parodia di Canto di Natale di Dickens valgono da
sole l’acquisto.
Veramente interessante, penso che gli darò un'occhiata.
RispondiEliminaSaltando di palo in frasca, ho lasciato il tuo indirizzo a chi di dovere, dice che appena finite le ultime battute della ristrutturazione ti scriverà, vuol mettere anche qualche foto dell'appartamento.
Grazie mille, J_D.
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