mercoledì 16 marzo 2016

Magnus prima di Magnus. Gli anni dell'apprendistato di un maestro del fumetto

Edito da Alessandro Editore in occasione della mostra “Magnus e l’altrove” con la collaborazione e il patrocinio di Fondazione del Monte e Gruppo Hera, il volume è un ricchissimo excursus sulla produzione del giovane Roberto Raviola, quando ancora non aveva adottato lo pseudonimo Magnus, di cui qui viene spiegata l’origine goliardica.
Nelle sue 164 pagine di grande formato il tomo offre una ricchissima panoramica sui lavori giovanili del futuro disegnatore di Kriminal. Due cose lasciano stupefatti: la produzione ipertrofica del giovane Raviola (e chissà quanto altro materiale sarà andato perso o distrutto) e la grandissima qualità della stessa, pur così vasta e pur considerando la giovane età dell’autore. E per “qualità” intendo anche la grande versatilità con cui Raviola sapeva passare con immutata efficacia dal realistico al comico e da una tecnica all’altra. Verrebbe da dire che i suoi lavori giovanili sono addirittura migliori di quelli realizzati una volta diventato fumettista di professione, almeno delle prime prove, ma è chiaro che con l’entusiasmo della giovinezza e senza la pressione delle scadenze il risultato finale non può che giovarne. Ad avere le doti di Raviola, ovviamente.
Nonostante la parte iconografica sia giustamente preponderante, con dei recuperi eccellenti come tutte le copertine e le illustrazioni per le collane della Malipiero, il libro è arricchito da interventi a opera di Antonio Faeti (una disamina sul ruolo che il secondo dopoguerra ha avuto nell’immaginario magnusiano), Luca Baldazzi e Fabio Gadducci (una lunga ed esaustiva biografia del periodo pre-fumetti), Michele Masini (un breve saggio sulla carriera di illustratore di libri per ragazzi) e ancora Baldazzi e Gadducci (una panoramica complessiva della produzione fumettistica di Magnus).
Magnus prima di Magnus presenta delle ghiotte curiosità, come alcune rare vignette in cui Raviola si confronta con Jacovitti, la corrispondenza con Il Vittorioso a cui il giovanissimo Roberto inviava i suoi lavori (spesso pubblicati) e addirittura il certificato di maturità artistica, da cui si evince che il futuro maestro aveva solo 6 in Composizione e Figura (meno di quanto avevo io in Discipline Pittoriche all’Istituto d’Arte)!
Le vere e proprie chicche come le lettere illustrate inviate a un amico con cui ci fu una questione di donne (così mi pare di capire) e addirittura i fumetti autoprodotti delle elementari (!) giustificano abbondantemente gli sforzi da fare per aprire il volume senza rovinarne la costoletta, visto che il tomo non è cartonato e per quanto la sua carta Fedrigoni Arcoprint sia raffinata non è una patinata di maggiore maneggiabilità.
Mi verrebbe quasi da dire che le splendide immagini della parodia di Canto di Natale di Dickens valgono da sole l’acquisto.

2 commenti:

  1. Veramente interessante, penso che gli darò un'occhiata.

    Saltando di palo in frasca, ho lasciato il tuo indirizzo a chi di dovere, dice che appena finite le ultime battute della ristrutturazione ti scriverà, vuol mettere anche qualche foto dell'appartamento.

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