giovedì 12 maggio 2022

Fantastica 12 - Il Protocollo Pellicano 1: L'Esperimento

Nuovo tuffo nel settore -50% visto che nessuna novità è arrivata in fumetteria. Il volume risale al 2015, quando ancora esisteva la divisione Mondadori Comics che oltre a Historica pubblicava altre collane di minore reperibilità nelle edicole, almeno in quelle che frequento io.

Ne Il Protocollo Pellicano undici persone molto diverse per sesso, età, carattere e provenienza geografica vengono sequestrate e portate in un complesso carcerario dove vengono periodicamente sottoposte a degli interrogatori dalla natura poco chiara. Tra i reclusi spicca la spagnola Isabel, altresì chiamata Unità n. 4, che tenta ripetutamente la fuga per tornare ad abbracciare il fratello giovane ma già nella spirale della droga. Nel complesso denominato Pellicano B le guardie non si chiamano così ma vige l’obbligo di chiamarli «Compagni», mentre gli scienziati che conducono le ricerche sono i «Confidenti». Il primo episodio (questo volume ne raccoglie due) è puramente introduttivo e sconta lo scarso appeal che spesso hanno le tecniche di narrazione televisiva applicate al fumetto, dove l’occhio non è aiutato dal sonoro e dai movimenti a capire quali sono le informazioni importanti. E ci sono un bel po’ di personaggi a cui stare dietro, con tanto di introduzione iniziale di tre pagine apparentemente avulsa dal resto ma che immagino avrà un senso solo al termine della serie. Il colpo di scena finale è piuttosto scontato e già visto al cinema, in televisione e nei fumetti (cito solo il primo Morbus Gravis) e oltretutto può essere anticipato dalla quarta di copertina.

Con il secondo episodio non è che la trama si sviluppi poi molto. Mentre nel mondo esterno la vita continua e qualche conoscente degli scomparsi cerca di capire che fine abbiano fatto, i sequestrati continuano nella loro routine di interrogatori e occasionali “ore d’aria”. Come nel primo episodio la scansione temporale sembra sbagliata, con eventi che dovrebbero svolgersi mesi e non settimane dopo altri, ma avrò capito male io. I test e le sessioni di domande a cui sono sottoposti gli undici continuano a sfuggire alla logica: nonostante qualche vago accenno sospeso tra fantascienza e sovrannaturale sembra che il tutto possa essere solo un enorme esperimento psicologico di cui anche Compagni e Confidenti fanno parte. Anche perché vengono citati dei precedenti e delle teorie al riguardo, con profusione di dettagli non proprio scorrevoli da leggere. Forse il computer quantico A.D.A.M. ha un suo ruolo in tutto questo, ma è presto per dirlo. Ecco però che la situazione cambia inaspettatamente: le celle sono aperte, le Unità libere (e quindi possono esprimere la loro vera personalità) e il personale è sparito. Come intuibile, si tratta solo di una liberazione illusoria e la vera svolta dell’episodio è il colpo di scena finale con la reclusione di una dodicesima insospettabile Unità.

Richard Marazano ha voluto evidentemente imbastire un fumetto che si fruisse come una serie televisiva moderna piena di misteri che tenga incollato il lettore alla pagina, ma coi ritmi di uscita dei volumi franco-belgi questa strategia può risultare un po’ frustrante, tanto più che la sovrabbondanza di protagonisti rende difficile interessarsi a loro. Anche perché il glaciale lavoro del disegnatore Jean-Michel Ponzio aumenta il distacco dalla storia.

In effetti lo storyboard viene anch’esso attribuito a Marazano, per cui immagino che Ponzio abbia solo “messo in bella” le indicazioni dello sceneggiatore. Per farlo ha fatto massicciamente ricorso a fotografie e a volte sembra che non le abbia solo usate come riferimento, ma le abbia semplicemente modificate digitalmente per metterle nelle tavole. Io credo che lo “storytelling” sia solo una scusa per giustificare chi non sa disegnare, e il ricorso a documentazione fotografica è assolutamente lecito; qui però si è esagerato, l’impressione è che Ponzio abbia fatto posare degli amici poco avvezzi alla recitazione, che una volta trasposti su carta hanno perso la poca naturalezza che avrebbero dovuto avere e sono risultati rigidi e artefatti. Inoltre, soprattutto all’inizio, certe scelte tra il materiale a disposizione risultano stridenti: la giornalista che viene invitata a sedersi in realtà non si accomoda mai, e il colpo d’occhio del passaggio da pagina 27 a pagina 29 è caratterizzato da due vignette pressoché identiche poste in basso a destra.

In conclusione mi verrebbe da dire che se questo volume è finito nelle offerte stracciate un motivo ci sarà. La storia è troppo ostentatamente misteriosa (e pretenziosa) per catturarmi, e la parte grafica non aiuta certo ad affezionarsi. Noto con sorpresa che Il Protocollo Pellicano ha invece raccolto dei buoni consensi in Francia, almeno a giudicare dai voti su Bedeteque. Il secondo e ultimo volume è anch’esso disponibile scontato in fumetteria ma francamente non sento l’urgenza di scoprire la soluzione del mistero. Magari lo prenderò se un giorno andrà in porto il progetto di mettere a 3 euro la roba invendibile.

8 commenti:

  1. Ponzio è piuttosto famoso in Francia proprio per questo suo stile iperfotografico. Strano a dirsi, ma ma i suoi estimatori.

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    1. Mah, de gustibus. Forse dopo decenni di "gros nez" il realismo estremo viene apprezzato per reazione. O forse ad apprezzarlo è un pubblico popolare che prende per belle tavole delle elaborazioni digitali.

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  2. Ho dovuto rileggere i lapidari commendi che scrissi sul blog, per ricordarmi di questa storia. Ferma restando la mia repulsione verso il disegno iper realistico, la storia mi era piaciuta, con l'unico neo del finale troppo affrettato, specialmente se confrontato con i tempi lunghi della narrazione precedente.

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    1. Ecco, la voglia di leggere il finale è scesa ancora.

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    2. Ricalco da fotografie? Mi sembra evidente che di questo fumetto, il disegnatore se n'è lavato le mani.

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    3. Maledetto, mi hai fregato la battuta... in effetti adesso il secondo è a 3 euro e forse lo prenderò. Ma visto che l'unico stimolo all'acquisto sarebbe stato il calembour evangelico mi sa che desisterò.

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    4. Libri a tre euro andrebbero sempre presi, specialmente se concludi una "miniserie".
      ... e intanto il mio fumettivendolo è a Como per il festival sul lago ...

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    5. Beh, dipende dai fumetti. Qualcosa ho preso e qualcosa ho adocchiato.

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