domenica 14 agosto 2022

Federica (è) il Diavolo 4 di 8: Ritiro prepartita

Mah. Sarà l’ambientazione calcistica che aborro, sarà l’estrema banalità del soggetto, saranno i disegni… ma questo nuovo episodio della creatura di Federica Tommasi non mi è piaciuto.

Dopo e durante la pessima esibizione in campo dei tre fuoriclasse stranieri della Ostrogota un flashback ci spiega perché sono così spompati: Anna, moglie del cumenda che possiede la squadra, per punirlo vuole far perdere la partita decisiva del campionato. Per questo ingaggia l’amica Federica in modo che sfinisca i tre calciatori a suon di sesso la notte prima della partita. Praticamente la trama è la stessa di Cicciolina e Moana “Mondiali”, ma con abbondanti riferimenti a L’Allenatore nel Pallone (beh, già il nome della squadra…).

Di sesso se ne vede solo dopo la metà di questo fascicolo di 32 pagine e oltre alla trama è banale anche l’espediente di usare didascalie con doppi sensi in modo che la telecronaca della partita si adatti alle evoluzioni sessuali dei quattro. È un mezzuccio che trovo stucchevole persino quando lo usa Alan Moore. Unici sussulti di originalità, un calciatore che pretende un pissing e un’imprevista deriva omosessuale degli altri due, assolutamente forzata e irrealistica.

I disegni di Laura “Shirl” Putrino sono purtroppo assai caricaturali. Anche il/la Burby del terzo episodio lo era, ma in quel caso la morbida rotondità del tratto era conturbante e serviva a stemperare una storia dalle derive horror. Qui invece lo stile deformed rende sgraziati e sproporzionati i personaggi, che a volte cambiano connotati di vignetta in vignetta. Anna, poi, immagino che dovesse essere almeno carina, ma la prima immagine che ce la mostra è così squadrata da renderla brutta. Fortunatamente per lei, come detto, la Putrino non sempre riesce a mantenere le stesse fisionomie. En passant, se il magazziniere che apre la strada a Federica doveva essere Lino Banfi, beh, non ci somiglia per niente.

Questo episodio è nettamente quello peggiore visto finora. Persino la copertina della pur brava Elena “Selenike” Nastasi mi è sembrata poco ispirata.

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