lunedì 7 novembre 2016

Injection volume 1

Piuttosto impegnativo questo nuovo lavoro di Warren Ellis. Il concetto di base, la creazione di una forma di intelligenza artificiale che può controllare la realtà, viene rivelato solo verso la fine e la storia è punteggiata da flashback, trame parallele e salti temporali che la intorbidano non poco. Fino al secondo capitolo ho lottato contro la tentazione di lasciar perdere.
Injection narra di una squadra speciale agli ordini dell’FPI con lo scopo di trovare un sistema per sbloccare il momento di stagnazione che sta vivendo l’evoluzione tecnologica umana e spingerla verso nuove conquiste. L’elemento più preminente, un mago che rifiuta di esserlo, se ne viene fuori con l’idea di creare questa “injection” che però una volta presa vita simulerà un’invasione da parte di creature del folklore britannico. Sarà funzionale a risolvere la situazione la dottoressa Maria Kilbride a capo del progetto (che prima è in un manicomio, poi lavora per l’FPI, poi torna in manicomio, poi pare che ricostituisca il gruppo, poi boh).
L’idea di partenza si era già intravista in altri lavori di Ellis e inevitabilmente certi personaggi me ne hanno ricordato altri (Robin è un po’ Gravel, un infallibile detective di colore c’era già in Global Frequency, la protagonista è una pazzoide simile a quello di Supergod) comunque la storia si legge con piacere e lo sceneggiatore inanella ogni tanto qualcuna delle sue battute memorabili.
I disegni di Declan Shalvey sono assai scarni e per nulla entusiasmanti, anche se nei comic book si vede molto di peggio. Una colorazione poco attenta o proprio sciatta da parte di Jordie Bellaire (gli interni di casa Roth sono uniformemente ocra) non aiuta a far apprezzare la parte grafica.
Almeno Injection ha il vantaggio che, per quanto si tratti di una serie ongoing, con questo primo volume si conclude il primo round e il relativo arco narrativo. Ma di sicuro non rientra nelle dieci migliori opere realizzate da Ellis. E nemmeno nelle prime venti.

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