mercoledì 16 novembre 2016

Intervista a Leonardo Moretti

Sine Requie è un miracolo dell’editoria ludica italiana. Best of Show a Lucca 2003, ha saputo conquistarsi un seguito fedele e appassionato che sembra crescere di anno in anno. In questo mondo distopico i personaggi sono dei Sopravvissuti (citando il titolo del romanzo dedicato a questo mondo) in un universo in cui il 6 giugno del 1944 lo Sbarco in Normandia si è rivelato l’anticamera dell’inferno e in cui i morti non rimangono più tali ma diventano degli zombi affamati di carne umana!
Pubblicato inizialmente da Rose & Poison, il gioco è stato poi ristampato e sviluppato per Asterion Press che ne ha fatto dei bellissimi volumi cartonati (la versione precedente era spillata o al massimo brossurata) e attualmente viene pubblicato sotto il marchio Serpentarium Games che si affida ancora ad Asterion per la distribuzione.
L’ambientazione di Sine Requie ha destato l’interesse di produttori cinematografici e case produttrici di videogiochi, e chissà cosa riserverà il futuro del marchio. Alla gallina dalle meritate uova d’oro gli autori Leonardo Moretti e Matteo Cortini (meglio noti sul web come Leonard Zombi e Il Curte) hanno affiancato altri giochi di ruolo di successo e sempre di alta qualità: Anime e Sangue (del solo Cortini), Alba di Cthulhu e l’ultimo arrivato L’Ultima Torcia. Essendo gli unici autori dei loro prodotti (durante la gestione Rose & Poison erano state fatte uscire due raccolte di avventure ideate da appassionati), l’impegno su più fronti ha inevitabilmente rallentato la produzione di materiale per Sine Requie. La cosa non sembra turbare i fan che come ogni anno hanno preso d’assalto il loro stand in gran numero e sin dall’apertura della fiera.

Luca Lorenzon (LL): Eccoci qui con uno dei creatori del gioco di ruolo Sine Requie che quest’anno presenta a Lucca un gioco interamente nuovo dopo l’exploit di Alba di Cthulhu dell’anno scorso. Prima accennavi al fatto che questo nuovo gioco, L’Ultima Torcia, lo avete fatto perché siete vecchi…

Leonardo Moretti (LM): Sì, siamo vecchi e a noi piacevano tanto i giochi vecchio stile in cui arrivavi, i tuoi personaggi entravano nei dungeon e morivano in maniere merdosissime: questo è un gioco di quel tipo lì, entri nel dungeon disperato con la spada rugginosa in mano cercando di diventare ricco ma muori.

LL: Ok, prendo la passione per i giochi old style come giustificazione per il fatto che non avete fatto uscire nulla di nuovo di Sine Requie quest’anno [a Lucca Comics & Games è stata comunque presentata una nuova versione ampliata e corretta del manuale base, nda], ma non è che state facendo anche voi come Jacques Tati o Patrick Cothias con la saga dello Sparviero [Leo è un appassionato di fumetto franco-belga di cui ha disseminato citazioni nel manuali di Sine Requie, nda] per cui il successo di Sine Requie vi ha un po’ spaventato e non vi decidete a finirlo, tirandolo il più a lungo possibile?

LM: Potrebbe essere una buona idea quella di fare il Sine Requie eterno ma in realtà un giorno anche Sine Requie finirà.

LL: Non puoi ancora anticiparci quando è prevista la conclusione?

LM: Non ho idea nemmeno io di quanto tempo ci vorrà per arrivare alla fine! Abbiamo il percorso per arrivarci, abbiamo il finale ma non so ancora quanto ci vorrà.

LL: E di questo nuovo gioco, L’Ultima Torcia, cosa puoi dirci? Ho visto che come dicevi è veramente molto classico, i personaggi interpretano tra gli altri maghi e guerrieri e anche la confezione con la scatola e più manuali è molto vintage.

LM: Abbiamo cercato di fare un prodotto che fosse valido sia per i vecchi giocatori, quelli come noi, sia per i giovanissimi giocatori che magari non sono mai riusciti a provare un gioco che avesse quel tipo di appeal che avevano i giochi con cui giocavamo noi quando eravamo molto piccoli, come ad esempio Uno Sguardo nel Buio o Dungeons & Dragons prima edizione.

LL: Lo stesso Uno Sguardo nel Buio era assai debitore di Dungeons & Dragons classico.

LM: Sì, il senso era quello. E quindi questo gioco è un gioco che ha un suo sistema di gioco, non è un retroclone [filone di giochi di ruolo attualmente molto in voga che riscrivono il vecchio D&D classico, nda] però di “retro” ha sia l’aspetto estetico che lo spirito: è come se fosse un gioco vecchio, di quelli classici, però riproposto per i ragazzi di oggi. Quindi è a colori, ha dei bei disegni invece che quelli in bianco e nero brutti dei primissimi giochi di ruolo, ha i suoi dadi dentro, ha le schede dei personaggi pronte per giocare, ha i manuali col regolamento ma il regolamento non è troppo pesante ma abbastanza leggero da poter essere giocato anche da un totale neofita, non dà niente per scontato dicendo “se hai già giocato ai giochi di ruolo”… no, L’Ultima Torcia è proprio per partire con i giochi di ruolo.

LL: C’è già qualche elemento dell’ambientazione o quella ve la riservate magari per qualche supplemento successivo come avviene di solito?

LM: No, la nostra idea è di fare un prodotto completo già con la scatola base. Qui hai un regolamento, un manuale di ambientazione e un manuale con i mostri.

LL: C’è anche un avventurina, magari?

LM: Ci sono sette avventure dentro. Con l’ambientazione e il libro dei mostri di quella specifica ambientazione. Il senso di questo gioco è che si gioca all’interno delle “Lande” e nel manuale base viene descritta una, quella di partenza. Poi se il gioco avrà successo presenteremo anche le altre Lande che si collegano a questa di partenza, creando un intero mondo.
E all’interno c’è anche un manuale a parte, cioè un bestiario con i mostri per questa specifica Landa.

LL: Ricordiamo quanti manuali ci sono nel set di base, così invogliamo all’acquisto?

LM: Tre manuali, sei schede del personaggio, un’avventura tutorial per chi non ha mai giocato (da leggere anche per il Master neofita) e un sacchetto di dadi. Dadi neri, come erano neri i dadi presenti nella prima confezione di Uno Sguardo nel Buio. Per farti capire i riferimenti guarda i ringraziamenti che abbiamo messo nella prima pagina.
La foto mi è venuta uno schifo, lo so. Gli altri dedicandi sono Arneson e Gygax

LL: Ulrich Kiesow è morto? Non lo sapevo.

LM: È morto per un attacco di cuore ancora nel 1997, è quello che ha ideato Uno Sguardo nel Buio con cui tutti abbiamo iniziato.

LL: Questo discorso vale anche per me, perché paradossalmente Dungeons & Dragons è venuto dopo: con la grande diffusione dei librogame della E. Elle, che pubblicava in Italia Uno Sguardo nel Buio, era molto più facile trovare Uno Sguardo nel Buio che D&D. E poi pubblicando le avventure nel formato dei librogame le faceva costare molto di meno anche se erano un po’ sacrificate.

LM: Costavano molto poco, 5000 o 6000 lire [2,58/3,10 euro attuali, nda] e quindi era una cosa che un ragazzino di 12 anni poteva comprarsi.

LL: Alba di Cthulhu, il vostro altro gioco oltre Sine Requie, come sta andando?

LM: Ha vinto il premio Gioco dell’Anno e quindi siamo felicissimi del riconoscimento che ci è stato dato. Quest’anno esce il manuale di ambientazione R’lyeh la Città Cadavere, all’interno c’è la descrizione di R’lyeh, c’è una mappa staccabile di 60 centimetri per 43 e dentro ci sono anche quattro Indagini per chi vuole giocare con le avventure pronte.

LL: Come stanno procedendo gli altri progetti relativi a Sine Requie: i libri, i film, i videogiochi… Tra l’altro tu e il Curte lavorate ancora? Perché con tutto questo successo sembra che siate diventati dei magnati coi giochi di ruolo!

LM: Allora, in realtà ci sono sempre dei progetti aperti però abbiamo notato che quando i progetti non li seguiamo noi al 100% tendono un po’ a sfasciarsi. Ma inevitabilmente sono dei settori dove non possiamo seguire noi tutto il processo creativo perché non abbiamo delle competenze specifiche, quindi alla fine cediamo i diritti dei nostri prodotti e vediamo come va. Per ora diciamo che ci è andata bene perché noi abbiamo solo ceduto i diritti, poi non se n’è fatto ancora niente ma intanto i soldi che li hanno dati!

LL: …e quindi state ancora lavorando, chi veterinario chi psicoterapeuta.

LM: Precisamente, la situazione attuale non ci permette ancora di abbandonare completamente i nostri lavori ma anche se andasse incredibilmente bene non so se li abbandoneremmo totalmente perché comunque sono due lavori che ci piacciono un sacco.

1 commento:

  1. Non sono un appassionato di gdr. In gioventù ho giocato con amici a D&D, espansione Dragonlance compresa, se non ricordo male, e con Call of Cthulhu. Ma mi affascinano comunque parecchio, come per certi videogiochi, i dietro le quinte della costruzione o la fase di scrittura. Per non parlare delle illustrazioni (molto bella quella della cover de L'Ultima Torcia).

    In ogni caso è bello pensare che una coppia di appassionati riesca a portare avanti un discorso così complesso, nonostante nella vita faccia altro.

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