Non è che il nuovo formato Panini
(2 euro per un solo comic book) mi aggradi molto, e d’altra parte non compro
praticamente più supereroi, però il nome di Mark Waid
ha il suo fascino, e Jesus Saiz è un disegnatore che mi piace tantissimo.
Quindi ho voluto dare una chance a questo “nuovo” Doctor Strange. Poteva andare peggio, ma poteva andare anche molto
meglio.
In sintesi, la trama verte
intorno a Stephen Strange («Stefanuccio» lo chiama Luca Scatasta
nell’editoriale, tracciando così un profilo dell’acquirente di riferimento) che
si ritrova progressivamente privo del contatto con la magia. Disperato, e
ricondotto al suo ruolo di difensore della Terra dagli attacchi magici, Strange
accetta il consiglio di Tony Stark che… udite udite… lo manda in giro nello
spazio con una navicella per cercare altri Stregoni Supremi su altri pianeti
per fargli ricaricare le batterie! Solito cliffhanger
finale che, se tanto mi tanto,
verrà vanificato nel prossimo episodio.
Da quasi neofita del personaggio
mi sembra che il mix di esoterismo e fantascienza sia un po’ stridente. È
chiaro che trattandosi di una storia introduttiva è impossibile giudicare
questo arco narrativo, e come viene detto nell’ultima pagina già dal prossimo
numero ci saranno sorprese e rivelazioni, ma francamente mi basta per bloccare
l’acquisto qui. Questo primo episodio è d’altronde anche lodevole perché l’uso
massiccio delle didascalie ne dilata il tempo di lettura, ma sono pur sempre 2
euro per 20 pagine di fumetto – non che gli altri albetti da 48 pagine a 3,5 euro
siano poi più convenienti, in effetti. Peccato per i disegni e i colori di
Saiz, che per quanto un po’ freddini rispetto a quanto visto altrove sono
sempre bellissimi.
Una curiosità, sempre dalle note
finali: da alcuni indizi parrebbe che questa storia possa essere letta come una sorta di rivincita di Waid, a cui
era stata bocciata una miniserie proprio del Dottor Strange.
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