lunedì 3 dicembre 2018

Intervista a James O'Barr e Chiara Bautista

Claudio Zuddas (CZ): Lei quest’anno è presente, seppure indirettamente, anche con il nuovo progetto del Corvo made in Italy.

James O’Barr (JO): È un progetto che è nato grazie al tramite di Micol Beltramini, ci siamo conosciuti in una precedente edizione di Lucca.

CZ: Certo che fa uno strano effetto vedere Il Corvo a colori, ripensando alla vecchia versione in bianco e nero.

JO: Il risultato è buono, molto espressivo. Io immagino in bianco e nero i miei fumetti anche per l’influenza che hanno avuto su di me i vari media in bianco e nero di cui ho fruito, soprattutto i film. I vecchi noir, per capirci.

CZ: Non sarebbe male fare un remake del Corvo, intendo il film, in bianco e nero.

Chiara Bautista (CB): Sarebbe fantastico!

JO: Questo in parte è già stato fatto: nel film originale le scene d’amore sono filmate a colori secondo un metodo normale di ripresa, mentre quelle violente sono sgranate. Ma chissà che non si riesca a fare una nuova versione.

CZ: Il fulcro attorno il quale ruota Il Corvo è il concetto di vendetta…

JO: Quello è solo il punto di partenza, e nel corso degli anni ho rimaneggiato varie volte il fumetto. C’è sicuramente la vendetta come tema forte, ma c’è uno spazio molto importante anche per la redenzione. E ovviamente anche per l’amore.

CZ: Di certo Il Corvo è un fumetto diverso da quelli che escono negli Stati Uniti. Il protagonista ha dei poteri soprannaturali, ma non è certo un supereroe classico.

JO: I supereroi non mi interessano, sono un genere molto standardizzato. Io cerco di fare più che posso per migliorare la scena dei comics americani.

CZ: Sente la forza iconica de Il Corvo?

JO: Intendi se ho avuto successo e ho fatto i soldi? Ma no, sono lo stesso di vent’anni fa, ho ancora una Honda Civic… Se ti riferisci all’impatto che ha avuto sul pubblico, sono rimasto commosso nel vedere l’accoglienza che ho avuto a Lucca e che abbia dato vita al progetto Memento Mori.

CZ: Chiara Bautista, lei è appena alla sua terza apparizione in pubblico, e la fa oltretutto fuori dai confini statunitensi: come si è trovata in questa sua prima uscita italiana?

CB: Sono entusiasta, è tutto molto bello, meraviglioso… tanto più che James mi ha comprato un anello l’altro giorno qui a Lucca e mi ha chiesto di sposarlo!

CZ: Lei è l’autrice di Bunny Girl, un fumetto molto particolare che a sua volta è diverso dalle proposte tipiche del mercato statunitense: quanto c’è di messicano in Bunny Girl?

CB: È un fumetto molto legato alla cultura messicana, si basa su una leggenda messicana secondo cui il Sole e la Luna sono entità umanizzate.

CZ: Com’è la scena del fumetto in Messico?

CB: Non ci sono molti fumetti di supereroi in Messico, se non quelli importati dagli Stati Uniti, è una scena più simile a quella europea. Ci sono fumetti basati su cose più ispirate alla nostra realtà, come potrebbero essere le telenovelas.

CZ: Ci sono fumetti sui Luchadores?

CB: Sono rimasta sorpresa nel vedere Quebrada [fumetto scritto da Matteo Casali per vari disegnatori, ndr], non sapevo che i luchadores fossero famosi fuori dai confini messicani. Mentre da noi non ci sono fumetti sull’argomento, almeno non che io sappia.

JO: Ormai è un mondo globalizzato.

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