James O’Barr (JO):
È un progetto che è nato grazie al tramite di Micol Beltramini, ci siamo
conosciuti in una precedente edizione di Lucca.
CZ: Certo che fa uno
strano effetto vedere Il Corvo a
colori, ripensando alla vecchia versione in bianco e nero.
JO: Il risultato
è buono, molto espressivo. Io immagino in bianco e nero i miei fumetti anche
per l’influenza che hanno avuto su di me i vari media in bianco e nero di cui
ho fruito, soprattutto i film. I vecchi noir, per capirci.
CZ: Non sarebbe
male fare un remake del Corvo,
intendo il film, in bianco e nero.
Chiara Bautista (CB):
Sarebbe fantastico!
JO: Questo in
parte è già stato fatto: nel film originale le scene d’amore sono filmate a
colori secondo un metodo normale di ripresa, mentre quelle violente sono
sgranate. Ma chissà che non si riesca a fare una nuova versione.
CZ: Il fulcro
attorno il quale ruota Il Corvo è il
concetto di vendetta…
JO: Quello è solo
il punto di partenza, e nel corso degli anni ho rimaneggiato varie volte il
fumetto. C’è sicuramente la vendetta
come tema forte, ma c’è uno spazio molto importante anche per la redenzione. E
ovviamente anche per l’amore.
CZ: Di certo Il Corvo è un fumetto diverso da quelli
che escono negli Stati Uniti. Il protagonista ha dei poteri soprannaturali, ma
non è certo un supereroe classico.
JO: I supereroi
non mi interessano, sono un genere molto standardizzato. Io cerco di fare più
che posso per migliorare la scena dei comics
americani.
CZ: Sente la
forza iconica de Il Corvo?
JO: Intendi se ho
avuto successo e ho fatto i soldi? Ma no, sono lo stesso di vent’anni fa, ho
ancora una Honda Civic… Se ti riferisci all’impatto che ha avuto sul pubblico,
sono rimasto commosso nel vedere l’accoglienza che ho avuto a Lucca e che abbia
dato vita al progetto Memento Mori.
CZ: Chiara
Bautista, lei è appena alla sua terza apparizione in pubblico, e la fa
oltretutto fuori dai confini statunitensi:
come si è trovata in questa sua prima uscita italiana?
CB: Sono entusiasta, è tutto molto bello,
meraviglioso… tanto più che James mi ha comprato un anello l’altro giorno qui a
Lucca e mi ha chiesto di sposarlo!
CZ: Lei è
l’autrice di Bunny Girl, un fumetto
molto particolare che a sua volta è diverso dalle proposte tipiche del mercato
statunitense: quanto c’è di messicano in Bunny
Girl?
CB: È un fumetto
molto legato alla cultura messicana, si
basa su una leggenda messicana secondo cui il Sole e la Luna sono entità umanizzate.
CZ: Com’è la scena del fumetto in Messico?
CB: Non ci sono
molti fumetti di supereroi in Messico, se non quelli importati dagli Stati
Uniti, è una scena più simile a quella europea. Ci sono fumetti basati su cose
più ispirate alla nostra realtà, come potrebbero essere le telenovelas.
CZ: Ci sono fumetti sui Luchadores?
CB: Sono rimasta sorpresa nel vedere Quebrada [fumetto scritto da Matteo
Casali per vari disegnatori, ndr], non sapevo che i luchadores fossero famosi
fuori dai confini messicani. Mentre da noi non ci sono fumetti sull’argomento,
almeno non che io sappia.
JO: Ormai è un
mondo globalizzato.
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