venerdì 18 giugno 2021

Les Jumeaux Magiques

Ecco, così imparo a leggere meglio i dati riportati su internet. La versione di Les Jumeaux Magiques che ho recuperato non è quella originale Hachette del 1987 ma la riedizione degli Umanoidi Associati del 2003. Quindi non ci sono più gli ammennicoli da leccare, toccare, annusare, ecc. per condividere le sensazioni dei protagonisti e i colori sono stati rifatti col computer. Non so quale delle due cose sia peggio.

I due gemelli del titolo sono Mara e Aram, due umanoidi simili a elfi che la madre addestra come guerrieri. Il re Jodhé loro padre è stato fatto prigioniero dall’arcicattivo Tartarath, che lo libererà solo se i gemelli supereranno una serie di prove. Per superarle dovranno usare con attenzione i loro cinque sensi ma potranno anche contare sull’aiuto di Lyrenne, una creatura volante che però non potrà essere usata come cavalcatura per attraversare le quattro isole proibite ma a cui è permesso evocare i suoi grandi poteri – ma può fare ricorso a ognuno solo una volta all’anno prima di poterlo replicare. Lyrenne serve anche come diversivo umoristico.

La storia è un classico viaggio iniziatico, nobilitato da trovate originali e fantasiose. Soprattutto, nella prima edizione c’erano i vari allegati con cui interagire per ascoltare ad esempio cosa dice il “filo che parla” o tastare la forma che Aram percepisce sul muro dell’isola-labirinto. Alcune didascalie sono state probabilmente riscritte rispetto a quelle originali in cui il lettore era invitato a toccare con mano (e lingua, e orecchio, ecc.) quello che sperimentano i protagonisti. Il Jodorowsky fiabesco ad altezza bimbo è decisamente efficace: il suo magniloquente esoterismo è molto evocativo e, privato dei suoi tipici cascami granguignoleschi, si legge con piacere innocente. Gli avversari non vengono mai uccisi, ma fatti amici e convertiti alla causa dei gemelli, che potranno poi usufruire del loro aiuto nelle altre prove. È anche vero che la virata verso situazioni e dialoghi più crudi sarebbe arrivata per Jodorowsky a partire da Prima dell’Incal e quindi nel 1987 non calcava ancora la mano nemmeno nelle sue opere indirizzate agli adulti.

I disegni di Georges Bess sono molto validi, dinamici ed espressivi, anche se già si intuisce la semplificazione del suo tratto che si compirà con Juan Solo. Spesso ricorre alla caricatura, ed è più che legittimo visto il pubblico di riferimento che sarebbe stato inappropriato turbare con mostri troppo orribili o minacciosi (o anche solo poco “leggibili”). Nei rari frangenti in cui c’è della violenza è sempre cartoonesca. Peccato che i fottuti colori digitali abbiano mortificato i suoi disegni.

Les Jumeaux Magiques ha un ritmo un po’ sincopato, ma questa è una considerazione che ho fatto ex post accorgendomi che ogni 12 pagine (il fumetto ne conta le canoniche 46) si arriva a un punto fermo come se fosse stato pensato per la serializzazione su rivista, cosa che non mi risulta sia mai avvenuta. In realtà l’unico difetto di questo fumetto è il colpo di scena finale banalissimo che un lettore un po’ accorto potrà aver già intuito da questo riassunto. E con questa nota in calando la sua godibilità per un pubblico adulto è un po’ compromessa.

3 commenti:

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  2. Secondo me senza gli ammennicoli perde il 50% della sua raison d'etre. C'è da dire che se l'avessi preso nell'87 non avrei comunque aperto gli allegati, soprattutto la bustina di cioccolato. Così adesso potrei rivenderlo pari al nuovo per una cifra mostruosa :D
    Lo puoi trovare su Ebay FR a 29 euri ma non credo abbia gli ammennicoli (la descrizione è volutamente non chiara).

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    1. Rimpiango gli effetti psicotropi che avrebbe oggi una "dchokolad" vecchia di 34 anni - che poi credo ce ne fossero due, una bianca e una nera.

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