sabato 16 ottobre 2021

Figlio Unico

Antologia di tre fumetti cinesi aventi come argomento la Politica del Figlio Unico, o più precisamente un aspetto collegato, cioè la condizione delle famiglie che, costrette a non poter procreare più di una volta, hanno sperimentato il lutto per la perdita dell’unico figlio.

Cédric Quennesson spiega nell’introduzione la catena di norme ed eventi che portò nel 1979 all’emanazione della legge, che oggi si è tramutata invece nella concessione di fare al massimo tre figli per contrastare il rischio di un crollo della popolazione cinese nei prossimi decenni. Lo sceneggiatore Wang Ning ha fatto ricorso alle testimonianze di molte famiglie che si sono ritrovate in questa situazione, trasportando su carta la loro esperienza. C’è quindi inevitabilmente un certo didascalismo in questi resoconti, ma le storie sono comunque interessanti se non proprio avvincenti in qualche caso. Inoltre dato il forte impatto emotivo sono decisamente commoventi, in alcuni casi strazianti.

Una vita in solitudine è la storia di una famiglia che si vede rapire (o così ho capito) l’unico figlio Jiajia, ma non rassegnandosi alla sua perdita rimane fedele alla propria vecchia casa e al proprio quartiere nell’attesa vana che un giorno ritorni, mentre la Cina attorno a loro cambia drasticamente. I disegni di Ni Shaoru sono di matrice iperrealista e, per quanto computer possa aver usato, il suo stile è quello che mi è piaciuto di più.

In L’amore continua la tragedia è localizzata nel passata ma ancora incombente. Xiao Hong è la figlia “maschiaccio” adottata da una coppia di genitori che prima di lei persero il loro figlio maschio. La narrazione procede mostrando la quotidianità dei protagonisti tra le piccole gioie e dolori (quando va a prenderla a scuola il padre viene scambiato per il nonno, Xiao Hong non socializza con tutte le ragazze perché a lei piacciono i giochi da maschi), ma alla fine c’è una svolta in cui si resta col fiato sospeso. I disegni di Xu Ziran mi hanno ricordato molto quelli di Manuele Fior o di Claire Wendling. Sono insomma sintetici e artsy e purtroppo la carta uso mano del volume non permette di far risaltare il colore come invece sarebbe stato possibile con una patinata.

Per finire, L’ultimo desiderio racconta dell’artista di successo Meng che tre anni prima di rimanere vedova ha avuto una figlia a cui è stato diagnosticato un tumore che col tempo ne avrebbe drasticamente limitato la qualità e la durata della vita. Il fumetto segue il calvario delle due donne e dei personaggi che le circondano attraverso gli anni, fino all’inevitabile conclusione in cui Meng come da titolo esaudisce l’ultimo desiderio della figlia. All’interno del troncone principale si inserisce la sottotrama (ma è più che altro un brevissimo accenno) della direttrice Zhao che a suo tempo, quando ancora la Politica del Figlio Unico non era legge, spinse Meng a rimanere incinta solo una volta e non nel fiore della giovinezza. I disegni di Qin Chang sono caricaturali e piuttosto affini ai manga ma i colori acquerellati donano loro una indubbia classe.

Al di là della curiosità nel vedere all’opera fumettisti di un Paese così lontano (ma Xu Ziran ha al suo attivo già varie opere per la Francia), Figlio Unico si fa apprezzare sia per la forte carica emotiva e che per il valore documentaristico. Inoltre la varietà di stili con cui è realizzato si presta ad appagare lettori di tutti i gusti.

Le molte note a piè di vignetta, per spiegare alcuni elementi dei dialoghi o per tradurre le insegne, sono forse un po’ invasive, ma d’altro canto non sarebbe stato possibile fare altrimenti senza operare delle modifiche nei testi e nei disegni.

5 commenti:

  1. Intressante. Viene la curiosità di capire come sia cambiato il fumetto cinese dai tempi dei famigerati "fumetti di Mao".
    Perché anche allora mi pare che si privilegiasse il "realismo" (certamente di ispirazione sovietica, nonostante le divergenze politiche). Oggi vengono tollerati anche fumetti "tipo Manga"? E si possono raccontare vicende scollegate dalla propaganda di regime? Perdona la mia ignoranza, ma del fumetto cinese so veramente zero. Mi par di capire che c'è una mediazione francese, ma sono usciti in Cina?

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    1. Figurati, se tu ne sai 0 io ne so 0,5.
      Non ho il volume sotto mano adesso, ma sicuramente è la versione italiana di un volume francese.

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    2. Sì, il volume originale è francese, si legge nel colophon.

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