martedì 16 gennaio 2024

1984

Uscito a metà del 2022, l’ho notato solo l’altro giorno in fumetteria. Non ho letto il romanzo di Orwell quindi non posso fare paragoni, ma se l’obiettivo era quello di trasmettere un forte senso di inquietudine e di mettere in allarme sui regimi totalitari (identificati univocamente da Orwell con la Russia comunista) mi pare che gli autori ci siano riusciti alla perfezione.

In questo distopico fatidico anno da cui prese il nome la prima rivista di fumetti d’Autore degli anni ’80, l’impiegato Winston Smith del Ministero della Verità è sempre più titubante sulle reali intenzioni del Grande Fratello che accudisce e ammansisce i suoi sudditi/cittadini e ormai è anche diventato refrattario ai metodi di condizionamento del dittatore forse inesistente, visibile solo attraverso i molti schermi che punteggiano la città e i luoghi di lavoro. Due persone lo distraggono dalla sua routine deprimente: un collega che potrebbe essere uno dei rivoltosi che si sussurra si oppongono al regime e una ragazza che invece potrebbe essere una spia della psicopolizia che non aspetta altro che Winston faccia un passo falso. Pur con la costante di una paranoia endemica, Smith prenderà finalmente contatto prima con Julia e poi con O’Brien. Le conseguenze saranno terribili, peggiori di quelle annunciate sin dall’inizio.

Sfilano quelle trovate geniali di cui tutti hanno sentito parlare o hanno visto reinterpretate in molte altre opere: la “neolingua” con cui impedire ai cittadini di pensare, le finte guerre con cui distrarre la popolazione, la riscrittura del passato a fini propagandistici, le masse proletarie tenute in stato di costante ignoranza e oppressione, ecc.

Non c’è molta azione in questa vicenda, ma la tensione viene mantenuta costante dal senso dell’impellente fine che farà Winston, e alcuni colpi di scena (per quanto intuibili al lettore del 2024) accompagnano la storia fino al suo desolante finale. Mi pare insomma che Jean-Christophe Derrien abbia fatto un buon lavoro.

Anche il comparto grafico è tutt’altro che disprezzabile anche se Rémi Torregrossa è un disegnatore che privilegia l’organizzazione della tavola alla cura dei dettagli. Piuttosto scarno, ricorre a un’anatomia semplificata, né i tratteggi abbondano o il suo segno è modulato. Però si è sobbarcato l’onere di disegnare delle scene affollatissime senza apparentemente ricorrere al computer (se non in una scena dove è palese il copia-incolla dei soldati), quindi tanto di cappello.

Questa edizione Star Comics lascia ogni tanto in francese le scritte sullo sfondo, ma 128 pagine in formato albo d’oro per 13,90 euro non sono comunque un cattivo affare.

10 commenti:

  1. Urss, ma forse altro: molti anni fa lessi sul Corsera una ipotesi secondo la quale Orwell aveva traslato la sua esperienza alla BBC durante WWII e la necessità di censurare quanto andava raccontato in radio. Ho letto il romanzo quando ero poco + di un bimbo e mi aveva spaventato. Room 101 e Doubleplusgood sono ancora oggi due delle canzoni della colonna sonora del film che ascolto volentieri, anche + di Sexcrime che è stata una hit. Ultimo film di Richard Burton. Una curiosità: Brazil di Gilliam doveva chiamarsi 1984 e 1/2. 1984 è anche il titolo di uno degli episodi della saga della Bomba della Follia di Captain America scritta e disegnata da King Kirby nel 1976.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Figurati che io avevo sentito dire che Orwell era una spia dell'MI6.

      Elimina
  2. E' notizia di questi gg che Alberto Sordi non riuscì a comprare una villa in Svizzera perchè lo sospettavano di essere una spia che voleva osservare una installazione militare. Tutti possiamo essere Smiley.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comunque se non ricordo male (quando lessi il libro avrò avuto, boh, 15 anni) l'intuizione migliore di Orwell fu quella di descrivere un mondo in cui anche il dissenso è "finto" (Goldstein è un fintoTrotzky, forse pure lui nemmeno esiste, come il G.F.) e finalizzato a mantenere lo status quo.
      Così anche descrive un mondo diviso in blocchi, che si mantengono in uno stato di guerra perpetua, allo scopo di tenere occupato il popolo e mantenere salda l'oligarchia. A me ricorda qualcosa.
      P.S.: Forse le 2 canzoni che citi sono migliori, ma un pezzo degli Eurythmics non si giudica senza il videoclip, e Il video di "Sexcrime" nun se batte.

      Elimina
    2. Lennox forever. Quando e se qualcuno girerà un biopic sul gruppo, suggerisco Paul Giamatti o TimSpall nei panni di Dave Stewart. Tilda Swinton sarebbe una interessante Annie. Del romanzo mi colpì l'idea che semplificare la lingua avrebbe reso + difficile ragionare e contestare il potere. Ricordo un "martire" che lavorava alla riscrittura del dizionario in ottica del bispensiero e che non seppe/volle cancellare una parola.

      Elimina
    3. Tutte le cose che citate sono riportate fedelmente nel fumetto, che a questo punto immagino essere veramente la versione fedelissima del romanzo che promette di essere.
      Ci sono anche i bambini delatori, e i genitori orgogliosi di essere stati denunciati dai figli!

      Elimina
    4. Pazzesco: quando si dice "riduzione" nel passaggio tra un medium e l'altro. Immagino ci sarà anche il tizio che starà morendo di fame ed il malcapitato che gli allunga una galletta.

      Elimina
    5. Questo non lo ricordo, ma potrei non avergli dato molta importanza o essere rimasto sullo sfondo. La prostituta settantenne c'è.

      Elimina
    6. Sì, beh, da quanto ho capito, credo che sia un'ottima "riduzione" del libro.
      Effettivamente, è un po' "riduttivo" concentrarsi sull'Unione Sovietica, credo che Orwell, pur utilizzando strumenti semantici tipicamente sovietici (vedi il libro di Goldstein "Teoria e prassi del collettivismo oligarchico", che suona molto sovietico), volesse introdurre un discorso più ampio, concernente non solo le dittature "classiche" del 20. secolo (nazifascismo o comunismo "reale"), ma anche capitalismo-americanismo. Boh!
      Per capire meglio lo stalinismo, forse è meglio leggersi "Il buio a mezzanotte" di Arthur Koestler... o aspettare che se ne trovi una riduzione in fumetto (se già non c'è).
      Curiosità: nei meandri della memoria, ricordo vagamente la lettura (sempre intorno ai 20 anni di età, e sfruttando una biblioteca scolastica) di un libro intitolato "1984 & 1985" di Anthony Burgess (quello di "Arancia meccanica"). Onestamente non mi ricordo una riga di quel fottuto libro.
      P.S.: Ci vuole uno veramente fuori di testa per interpretare Dave Stewart. Giamatti forse non sarebbe male. Ricordo vagamente un'intervista dove Dave Stewart ammetteva che nei primi anni 80 era talmente strafatto, che una volta provò il desiderio di piantare un chiodo nel muro a testate, e fu lì lì per provarci.
      Quanto ad Annie Lennox, NESSUNO la può interpretare senza rimetterci. Credo sia la quintessenza dell'ideale di bellezza femminile anglosassone (volevo scrivere "ariana", ma suona malissimo).

      Elimina
    7. Oops! Volevo scrivere "Il buio a mezzogiorno" di Arthur Koestler. Pardon. :P

      Elimina