Acquisto-cuscinetto in attesa che in fumetteria arrivi qualcosa di quello che ho ordinato.
La biografia dell’attrice è strutturata in nove capitoli che raramente superano le 11 tavole, più un prologo e un epilogo più brevi. Michele Botton ha impostato la narrazione ricorrendo al meccanismo del flashback con cui Audrey Hepburn rivive i momenti salienti della sua vita e della sua carriera. “Salienti” a giudizio dello sceneggiatore, ovviamente. Anche se si può avvertire una certa frammentarietà (inevitabile in un’opera biografica), la protagonista ne viene fuori molto approfondita e sfaccettata, accennando al trauma dell’abbandono del padre, al suo rimpianto per non essere riuscita a diventare ballerina, al grande desiderio di diventare madre. Dato lo spazio circoscritto gli aneddoti sono ridotti al minimo, anzi limitati forse solo all’“amicizia” con un cerbiatto sul set di Verdi Dimore. Il resto (compreso il metodo per impersonare una donna cieca ne Gli Occhi della Notte) è strettamente necessario a condurre la narrazione sui binari impostati da Botton.
I disegni di Dorilys Giacchetto sono molto adatti per rappresentare la protagonista. Facendo di necessità virtù, la sintesi e la scarsa profusione di dettagli che impongono le tirature e i compensi dei graphic novel si sposano bene con una figura che è passata alla storia per la sua eleganza. Forse occasionalmente indulge in certe scelte un po’ troppo cartoonesche (il cavallo che disarciona la Hepburn quando gira Gli Inesorabili), ma non si può dire che non sia espressiva. E in fondo non è poi così avara di dettagli, come testimoniano le sequenze etiopiche.
La prefazione è firmata nientemeno che da Luca Dotti, figlio dell’attrice e appassionato di fumetti. In appendice, oltre a un commento dello sceneggiatore (e anche della disegnatrice a integrazione della sua biografia), sono riportate le necessarie filmografie e bibliografie minime per raccapezzarsi un po’ con le date o per avere dei riferimenti qualora si volesse approfondire.
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