Gli ombelichi del titolo sono quelli ben esposti delle tre protagoniste liceali: Jenny e Vicky sono glamour, sciocchine e cattivelle, Karine è sgraziata e dotata di una personalità più articolata, un po’ intellettuale e un po’ nerd (ma senza alcun eccesso e giusto per contestualizzare un paio di episodi). Al di là delle tipiche situazioni adolescenziali come il rapporto con professori, spasimanti e il proprio aspetto, la serie verte principalmente sulle crudeltà di cui Karine è vittima, con le altre due che sabotano i suoi approcci con il bel Dan, la sottopongono a interventi di chirurgia estetica e consigli di moda impropri, spifferano ai familiari quello che l’hanno costretta a fare, ecc.
La serie si sviluppa nel classico formato della pagina singola di Spirou, che occasionalmente (ma è raro, almeno in questa raccolta) si espande a due o tre tavole. Francamente, questo primo assaggio non mi ha entusiasmato. Ogni tanto ci scappa qualche sorriso, la spietata cattiveria delle due “amiche” è un bel toccasana in epoca di politically correct e si coglie il tentativo di seguire una certa continuity, che di per sé non è necessariamente un pregio ma testimonia la volontà di Maryse Dubuc di non lasciare nodi irrisolti (ad esempio, spiegando come ha fatto Karine a uscire dalla cella frigorifera). L’ultima decina di storie, poi, costituisce quasi un ciclo a se stante. Ma per quanto sia abbastanza piacevole, Les Nombrils per me non tocca le vette di altre serie analoghe.
I disegni sono piuttosto particolari e si discostano un po’ dalla tradizione dei gros nez, in maniera anche vagamente inquietante. Delaf disegna Karine come uno spaghetto con delle spallacce sproporzionate e una vita eccessivamente bassa. È ovvio che è il personaggio più caricaturale, e infatti il suo aspetto filiforme è alla base di alcuni epiteti caratterizzanti, ma anche altri elementi sono tanto stilizzati da risultare un po’ “alieni”, come i pantaloni neri di Vicky che si fondono direttamente con le sue scarpe col tacco oppure le tette che sembrano innaturalmente sospese sul petto con la piega della maglietta a tenerle su.
In ogni caso, tanto di cappello a Duluc e Delaf che da un’ambientazione già vista e stravista sono riusciti a imbastirci sopra 8 volumi e i relativi spin-off (e nemmeno tutte le gag vengono ristampate in volume). Io comunque preferisco Melusina.
Parlare di "imminente uscita" citando un'intervista del 2017 fa un po' sorridere :D
RispondiEliminaRivi ha più detto niente in proposito, da allora?
Oh, lungi da me intenti polemici!
EliminaSe non ricordo male l'annuncio dell'integralone l'aveva fatto anche su Fumo di China dopo il passaggio alla Cosmo.
Francamente l'idea di vedere Gaston disegnato così mi dà qualche preoccupazione.
RispondiEliminaP.Q.R. il politically incorrect, Gaston è sempre stato un po' così, ma le vicende de "Les nombrils" come me le descrivi sono altresì preoccupanti (chirurgia estetica imposta, ecc.)
Poi bella forza esporre oggi gli ombelichi: se prima non c'era la Raffa (o un corrispettivo francobelga)...
Ma come fanno d'inverno queste liceali? Stringono i denti e si battono per la Causa?
Per Gaston Dalef ha usato uno stile assolutamente fedele a quello di Franquin. La gag sulla chirurgia estetica riguarda la vittima sacrificale a cui non va bene nessun rossetto, così le altre due le riempiono artigianalmente di botulino le labbra.
EliminaLa questione dell'ombelico scoperto pare sia piuttosto problematica in Canada dove ha vissuto un mio amico: a quelle latitudini glaciali andare fuori col ventre scoperto (cosa a cui le ragazzine non rinunciano) può portare diversi problemi di salute.