Dall’introduzione
di Giuseppe Pollicelli:
«Con l’avanzare degli episodi di Vae
Victis! [...] il realismo che aveva caratterizzato le puntate iniziali del
ciclo cede mano a mano il passo alla rappresentazione di scene stupefacenti, al
piacere della sottolineatura iperbolica, a una palese enfatizzazione degli
ingredienti narrativi dai sapori più forti come l’erotismo e, soprattutto, la
violenza.»
Cominciamo bene. E continuiamo ancora meglio. Tra uno spoiler e l’altro
Pollicelli rincara la dose:
«I tre […] saltimbanchi sgominano a suon di cazzotti e acrobazie una folla
di uomini inferociti con la stessa facilità con cui, nei loro film, erano
soliti farlo Bud Spencer e Terence Hill.»
Oddio, ma cosa diavolo sto per leggere?! Per fortuna Pollicelli è stato un pochino
troppo severo con la serie (che forse non gli piace più di tanto), o magari
avrà voluto rimarcarne gli aspetti più bassi per farne risaltare gli altri
pregi. E alla fin fine questo secondo volume integrale di Vae Victis! è perfettamente coerente col primo, con tanto di
episodio stampato male (in questo caso il quarto, ma neanche il primo scherza)
e la trama è un misto di avventura scatenata e rigore storico. Vale insomma
quanto ho già detto del primo volume,
l’unica differenza è che qui la vicenda assume un aspetto nettamente corale,
con varie storie che si dipanano a partire da una matassa comune. Il che è un
bene anche perchè la prostagonista, pur con tutte le vicissitudini di cui è
stata vittima, non è proprio il colmo della simpatia.
Tanta azione, tanti personaggi stereotipati accanto ad altri anacronistici
per l’epoca trattata, qualche ammiccamento al lettore e una spruzzata di
contestualizzazione storica molto approfondita “giusto per” che però non
dispiace. Il ritmo è incalzante e anche a causa del dipanarsi di più storie
parallele Vae Victis! si segue con
piacere e interesse, tanto più che c’è anche qualche minimo tocco di continuity
a collegare i volumi. È un’ottima cosa che si possa leggere a blocchi di 4
episodi per volta.
Mitton non è un genio, ma la cura attentissima che dedica ad alcuni
dettagli e soprattutto alle scene di massa e alle ambientazioni gli valgono
almeno il rispetto dovuto ai professionisti più seri. Che gli scappino delle
semplificazioni anatomiche nelle figure di secondo piano mi pare fisiologico e
per nulla grave visti anche i suoi ritmi serrati di lavoro.
Con tutto il ben di dio che esce in Francia forse Historica avrebbe potuto scegliere qualche fumetto più autoriale al
posto di Vae Victis! (anche per
uniformarsi al resto della collana, che occasionalmente ha invece peccato di
velleitarismo) ma non rimpiango affatto i miei 13 euro e anzi, nonostante con
questo volume il primo lungo ciclo della saga sia concluso, spero di vederne il
seguito.
Tanto più che, almeno finora, sulle sue pagine non si sono visti aerei
della Seconda Guerra Mondiale.