Sine Requie è un miracolo dell’editoria ludica italiana. Best of Show a Lucca 2003, ha saputo
conquistarsi un seguito fedele e appassionato che sembra crescere di anno in
anno. In questo mondo distopico i personaggi sono dei Sopravvissuti (citando il
titolo del romanzo dedicato a questo mondo) in un universo in cui il 6 giugno
del 1944 lo Sbarco in Normandia si è rivelato l’anticamera dell’inferno e in
cui i morti non rimangono più tali ma diventano degli zombi affamati di carne
umana!
Pubblicato inizialmente da Rose
& Poison, il gioco è stato poi ristampato e sviluppato per Asterion Press
che ne ha fatto dei bellissimi volumi cartonati (la versione precedente era
spillata o al massimo brossurata) e attualmente viene pubblicato sotto il
marchio Serpentarium Games che si affida ancora ad Asterion per la
distribuzione.
L’ambientazione di
Sine Requie ha destato l’interesse di
produttori cinematografici e case produttrici di videogiochi, e chissà cosa
riserverà il futuro del marchio. Alla gallina dalle meritate uova d’oro gli
autori Leonardo Moretti e Matteo Cortini (meglio noti sul
web
come Leonard Zombi e Il Curte) hanno affiancato altri giochi di ruolo di
successo e sempre di alta qualità:
Anime
e Sangue (del solo Cortini),
Alba di
Cthulhu e l’ultimo arrivato
L’Ultima
Torcia. Essendo gli unici autori dei loro prodotti (durante la gestione Rose
& Poison erano state fatte uscire due raccolte di avventure ideate da
appassionati), l’impegno su più fronti ha inevitabilmente rallentato la
produzione di materiale per
Sine Requie.
La cosa non sembra turbare i fan che come ogni anno hanno preso d’assalto il
loro stand in gran numero e sin dall’apertura della fiera.
Luca Lorenzon (LL): Eccoci qui con uno dei creatori del gioco di
ruolo
Sine Requie che quest’anno
presenta a Lucca un gioco interamente nuovo dopo l’
exploit di
Alba di Cthulhu
dell’anno scorso. Prima accennavi al fatto che questo nuovo gioco,
L’Ultima Torcia, lo avete fatto perché
siete vecchi…
Leonardo Moretti (LM):
Sì, siamo vecchi e a noi piacevano tanto i giochi vecchio stile in cui
arrivavi, i tuoi personaggi entravano nei dungeon e morivano in maniere
merdosissime: questo è un gioco di quel tipo lì, entri nel dungeon disperato
con la spada rugginosa in mano cercando di diventare ricco ma muori.
LL: Ok, prendo la passione per i giochi
old style come giustificazione per il fatto che non avete fatto uscire nulla di nuovo di
Sine Requie
quest’anno [a Lucca Comics & Games è stata comunque presentata una nuova
versione ampliata e corretta del manuale base, nda], ma non è che state facendo
anche voi come Jacques Tati o Patrick Cothias con la saga dello Sparviero [Leo
è un appassionato di fumetto franco-belga di cui ha disseminato citazioni nel
manuali di
Sine Requie, nda] per cui
il successo di
Sine Requie vi ha un
po’ spaventato e non vi decidete a finirlo, tirandolo il più a lungo possibile?
LM: Potrebbe essere una buona idea quella di fare il Sine Requie eterno ma in realtà un
giorno anche Sine Requie finirà.
LL: Non puoi ancora anticiparci quando è prevista la conclusione?
LM: Non ho idea nemmeno io di quanto tempo ci vorrà per arrivare
alla fine! Abbiamo il percorso per arrivarci, abbiamo il finale ma non so
ancora quanto ci vorrà.
LL: E di questo nuovo gioco, L’Ultima
Torcia, cosa puoi dirci? Ho visto che come dicevi è veramente molto
classico, i personaggi interpretano tra gli altri maghi e guerrieri e anche la
confezione con la scatola e più manuali è molto vintage.
LM: Abbiamo cercato di fare un prodotto che fosse valido sia per i
vecchi giocatori, quelli come noi, sia per i giovanissimi giocatori che magari
non sono mai riusciti a provare un gioco che avesse quel tipo di appeal che avevano i giochi con cui
giocavamo noi quando eravamo molto piccoli, come ad esempio Uno Sguardo nel Buio o Dungeons & Dragons prima edizione.
LL: Lo stesso Uno Sguardo nel
Buio era assai debitore di Dungeons
& Dragons classico.
LM: Sì, il senso era quello. E quindi questo gioco è un gioco che
ha un suo sistema di gioco, non è un retroclone [filone di giochi di ruolo
attualmente molto in voga che riscrivono il vecchio D&D classico, nda] però di “retro” ha sia l’aspetto estetico
che lo spirito: è come se fosse un gioco vecchio, di quelli classici, però riproposto
per i ragazzi di oggi. Quindi è a colori, ha dei bei disegni invece che quelli
in bianco e nero brutti dei primissimi giochi di ruolo, ha i suoi dadi dentro,
ha le schede dei personaggi pronte per giocare, ha i manuali col regolamento ma
il regolamento non è troppo pesante ma abbastanza leggero da poter essere
giocato anche da un totale neofita, non dà niente per scontato dicendo “se hai
già giocato ai giochi di ruolo”… no, L’Ultima
Torcia è proprio per partire con
i giochi di ruolo.
LL: C’è già qualche elemento dell’ambientazione o quella ve la
riservate magari per qualche supplemento successivo come avviene di solito?
LM: No, la nostra idea è di fare un prodotto completo già con la
scatola base. Qui hai un regolamento, un manuale di ambientazione e un manuale
con i mostri.
LL: C’è anche un avventurina, magari?
LM: Ci sono sette avventure
dentro. Con l’ambientazione e il libro dei mostri di quella specifica
ambientazione. Il senso di questo gioco è che si gioca all’interno delle
“Lande” e nel manuale base viene descritta una, quella di partenza. Poi se il
gioco avrà successo presenteremo anche le altre Lande che si collegano a questa
di partenza, creando un intero mondo.
E all’interno c’è anche un
manuale a parte, cioè un bestiario con i mostri per questa specifica Landa.
LL: Ricordiamo quanti manuali ci sono nel set di base, così invogliamo
all’acquisto?
LM: Tre manuali, sei schede del personaggio, un’avventura tutorial
per chi non ha mai giocato (da leggere anche per il Master neofita) e un
sacchetto di dadi. Dadi neri, come
erano neri i dadi presenti nella prima confezione di Uno Sguardo nel Buio. Per farti capire i riferimenti guarda i
ringraziamenti che abbiamo messo nella prima pagina.
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La foto mi è venuta uno schifo, lo so. Gli altri dedicandi sono Arneson e Gygax |
LL: Ulrich Kiesow è morto? Non lo sapevo.
LM: È morto per un attacco di cuore ancora nel 1997, è quello che
ha ideato Uno Sguardo nel Buio con cui
tutti abbiamo iniziato.
LL: Questo discorso vale anche per me, perché paradossalmente Dungeons & Dragons è venuto dopo:
con la grande diffusione dei librogame della E. Elle, che pubblicava in Italia Uno Sguardo nel Buio, era molto più
facile trovare Uno Sguardo nel Buio
che D&D. E poi pubblicando le
avventure nel formato dei librogame le faceva costare molto di meno anche se
erano un po’ sacrificate.
LM: Costavano molto poco, 5000 o 6000 lire [2,58/3,10 euro attuali,
nda] e quindi era una cosa che un ragazzino di 12 anni poteva comprarsi.
LL:
Alba di Cthulhu, il
vostro altro gioco oltre
Sine Requie,
come sta andando?
LM: Ha vinto il premio Gioco dell’Anno e quindi siamo felicissimi
del riconoscimento che ci è stato dato. Quest’anno esce il manuale di
ambientazione R’lyeh la Città Cadavere,
all’interno c’è la descrizione di R’lyeh, c’è una mappa staccabile di 60 centimetri per 43
e dentro ci sono anche quattro Indagini per chi vuole giocare con le avventure
pronte.
LL: Come stanno procedendo gli altri progetti relativi a Sine Requie: i libri, i film, i
videogiochi… Tra l’altro tu e il Curte lavorate ancora? Perché con tutto questo
successo sembra che siate diventati dei magnati coi giochi di ruolo!
LM: Allora, in realtà ci sono sempre dei progetti aperti però
abbiamo notato che quando i progetti non li seguiamo noi al 100% tendono un po’
a sfasciarsi. Ma inevitabilmente sono dei settori dove non possiamo seguire noi
tutto il processo creativo perché non abbiamo delle competenze specifiche,
quindi alla fine cediamo i diritti dei nostri prodotti e vediamo come va. Per
ora diciamo che ci è andata bene perché noi abbiamo solo ceduto i diritti, poi
non se n’è fatto ancora niente ma intanto i soldi che li hanno dati!
LL: …e quindi state ancora lavorando, chi veterinario chi
psicoterapeuta.
LM: Precisamente, la situazione attuale non ci permette ancora di
abbandonare completamente i nostri lavori ma anche se andasse incredibilmente
bene non so se li abbandoneremmo totalmente perché comunque sono due lavori che
ci piacciono un sacco.