Valois è ambientato all’alba delle Guerre d’Italia, che i lettori
di Dago conoscono bene: Carlo VIII in
preda a manie di grandezza decide di rimpossessarsi di Napoli, anche perché
malconsigliato dalla sua corte di opportunisti – non che ci volesse molto a fargli
prendere quella decisione. Gli eventi storici non rimangono proprio sullo
sfondo, ma procedono paralleli a quello che è in sostanza un buddy movie che vede prima contrapposti
e poi amici “per forza” i due veri protagonisti: da una parte Henri Guivre De
Tersac voleva fare il soldato e riempirsi di gloria ma l’ultima raccomandazione
che ha potuto sfruttare gli ha permesso di diventare solo segretario dello zio
diplomatico De Brie, dall’altra il catalano Blasco De Villalonga è stato
indirizzato alla vita monastica dal padre mercante dopo una delusione amorosa
finita col primo sangue del ricco rivale.
Il caso li fa incontrare in una
taverna con i rispettivi seguiti e per sfuggire a un agguato verranno accolti
dal capitano di ventura Vitellozzo Vitelli che ne farà dei soldati,
introducendoli così al variegato mondo delle Guerre d’Italia e delle compagnie
mercenarie.
Come dicevo, la Storia è
coprotagonista di Valois e non solo
il palcoscenico su cui si muovono Henri e Blasco. Forse anche per questo
Thierry Gloris ha voluto enfatizzare le gesta di alcuni personaggi (figurarsi,
ci sono persino i Borgia) o ha scelto le spiegazioni più spettacolari o
pruriginose per le motivazioni di alcuni fatti storici. Il suo stile di
scrittura riflette questa tensione tra rigore storico ed esigenze per così dire
commerciali, alternando nei dialoghi un registro schietto e volgare con un
altro che vorrebbe mimetizzarsi con la parlata dell’epoca. Il risultato è
comunque scorrevole e si legge con piacere senza dare l’impressione che ci sia dell’infodump, benché il lavoro di
documentazione sia evidente – dall’introduzione di Brancato, che però rivela un
po’ troppo della trama, si apprende che Vitelli è veramente esistito. È anche
vero che seguendo in ogni capitolo due trame diverse ma parallele (e a volte
convergenti), cioè le avventure di Henri e Blasco e la calata di Carlo VIII, Valois avanza un po’ lentamente e
nonostante il re francese morirà di lì a pochi anni potrebbero volerci ancora
un bel po’ di volumi per concludere questa serie, di cui Historica ha raccolto qui i primi due episodi.
I disegni sono come piacciono a
me: realistici e curati. In effetti molto del loro fascino si deve al lavoro
del colorista Felideus, al secolo Juan Parra. Jaime Calderón è rigoroso e anche
molto espressivo ma in alcune panoramiche non si è profuso in dettagli, ed è lì
che la colorazione gli viene in aiuto integrando i disegni. Peccato che su
delle tavole così belle e vivaci siano apposti dei balloon digitali che
risaltano da tanto sono squadrati e artefatti.
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