lunedì 8 giugno 2020

Canon Fodder

Questo è il miglior fumetto di Mark Millar che abbia mai letto. Bella forza, direte voi, con le banalità o le infami minchiate che lo sceneggiatore ci ha propinato in tutti questi anni. Ma al di là dei paragoni con le altre sue opere, Canon Fodder è un fumetto divertente e ben costruito di suo.
Da quel poco che conosco Judge Dredd, immagino che questa sia una sua versione in salsa religiosa. Nel primo ciclo qui raccolto il protagonista non è esattamente sotto i riflettori (forse la saga precede l’intervento di Millar?) ma condivide la scena con il dottor Watson, che lo coinvolge nella sua ricerca dell’anima di Sherlock Holmes e del suo nemico Moriarty, suicidatisi insieme (sottintendendo forse anche una relazione omosessuale?) per andare in paradiso ad ammazzare Dio! Ai due si unisce anche Mycroft Holmes, fratello di Sherlock che viene reso come un Joker all’ennesima potenza.
Nel mentre le anime e i corpi dei defunti tornano dalla tomba a causa dell’Apocalisse: la sceneggiatura è zeppa di prolessi e analessi e quindi non ho capito se questa Fine dei Giorni è causata dall’assassinio di Dio (Sherlock Holmes e Moriarty non sono le uniche forze in gioco…) o se invece ne è la causa, o ancora se non c’entri niente. Ma chi se ne frega: la storia è spassosa e piacevolmente iconoclasta. Le uniche due critiche che potrei muovere alla storia in realtà non reggono: la lettura in volume si conclude abbastanza in fretta, ma posso immaginare quanto sia stato appagante per i lettori di 2000 A.D. vederla finire in sole sette puntate; non ha senso poi lamentarsi dell’uso del deus ex machina finale, perché è esattamente quello che doveva succedere per risolvere la situazione.
Forse con una certa tendenza a strafare, Millar esce trionfante dal banco di prova in cui si vede la stoffa di una sceneggiatore, ovvero le storie di sei pagine (altro che decompressione!) inoltre i disegni (e i colori) di Chris Weston sono stupendi, anche nel suo caso il meglio che ricordo di avergli visto produrre. D’altra parte all’epoca i due autori erano a inizio carriera o poco più, quindi è logico che ci tenessero a fare la più bella figura possibile. Nel volume non viene indicata nessuna data di pubblicazione originale, ma Weston ha datato la copertina ’92 quindi era sicuramente uno dei loro primi lavori.
Il secondo ciclo qui raccolto non è scritto da Millar ma da tal Kek-W. Non ho colto però differenze di sorta nello stile e nello spirito generale. Stavolta (anche a seguito degli eventi della puntata precedente) il curato Fodder è colto da dubbi di fede che si inaspriscono quando “inavvertitamente” causa l’eccidio di alcune suore tenute in ostaggio. Viene pertanto sottoposto alle cure poco ortodosse del redivivo (l’Apocalisse, ricordate?) Sigmund Freud, mentre dal suo passato torna uno dei quattro appartenenti alla Pattugli dei Preti, il Diacono Blue. Il terzetto si imbarca in una missione all’interno dell’inconscio collettivo dell’umanità, devastato dagli accadimenti del XX secolo, ma non tutto è come sembra e dopo la metà di questo ciclo di otto episodi Fodder si trova a dover far parte di una task force insieme ad Einstein, Tesla e Wilhelm Reich per distruggere la materia oscura che ha invaso le coscienze umane. A quanto pare sarà una missione suicida per lui.
In estrema sintesi questo è quello che succede nella seconda metà dell’albo, che però è un florilegio di trovate e situazioni pazze e strampalate. Anche qui come nel caso di Millar ci sono (o credo che ci siano) dei riferimenti alla cultura popolare britannica che non ho colto, abbondantemente controbilanciati da altri corrosivi siparietti comici (come l’invidia di Freud verso Jung) accessibili a chiunque. La parte grafica asseconda l’esplosione creativa di quella testuale e Weston, dettagliatissimo ed espressivo, realizza delle tavole oniriche e spettacolari. Mi è sembrato che questo secondo ciclo sia stampato un po’ peggio rispetto al primo, e d’altra parte il passaggio dal formato rivista a un incongruo comic book si nota, con quegli spazi bianchi in alto e in basso. Niente di drammatico, comunque.
Canon Fodder non è certo un fumetto epocale, né sicuramente ambiva a esserlo: vuole solo divertire senza prendersi troppo sul serio (magari sbeffeggiando un po’ religione e autorità), e ci riesce alla perfezione. E i disegni sono meravigliosi.

4 commenti:

  1. Cavolo, voglio questo trash-cult!
    Ma si trova in edicola?

    Moz-

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  2. Mi sembra ci siano echi del romanzo La soluzione sette per cento di Nicholas Meyer tradotto al cinema da Herbert Ross. Un apocrifo con Holmes. Io vidi il film da bimbo e poi molto dopo lessi il romanzo. Watson preoccupato dalla dipendenza da cocaina di Holmes, colla complicità di Mycroft, porta il detective a Vienna perchè sia visitato da Freud. Nel film - mi pare che nel romanzo non sia così - Freud scopre che Moriarty era l'amante del padre di Sherlock e precettore di matematica di un -non-ancora-così-brillante Sherlock che aveva difficoltà col calcolo differenziale. Papa' Holmes aveva scoperto mamma Holmes a letto con il precettore e aveva fatto fuoco davanti a Sherlock uccidendone la madra, ma non Moriarty. Il bimbo aveva quindi cucito addosso al suo sensei una fantasia che ne faceva il Napoleone del crimine. Il libro di Meyer è stato il primo dei pastiches che hanno contrapposto gli inquilini di Baker Street a Jack the Ripper o altri personaggi storici e del mito. Millar e co probabilmente conoscono il materiale ed immagino che lo abbiano preso a modello. Tracce del Moriarty di Meyer sono anche nella Lega dei Gentiluomini Straordinari di Moore.

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