lunedì 29 giugno 2020

Il Morto 43: Elezione Manipolata

Giunto in un paesino, Peg trova una traccia importante del proprio passato: un vecchio commilitone è candidato sindaco e potrebbe aiutarlo a schiudere le porte della sua memoria. In realtà Gonni non è affatto entusiasta di rivederlo, perché a suo tempo il maggiore Peg aveva involontariamente intralciato il suo traffico di armi in Africa.
Nel mentre un paesano curiosa nelle attività della ditta GiGi di Gonni e viene fatto fuori: visto che in paese conoscono tutti, i carabinieri pensano bene di fermare Peg con l’accusa di omicidio perché è l’unico volto sconosciuto! Ritratti inizialmente e per molte pagine come dei fessi, i carabinieri si rifaranno alla fine della storia. In ogni caso Peg rischia di finire in galera e pertanto si fa assegnare un avvocato che, guarda caso, è l’altra candidata sindaco del paese. Non immune al suo fascino, qualcuno cerca di incastrarla mettendole della droga in casa: Peg si trova così coinvolto nella guerra tra gli aspiranti sindaci e scopre l’attività criminale del Gonni, che non ha perso il vizio del traffico di armi. Proprio grazie ai flash di memoria che gli accendono ogni tanto le visioni di vecchie conoscenze riuscirà a risalire al vero assassino. Ma Gonni ha le spalle ben coperte, come dice più volte, introducendo così indirettamente una figura che scenderà in campo nel prossimo episodio.
Elezione Manipolata è una piacevole storia movimentata condita con abbondanti tocchi di ironia. Per il lettore di lungo corso è poi appagante vedere un po’ di luce sul passato del protagonista, anche se l’effettiva incisività degli incontri di questo numero sarà confermata solo nelle prossime puntate. Per il momento abbiamo conferma che la tuta del Morto è impermeabile. Da segnalare che per la prima volta (o almeno così ricordo) Ruvo Giovacca non è l’unico autore dei testi ma ha scritto questo episodio insieme a Luca Telloli.
I disegni della collaudata coppia Conforti-Francesconi mi sono sembrati meno efficaci del solito: l’inchiostrazione è più modulata e vivace, però i primi piani (e in generali i volti) hanno un che di geometrico e “roccioso” che li rende poco espressivi.
In appendice l’adattamento a fumetti del racconto Il Vampiro di Jan Neruda a opera di Riccardo Pesce e Alfonso Elia. La storia si fa leggere, i disegni si segnalano per gli intensi chiaroscuri, molto evocativi, con cui Elia riesce e sopperire a qualche imprecisione anatomica.
Per celebrare il decennale dell’uscita in edicola, questo numero de Il Morto è disponibile anche con due variant cover diverse disegnate da Manlio Truscia, ordinabili sul sito della Menhir.

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