domenica 15 novembre 2020

Historica 97 - Caterina de' Medici 1: Da Firenze a Parigi

Ingoiato il rospo, ho finito di leggere questa nuova “Regina di Sangue”. L’inizio promette benissimo, si comincia in medias res con il Sacco di Roma, un contesto che Gomez conosce alla perfezione visti tutti gli episodi di Dago ambientati in quell’ambito. Ma poi la scena si sposta a Firenze per raccontare le origini della protagonista e vi ho ravvisato gli stessi difetti delle altre produzioni firmate Mogavino & Delalande. I personaggi parlano in modo un po’ artefatto (e retorico) in preda all’ansia di spiegare quello che succede, i loro sentimenti e in generale tutti i retroscena della storia. Qualora non fosse sufficiente, balloon di pensiero forniscono ulteriori dettagli del quadro generale in cui si muovono. Anche se l’impressione è quella di una certa innaturale ingessatura, non è che questo taglio sia di per sé “sbagliato”, solo che gli sceneggiatori non mantengono costante lo stile, adottando ogni tanto soluzioni più moderne o ricorrendo raramente anche all’umorismo: così si spezza l’equilibrio e il lettore può rimanere un po’ perplesso. Confesso poi che la sequenza a cavallo delle pagine 57 e 58 non l’ho capita e non comprendo a quale reazione fa riferimento Caterina con le sue dame di compagnia. Interessante comunque la testimonianza di come la rozza corte francese trasse beneficio dalla presenza di Caterina e dalle innovazioni della cucina e della profumeria italiane.

Nel primo dei due episodi qui raccolti assistiamo alla travagliata infanzia e alla tormentata giovinezza di Caterina de’ Medici, rinchiusa in uno spaventoso convento dopo una delle periodiche sollevazioni popolari fiorentine: come di consueto in questi casi, i deposti tornano presto a governare e quindi Caterina, liberata, cresce e diventa merce di scambio con cui i Medici (in particolare lo zio papa Clemente VII) possono creare una testa di ponte con la corte francese di Francesco I. Lei è perfettamente consapevole di questi giochi di potere e acconsente di buon grado in attesa che arrivi il suo momento, che però probabilmente non arriverà mai: è stata infatti data in sposa a Enrico II, figlio cadetto di Francesco I che quindi verrà succeduto dal primogenito Francesco. Se non fosse che quest’ultimo muore prematuramente spianando la strada del trono a Enrico e quindi anche a Caterina!

In realtà, esattamente come nei volumi dedicati a Eleonora, la protagonista non è sempre sotto i riflettori ed è quasi solo una scusa per ricostruire una storia molto più ampia con comparsate e citazioni eccellenti come quelle di Michelangelo Buonarroti e Niccolò Machiavelli.

Il secondo capitolo (di cui, ricordo, è presentata solo la prima metà) inizia con un flashforward vertiginoso nel 1589, quando una Caterina ormai anziana è preda di incubi e perciò ricorre all’occultismo (con qualche contrappunto dato da commenti clericali) per venire a capo dei simbolismi che popolano le sue notti, ripercorrendo così la sua vita dal 1559 fino alla morte del consorte Enrico II profetizzata da Nostradamus, che è uno dei vari personaggi storici di contorno. Siamo arrivati quindi a un punto di svolta, all’apice della “carriera” di Caterina che da adesso in poi governerà la Francia pure se per interposta persona dei suoi figli; solo dalla lettura del prossimo volume sapremo se il ritmo narrativo originale è stato spezzato o no.

Ai disegni Carlos Gomez (colorato da José Luis Rio) fa un lavoro eccellente, facendo recitare meravigliosamente i suoi personaggi e riempiendo le tavole di dettagli. Però ne ha messi anche troppi e per godersi appieno le vignette bisogna guardarle con la lente d’ingrandimento. Probabilmente, come si evince dal “making of” in appendice al volume, ciò è dovuto all’uso del computer con cui ha integrato le tavole di partenza di altri disegni dettagliatissimi realizzati a parte.

Appuntamento a chissà quando con il seguito, quindi.

2 commenti:

  1. Personalmente trovo davvero difficile poter apprezzare i disegni di Gomez sotto a una colorazione così pesante.

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    1. In bianco e nero è un'altra cosa, da lì non si scappa, però Rio non mi è sembrato così coprente come nei primi episodi dell'altra regina. Sarà che ormai ci ho fatto l'occhio.

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