mercoledì 15 febbraio 2023

Il Morto 55: Una vita di seconda mano

Grazie a qualche passaggio di camionisti Peg giunge nella cittadina di Roccanera, poco dopo il più classico degli scambi con cui il protagonista si ritrova con il giubbotto di un altro, carico di spinelli che gli daranno noie con le forze dell’ordine locali impedendogli di ripartire come stabilito.

I documenti nel nuovo giubbotto lo identificano come Massimo Zanardi (non sarà l’unico omaggio ad Andrea Pazienza dell’albo), un figuro losco che risiedeva in paese ed evidentemente gli assomigliava visto che in molti credono che sia effettivamente lui. Tra questi c’è anche una furiosa ex-moglie che pretende gli alimenti e il maltolto che “Max” le avrebbe sottratto. Visto che Peg è affetto da amnesia e potrebbe aver veramente abitato a Roccanera sotto falso nome, la situazione assume degli appassionanti contorni da thriller in cui il lettore viene calato molto bene in quest’atmosfera quasi trasognata in cui non si capisce se i paesani siano sinceri o ci sia qualcos’altro sotto. Tra gli altri, spicca la prosperosa amante di “Max”, vedova da poco.

A onor del vero, ricordo di aver visto un film americano con un canovaccio simile, ma in realtà chissà quante altre opere dell’ingegno ruotano attorno a un soggetto simile. Ruvo Giovacca è stato senz’altro bravo a incuriosire il lettore e a introdurre con calcolata maestria i vari tasselli della storia (a Roccanera c’è solo una fonderia, la rosticceria del paese prospera, gli operai vengono tutti da un paese musulmano, l’ingegnere sposato con la vedova non ha lasciato spoglie mortali da riconoscere…), storia che alla fine si scoprirà ruotare attorno a un complotto spionistico internazionale, anche piuttosto complicato.

Di per sé Una vita di seconda mano è un albo prettamente autoconclusivo (alleluia!) però presenta un incipit e un finale che introducono nuovi elementi che probabilmente saranno sviluppati prossimamente. Più che per l’azione si segnala come detto per l’atmosfera, ma non mancano alcuni piacevoli dialoghi taglienti – pochi ma efficacissimi.

Le matite sono state realizzate dalla new entry Claudio Delia col redivivo Guglielmo Castelli, ovviamente inchiostrati da Vasco Gioachini e ulteriormente elaborati dallo Studio Telloli. Il risultato è veramente molto buono, con una particolare cura per le fisionomie e le posture dei personaggi.

In appendice la storia breve Virus, soggetto suggestivo ma un po’ estemporaneo di Ruvo Giovacca reso molto bene col segno netto e contrastato di Angelo Feltrin e Riccardo Bandiera.

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