La trama è principalmente un pretesto per mostrare scorci d’Europa e raccontarne sinteticamente alcuni fatti storici interessanti, o mostrarne certi aspetti curiosi, ma la struttura da buddy movie è originale (anche se magari già usata in un’infinità di storie di Batman che non conosco) e funziona molto bene. L’identità del nemico nell’ombra è stata una sorpresa, almeno per me che non conosco molto la cosmologia di Batman, e lo sviluppo della trama giustifica l’assurdità dell’impianto di base, cioè il fatto che si possano infettare sia il computer di Batman che lo stesso protagonista e il bizzarro metodo con cui lui e Joker potranno guarire.
Ognuno dei quattro capitoli segue una struttura con un flashforward iniziale che alla lunga diventa ripetitiva ma immagino che con una pubblicazione mensile la cosa pesasse di meno.
I disegni sono stati realizzati da autori diversi partendo dai layout di Giuseppe Camuncoli. La prima storia vede all’opera nientemeno che il divo Jim Lee, il cui tratto ipertrofico e un po’ pacchiano può piacere o no. I colori di Alex Sinclair virano sull’artsy che sarà la costante anche degli altri episodi pur se non sarà lui a colorarli. Il secondo è opera interamente di Camuncoli che fa un lavoro egregio proprio con i colori, mentre Diego Latorre che disegna il terzo si limita a elaborare fotografie modificandole con fuori registro e altri effettacci che vorrebbero simulare il delirio febbrile dei protagonisti ma alla fine rendono le tavole fastidiose e poco leggibili. Ottimo il lavoro finale di Gerald Parel con delle belle tempere digitali ma anche volti e corpi dinamici ed espressivi.
Batman: Europa non manca di dialoghi divertenti (e vorrei ben vedere, con Casali e Azzarello al timone) ma forse si legge troppo rapidamente e soprattutto paga lo scotto di uno di quei finali che il lettore non deve tanto interpretare quanto proprio immaginare da solo. Forse è un elseworld o un omaggio a Killing Joke? Boh, peccato comunque.
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