mercoledì 20 dicembre 2023

Torpedo 1972: Un Uomo chiamato Mammola

Torpedo viene coinvolto da un tizio chiamato Mammola (Capullo in originale) in un colpo facile facile: si tratta di rapinare quattro riccastri che giocano a poker, avvicinabili grazie a Mona, la ragazza di Mammola che ha concupito uno dei vegliardi. Niente sangue, niente morti, niente nomi… ma le cose non vanno come previsto (pare che Mona, forse innocentemente, abbia remato contro) e quello che doveva essere un lavoretto tranquillo e fruttuoso si trasforma in una carneficina contrappuntata da battute taglienti e situazioni grottesche.

La violenza tocca il parossismo e le due coppie di soci adesso rivali (sempre a causa della ragazza), Torpedo e Rascal da una parte contro Mammola e il suo socio Talpa dall’altra, finiscono per concludere i loro battibecchi armati in una chiesa. Tra dialoghi esilaranti e sequenze cattivissime e sopra le righe, mi pare che questo nuovo volume del Torpedo “moderno” sia addirittura migliore del precedente, che già era molto buono.

Ai disegni Leandro Fernández, che non è parente di Lito, riprende sia la lezione di Risso che quella di Jordi Bernet. È un’affermazione azzardata, lo so, ma secondo me ha dato una prova addirittura migliore di quelle di Risso, avendo le sue tavole molto più corpo e più dettagli. I colori smorti di Héctor Marper sembrerebbero remargli un po’ contro, ma su carta patinata avrebbero fatto tutto un altro effetto.

Come di consueto, il volume è integrato da un’introduzione (stavolta a firma Antoni Guiral) e da un’appendice di 10 pagine si schizzi, studi e riproduzioni rimpicciolite di tavole in bianco e nero. Non sono convinto che siano tanto irrinunciabili da far pagare il volume una ventina di euro, tanto più che il formato non è nemmeno molto grande. Ma questo è quello che propone il mercato, prendere o lasciare.

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