L’intento di Peter Milligan è quello di stigmatizzare la società dell’immagine e le derive woke, magari tirando qualche stoccatina alle convenzioni dei fumetti (vedi l’uso delle didascalie). Ma oltre al fatto che questi suoi bersagli li aveva già colpiti meglio altrove, Unsocial Media manca di mordente, forse perché dichiaratamente non si prende troppo sul serio o forse perché ci sono troppi personaggi in campo (le pagine a fumetti sono solo 100) e inevitabilmente le potenzialità di alcuni non vengono sviluppate. E così tra spunti interessanti subito abortiti e un’interpretazione dei poteri in campo che si piega alle necessità della trama (da quando Zeitgeist può ipnotizzare la gente?) ci vuole un deus ex machina (anzi ex mortis) per arrivare al finale, comunque affrettato. Non che si tratti di un brutto fumetto, soprattutto se paragonato a quello che esce adesso, ma si legge e si dimentica in fretta.
Validi come al solito i disegni di Mike Allred opportunamente colorati dalla moglie Laura.
Ex morte, ablativo :D
RispondiElimina...ma così si perde la citazione del giochino in Flash (che conoscerò solo io) ;)
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