domenica 24 dicembre 2023

X-Cellent volume 2: Unsocial Media


A conclusione dello scorso ciclo, Zeitgeist è tornato in vita e ha rubato un libro di incantesimi al Dottor Strange. Il suo piano si svela in questo volume: vuole diventare una divinità e per farlo compie azioni spettacolari che gli valgono badilate di follower sui social media. X-Statix risponde cavalcando a sua volta la strada della spettacolarizzazione, tra finti amorazzi tra i suoi componenti e la morte simulata di uno dei loro. Zeitgeist risponde impossessandosi di un marchingegno dall’aspetto alquanto demodé che gli dà accesso a tutte le comunicazioni: così può ricattare X-Statix scoprendo gli scheletri nell’armadio del gruppo.

L’intento di Peter Milligan è quello di stigmatizzare la società dell’immagine e le derive woke, magari tirando qualche stoccatina alle convenzioni dei fumetti (vedi l’uso delle didascalie). Ma oltre al fatto che questi suoi bersagli li aveva già colpiti meglio altrove, Unsocial Media manca di mordente, forse perché dichiaratamente non si prende troppo sul serio o forse perché ci sono troppi personaggi in campo (le pagine a fumetti sono solo 100) e inevitabilmente le potenzialità di alcuni non vengono sviluppate. E così tra spunti interessanti subito abortiti e un’interpretazione dei poteri in campo che si piega alle necessità della trama (da quando Zeitgeist può ipnotizzare la gente?) ci vuole un deus ex machina (anzi ex mortis) per arrivare al finale, comunque affrettato. Non che si tratti di un brutto fumetto, soprattutto se paragonato a quello che esce adesso, ma si legge e si dimentica in fretta.

Validi come al solito i disegni di Mike Allred opportunamente colorati dalla moglie Laura.

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