Un pugno di perle è sin troppo edificante ma piacevole.
Piacevole anche Lame incrociate, per quanto stereotipato.
Otto giorni su una zattera è tratto da Mark Twain e mal si adatta a una trasposizione a fumetti.
I corsari del Rio Grande del Sud ha come protagonista nientemeno che Giuseppe Garibaldi nelle poco conosciute vesti di corsaro. Molto interessante ma proprio per questo avrebbe meritato un maggiore approfondimento e più spazio senza comprimere così tanto la vicenda (ed è pure il fumetto più lungo, serializzato all’epoca su due numeri de Il Giornalino).
Una discesa nel Maelström è tratto da Poe e beneficia della spettacolare resa del mare di Caprioli.
Capitan Gambadilegno è una celebrazione della Società Marittima Tedesca di Salvataggio e forse è il pezzo migliore. L’argomento è interessante, i personaggi ben tratteggiati e il taglio è abbastanza moderno.
Niente male anche Il mozzo del Sant’Elia, originale e ben documentato ma con un finale troppo edificante per essere preso sul serio.
Allarme a Block Island fu forse ispirato a un fatto di cronaca e narra del salvataggio di un bambino e di un’adolescente in mare. Ahinoi, si respira un po’ l’atmosfera dei «fumetti della realtà» del Corriere dei Ragazzi.
Anche Balene d’assalto potrebbe essere stato ispirato dalla cronaca di quegli anni e anche questo è più che altro un resoconto: vede il salvataggio di una famiglia e di un loro amico sperduti in mare dopo l’inspiegabile attacco di un branco di balene.
La seconda parte del volume ospita una corposa ma incompiuta Storia della Navigazione iniziata su Il Vittorioso nel 1967 e dalla vita editoriale travagliata. Dopo la pubblicazione serrata delle prime 28 tavole, nel 1968 le successive 16 vennero pubblicate in maniera molto rarefatta e addirittura le ultime 28 hanno visto la luce solo nel 2016 grazie a un volume edito da Passenger Press su cui si è basata questa edizione che ne riprende il titolo – in origine l’operazione si intitolava Con Franco Caprioli nell’avventura del mare. Il fumetto è molto presente anche qui, ma subordinato alla natura enciclopedica dell’opera. Sia questo approccio che la natura un po’ sincopata del lavoro (che salta da una argomento all’altro e a volte torna un po’ indietro nel tempo per approfondire certi dettagli) rendono l’opera un po’ ostica da leggere. Inoltre le tavole rimaste inedite presentano come lettering quello elaborato da Caprioli solamente a matita, che così tende a essere evanescente soprattutto nelle vignette a colori. La lettura vale comunque tutto lo sforzo, sia per le nozioni non banali che Caprioli vi profuse sia ovviamente per la contestualizzazione dei suoi splendidi disegni. Dalla preistoria («Quando il mare era mistero e paura») il progetto arrivò solo sino alla morte di Cristoforo Colombo.
La cura è quella consueta profusa da Nicola Pesce Editore (a introdurre il volume c’è un testo di David Padovani) e la possibilità di partire dalle tavole originali ha permesso una buona qualità di stampa. Addirittura, nella terza vignetta di pagina 27 si vedono degli appunti a matita (alcuni sembrano più dei ghirigori, a dire il vero) mentre a pagina 29 è evidente la pecetta con cui venne apposta la parola «cacicco» in un balloon. La carta non è patinata ma questo è lo standard dell’editore e ormai mi sono rassegnato. In fondo anche questo contribuisce al fascino vintage di questi volumi.
25 euro per un volume di queste dimensioni e di questa qualità grafica mi sembrano un buon prezzo.
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