lunedì 30 aprile 2018

Injection Volume 3

Dopo il buon exploit del secondo volume, con questa nuova uscita torniamo ai livelli del primo. Anzi, addirittura più in basso.
Stavolta la protagonista è la superhacker Brigid Roth. In Cornovaglia è stato rinvenuto un sito megalitico con annesso cadavere scarnificato incatenato a un pilastro e per vederci chiaro Maria Kilbridge manda sul luogo proprio lei, visto che il sito opera come un rilevatore di particelle cosmiche. Con un misto di iperteconologia e di conoscenze esoteriche (più che altro folkloristiche) Brigid verrà a capo di quello che, letteralmente, c’è sotto. Nel mentre Robin Morel, ormai irreggimentato nel suo ruolo di mago istituzionale, pare voler remare contro l’FPI.
L’Inoculazione si manifesta banalmente in una maniera e in un contesto culturale già trattati nel primo volume, ma quello che delude di più è l’estrema linearità del racconto, che finisce per risultare scontato e prevedibilissimo, con personaggi stereotipati (si salva un po’ solo Emma Beaufort) e nessun colpo di scena che sia tale. I dialoghi non sembrano nemmeno scritti da Warren Ellis, ma da uno che cerca di imitarne lo stile fallendo miseramente e risultando forzato e fastidioso. Qualche volgarità gratuita à la Garth Ennis e del citazionismo spicciolo sviliscono ancora di più il quadro complessivo dei testi.
I disegni scialbi di Declan Shalvey non bastano certo a risollevare il tutto, tanto meno se anche i colori di Jordie Bellaire contribuiscono ad appiattirli e se la stampa è quella che è.
Il primo volume era confuso e frammentario, ma probabilmente era meglio di questo encefalogramma desolatamente piatto. Non è da escludersi però che con il prossimo volume Ellis riesca a tirare fuori una nuova chicca.

8 commenti:

  1. Immagino KJGF C VASLDJMASV òlkmclaksfc avlksjàlsjvf asòvklfdjmvl asòkasv avs fosse una formula per evocare un fumetto migliore e mi pare che sia il modo giusto di rivolgersi ad Ellis che, come i suoi colleghi Moore e Morrison, professa un interesse per la magia. Io sono mezzo brianzolo e ci ho messo due estati per decrittare il senso degli appunti di mia nonna su di un libriccino in cui segnava i debiti dal prestinaio ( emporio in milanese ndr ) quindi trovo difficile tutta questa roba sciamanica lovacraftica, ma invidio la tua conoscenza esoterica.

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    1. Macché caro Graziano (a proposito: c'è qualcuno che si spaccia per te con il nick ORIGA Studio che ho letto in qualche commento in giro per blog), è Blogger che mi tira numeri ormai da anni: ad esempio se pubblico un post così come l'ho copiaincollato mi mette di default una riga vuota sotto il titolo, quindi devo passare per la versione html e correggere, anche perché mi cambia la giustificazione e non me lo mette "in riga".
      Discorso simile per le lettere a cazzo che metto sotto i post: a volte Blogger mi mette l'ultimo capoverso di un post non giustificato e con un carattere diverso dal resto, così mangiata la foglia metto righe di testo a caso alla fine del file Word di partenza per poi cancellarlo. Per un esteta come me è importante - sapendoti apprezzatore di Templesmith posso tenerti un breve corso su cosa sia un esteta. Anzi no, mi sa che sarebbe un po' troppo lungo.

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    2. Io gli articoli li scrivo in semplice formato txt (usando il programma gratuito EditPad Lite) e così quando li incollo su Blogger non ci sono sorprese. Ovviamente la formattazione del testo (corsivi, grassetti, link, ecc.) va fatta dopo, ma tutto sommato mi trovo bene.

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    3. Anche gli amici con cui ero testè a cena mi hanno suggerito di passare prima da NotePad e non da Word per copiaincollare i testi.
      Comunque una volta che sai dell'esistenza del problema è facile correggerlo.

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  2. Non tanto Ben Templesmith, in questi giorni di estate in anticipo, quanto il Rurik Tyler di Biker Mice from Mars e lo Ernie Colon di Mighty Mouse. Sto rivalutando lo spicchio di anni novanta spazzati sotto il tappeto.

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    1. Da quel poco che ho visto di Ernie Colon non mi pare che fosse poi così male.

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  3. Era un artigiano eclettico. Pensa alla sintesi di Damage Control ed alla deriva sketchy del Dreadstar della Bravura. Oggi credo non disegni più. Peccato perchè era il passo successivo probabilmente sarebbe stato sperimentare alla Templesmith.

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    1. Io lo ricordo solo per una versione a fumetti di non so che scandalo americano - forse qualcosa sull'11 settembre e poco altro, forse aveva disegnato qualcosa per la Paradox.

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