venerdì 12 novembre 2021

Tante Storie di Ruolo

Ho scoperto questa rivista amatoriale con colpevole ritardo e per puro caso, alla conferenza su Sine Requie dell’Hotel San Luca; Amos Pons avrebbe potuto promuoverla un po’ meglio, accidenti.

Il primo numero risale infatti ancora al 2019 e al momento ne sono usciti tre. Come si può intuire dall’acronimo, Tante Storie di Ruolo è dedicata ai giochi vintage e presenta interviste, avventure e articoli a tema. Un po’ come la vecchia DM Magazine che però era virtuale ed eventualmente stampabile on demand (o forse era solo digitale?).

La foliazione della rivista è variabile, e quindi anche il prezzo, così come la qualità della carta e persino il tipo di rilegatura: il secondo numero, almeno la copia che ho io, è spillato ma il dorso è così schiacciato da sembrare brossurato (se non sbaglio anche un libro delle Edizioni Topolin, forse proprio il famigerato Psychopatia Sexualis, aveva questa particolarità).

Il piatto forte per me sono le interviste alle varie autorità del settore, italiane e internazionali, ma su TSR ci sono anche avventure e articoli di vario genere, con tanto di rubriche fisse: Moreno Pedrinzani scrive delle gustose recensioni retrodatate fingendo che i prodotti, dei classici del settore, siano recensiti in contemporanea con la loro uscita (beh, quella di Dungeon Crawl Classics più o meno lo è), Luca Volpino compila in ogni numero un interessante elenco di vari oggetti magici tratti dal folklore mondiale, ovviamente “tradotti” in termini di D&D – un po’ quello che faceva la Mayfair Games con la collana dei Fantastic Treasures, ma qui molto più approfonditi.

Per quel che riguarda le avventure, ovviamente i gusti del singolo lettore possono decretarne un maggiore o minore interesse, ma da quello che ho visto vige una buona originalità, che è la cosa più importante.

Come nel caso di DM Magazine, anche qui viene proposta in ogni numero una foto o una pubblicità tratta da una fonte vintage più o meno rara per rievocare gli anni ’70 (o ’80, a seconda dei casi).

Avendo ben tre arretrati da smaltire non ho ancora finito di leggere tutti e tre i numeri usciti, ma per il momento devo dire che mi sono sentito piuttosto vecchio a leggere tutti quei riferimenti a giochi di ruolo moderni che si giocherebbero senza Master, di cui non ero affatto a conoscenza.

Unica nota negativa: noto con dispiacere che la diceria secondo cui I Signori del Caos sarebbe una rimasticatura di Advanced D&D è defluita anche qui da Wikipedia, che sicuramente a sua volta l’ha ripresa da Ciro Alessandro Sacco. Ciro è una personalità fondamentale del panorama ludico italiano (tra le altre cose creò e diresse Rune e poi ideò DM Magazine a cui collaborai anch’io) e veramente non mi capacito di come possa aver tratto quelle conclusioni. Forse ha perso una scommessa e per questo quando parla de I Signore del Caos è costretto a dire questa cosa (per un numero limitato di anni, spero), forse lo ha detto sotto la minaccia delle armi o al contrario a fronte di una lauta bustarella, forse era un po’ alticcio quando lesse il gioco di ruolo della BlackOut, forse lo hanno ipnotizzato confondendogli le idee, forse una zingara lo ha maledetto costringendolo a parlare de I Signori del Caos solo in quei termini, forse semplicemente era in pessimi rapporti con gli autori (o forse ottimi e furono loro a chiedergli di dirlo per avere l’aggancio col gdr più famoso): prendete le regole de I Signori del Caos e confrontatele con i Players Handbook e Dungeon Masters Guide della Prima Edizione e giudicate voi. Magari giungerete alle stesse conclusioni di Ciro e sono io a non aver colto le soverchianti similitudini.

Tornando a TSR, in definitiva è un’iniziativa veramente piacevole per i fan della vecchia guardia, di cui spero di vedere ancora altri numeri e magari la periodicità mensile (!) avanzata nell’editoriale del secondo numero qualora avesse il giusto successo.

Nessun commento:

Posta un commento