mercoledì 3 novembre 2021

Graziella - Logbook

La collana Finestrini di MalEdizioni continua a riservare piacevoli sorprese. Sebbene non presente alla Self Area di Lucca come editrice, era comunque tra le tante proposte acquistabili nell’area vendite dello Spazio Agorà.

Ho strabuzzato gli occhi nel vedere le tavole delicatamente colorate di Graziella: non poteva essere lo stesso Luca Genovese che ricordavo per alcune produzioni indipendenti di secoli fa e per certi (per fortuna rarissimi) fumetti che erano approdati nientemeno che su Lanciostory. Questo libricino è infatti disegnato benissimo, ma dalla stringata biografia in quarta di copertina mi pare di evincere che sia proprio lo stesso Genovese, anche se gli editori con cui ha collaborato non vengono citati.

Graziella, uscito a maggio 2021 è la storia di un “incidente” che coinvolge un ragazzo e l’amica che porta in giro con la sua bicicletta – se il titolo sia un riferimento al nome della ragazza o al modello di bici sta al lettore deciderlo. Ruzzolati su un prato, cominciano a sfiorarsi e ad accarezzarsi fino all’apoteosi finale. Il tutto viene disegnato con grandissima classe, senza mai mostrare interamente i volti dei protagonisti ma concentrandosi con maestria sui dettagli che ci fanno capire la loro giovane età (i brufoli) e la loro imbarazzata tensione (il gioco delle bocche e delle mani). I disegni coniugano una narrazione perfetta con una qualità estetica elevata: non si può veramente chiedere di più. L’erotismo messo in scena da Genovese è molto delicato e mai esplicito, condito di feticismo per piedi e calze. Alla fine c’è persino una sequenza che potrebbe sottintendere che forse quell’“incidente” non è stato poi così casuale, o che almeno non tutto il male viene per nuocere.

Logbook (novembre 2019) è invece una storia con derive fantastiche. In quarta di copertina viene presentata come una storia che «racconta l’angosciosa esperienza della perdita», e già temevo una lunga metafora come Dad – bella, sì, ma l’avevo già letta e da poco. In realtà questo fumetto può anche essere letto e goduto tranquillamente al primo livello senza sovrastrutture. La protagonista vive con la madre (credo) in una casa in mezzo al mare, da cui monitorano le acque che periodicamente rigettano delle misteriose inflorescenze simili a palloni bianchi con una specie di picciolo in cima. Questo perché il padre (credo) si è trasformato in un’ombra nera urticante che si ingrandisce sempre di più, e i semi luminosi dei palloni marini possono rischiarare l’oscurità restituendogli momentaneamente le sue fattezze. Ma a quanto pare cominciano a non bastare e l’oscurità si fa sempre più spazio nella vita della protagonista, sino a un finale non certo consolatorio – o forse sì, a seconda di come lo si interpreta.

Terhi Ekebom disegna con le matite colorate che danno una sensazione di evanescenza alle sue figure, la cui semplificazione anatomica è anche giustificata se inseriamo il fumetto nel contesto della fiaba. A differenza di altri prodotti della collana, tra cui il succitato Graziella, Logbook è un fumetto “parlato” e i balloon sono stati letterati a mano. Un ulteriore tocco di classe in un fumetto che vive di suggestioni ma che può anche essere goduto così com’è.

Nell’Area Self c’erano anche altri Finestrini, ma un po’ per scarso gradimento dei disegni e un po’ perché qualcuno lo ho già ordinato in fumetteria mi sono limitato a prendere solo questi due. Figuriamoci poi se all’Area Self facevano sconti per lisciare il pelo ai potenziali clienti – in compenso regalavano una stampa con ogni acquisto.

Io ho preso questa
Forse però avrei potuto rischiare…

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