Ormai i fumetti li compreranno quasi esclusivamente gli ultraquarantenni e giustamente anche la Cosmo cerca di capitalizzare sulla nostalgia. Ecco quindi questa ristampa «Facsimile Edition» di un fumetto non certo misconosciuto (anche se sicuramente meno noto dei pornetti) ma assai sfortunato all’epoca della sua prima uscita.
Il principe Fan vive felice sul pianeta AS11824 dove conduce un’esistenza da contadino arando i campi con l’ausilio di un triceratopo. La sua vecchia conoscenza Ganoor gli fa visita informandolo del fatto che il suo vecchio amico Vaxx di Terragiovane è in procinto di diventare presidente intergalattico, solo che parrebbe essere diventato un tiranno dispotico. Fan decide di indagare e parte alla volta di Terragiovane insieme all’androide Sancho rimesso in funzione per l’occasione: l’accoglienza che ricevono non è quella sperata e vengono catapultati nella foresta vergine del pianeta lasciando che siano i mostri del titolo a fare il lavoro sporco. Ma grazie alla sua intraprendenza e all’aiuto di Sancho Fan riesce e salvarsi e scopre che Vaxx ha pure rapito la figlia di Ganoor, Ginf (sì, la scelta dei nomi è abbastanza ridicola).
I testi di Rubino Ventura/Giuseppe Pederiali sono scoppiettanti, rispettosi dei topoi dell’avventura e dei limiti di una pubblicazione per ragazzi ma anche dotati di una certa originalità e ricchi di trovate ben congegnate per far procedere la storia. La fantascienza si mischia col fantasy e anche un po’ col western, e quando serve c’è un pizzico di umorismo.
Non sono mai stato un estimatore del Frollo erotico, che comunque non conosco approfonditamente. Qui però il suo tratto sinuoso che ogni tanto cede al caricaturale è perfetto per il tipo di storia: le sue tavole sono dinamiche ed espressive e soprattutto è riuscito a creare senza nemmeno ricorrere a troppi dettagli una fauna e una flora molto personali e ben caratterizzate, stesso discorso si può fare per le astronavi, gli edifici e gli abiti, che oggi potremmo considerare retrofuturisti. Poi magari nella posa di qualche primitivo si è “ispirato” a Zanotto, ma vabbè.
Inizialmente mi sono stupito di come una serie così appassionante si fosse rivelata un insuccesso da sole sei uscite, ma si era a cavallo tra 1978 e 1979: la televisione stava già lottizzando il tempo libero dei giovani lettori, e inoltre esistevano ancora un sacco di testate concorrenti tra cui scegliere.
A proposito del contesto storico (ma anche delle fonti di ispirazione di Fan), il volumetto si conclude con un lungo e scrupoloso approfondimento di Davide Barzi, che tra le altre cose riporta anche i redazionali che Pederiali curò per l’edizione originale di Fan. All’epoca in appendice c’erano anche I Briganti di Magnus, prevedibilmente assenti da questa edizione “facsimile” per ovvi motivi di copyright (almeno credo, Barzi rimanda a qualche numero precedente della Serie Verde, il quarto de Lo Sconosciuto, per le spiegazioni).
La qualità di stampa mi sembra quantomeno dignitosa per non dire buona, pur se il tipo di carta scelto rema contro una resa ottimale al 100%.
Sicuramente una collana a cui augurare tutto il successo possibile, sperando che non sia tale da indurre la Cosmo a editare in formato pocket anche i fumetti francobelgi.