martedì 30 gennaio 2024

Cosmo Serie Verde 81 - Fan 1: Nella foresta dei mostri

Ormai i fumetti li compreranno quasi esclusivamente gli ultraquarantenni e giustamente anche la Cosmo cerca di capitalizzare sulla nostalgia. Ecco quindi questa ristampa «Facsimile Edition» di un fumetto non certo misconosciuto (anche se sicuramente meno noto dei pornetti) ma assai sfortunato all’epoca della sua prima uscita.

Il principe Fan vive felice sul pianeta AS11824 dove conduce un’esistenza da contadino arando i campi con l’ausilio di un triceratopo. La sua vecchia conoscenza Ganoor gli fa visita informandolo del fatto che il suo vecchio amico Vaxx di Terragiovane è in procinto di diventare presidente intergalattico, solo che parrebbe essere diventato un tiranno dispotico. Fan decide di indagare e parte alla volta di Terragiovane insieme all’androide Sancho rimesso in funzione per l’occasione: l’accoglienza che ricevono non è quella sperata e vengono catapultati nella foresta vergine del pianeta lasciando che siano i mostri del titolo a fare il lavoro sporco. Ma grazie alla sua intraprendenza e all’aiuto di Sancho Fan riesce e salvarsi e scopre che Vaxx ha pure rapito la figlia di Ganoor, Ginf (sì, la scelta dei nomi è abbastanza ridicola).

I testi di Rubino Ventura/Giuseppe Pederiali sono scoppiettanti, rispettosi dei topoi dell’avventura e dei limiti di una pubblicazione per ragazzi ma anche dotati di una certa originalità e ricchi di trovate ben congegnate per far procedere la storia. La fantascienza si mischia col fantasy e anche un po’ col western, e quando serve c’è un pizzico di umorismo.

Non sono mai stato un estimatore del Frollo erotico, che comunque non conosco approfonditamente. Qui però il suo tratto sinuoso che ogni tanto cede al caricaturale è perfetto per il tipo di storia: le sue tavole sono dinamiche ed espressive e soprattutto è riuscito a creare senza nemmeno ricorrere a troppi dettagli una fauna e una flora molto personali e ben caratterizzate, stesso discorso si può fare per le astronavi, gli edifici e gli abiti, che oggi potremmo considerare retrofuturisti. Poi magari nella posa di qualche primitivo si è “ispirato” a Zanotto, ma vabbè.

Inizialmente mi sono stupito di come una serie così appassionante si fosse rivelata un insuccesso da sole sei uscite, ma si era a cavallo tra 1978 e 1979: la televisione stava già lottizzando il tempo libero dei giovani lettori, e inoltre esistevano ancora un sacco di testate concorrenti tra cui scegliere.

A proposito del contesto storico (ma anche delle fonti di ispirazione di Fan), il volumetto si conclude con un lungo e scrupoloso approfondimento di Davide Barzi, che tra le altre cose riporta anche i redazionali che Pederiali curò per l’edizione originale di Fan. All’epoca in appendice c’erano anche I Briganti di Magnus, prevedibilmente assenti da questa edizione “facsimile” per ovvi motivi di copyright (almeno credo, Barzi rimanda a qualche numero precedente della Serie Verde, il quarto de Lo Sconosciuto, per le spiegazioni).

La qualità di stampa mi sembra quantomeno dignitosa per non dire buona, pur se il tipo di carta scelto rema contro una resa ottimale al 100%.

Sicuramente una collana a cui augurare tutto il successo possibile, sperando che non sia tale da indurre la Cosmo a editare in formato pocket anche i fumetti francobelgi.

domenica 28 gennaio 2024

Asterix e l'Iris Bianco

Ho aspettato che uscisse in edizione economica brossurata per leggere questo nuovo episodio di Asterix che stando a un CaseMate di due mesi fa avrebbe venduto 530.000 copie la settimana della sua uscita.

Il meccanismo di partenza potrebbe ricordare quello di Asterix e la Zizzania, anche se di segno inverso: per scongiurare i continui ammutinamenti dei legionari Cesare accetta il consiglio di Vitiumvirtus di motivare le truppe col suo “pensiero positivo”, usandolo anche per fiaccare i Galli con lusinghe e frasi a effetto. Ovviamente si tratta di una satira di costume indirizzata ai manuali di autoaiuto e a santoni vari. Si susseguono quindi varie gag che mostrano come i Galli stiano effettivamente cedendo a questo buonismo New Age: a volte si ride di gusto, ma il meccanismo è un pochino ripetitivo. Ma a metà volume avviene un colpo di scena: Vitiumvirtus cambia strategia dopo essere stato affrontato da Asterix e approfittando dell’ascendente che esercita sulla moglie del capo la porta a Lutezia, in teoria per assecondare i suoi desideri mondani ma in realtà per farne un ostaggio per Cesare. E qui la storia decolla, con una trama più compatta e frecciatine a molti altri tic contemporanei, che pur se forse precipuamente francesi (l’attore Boxoffix è Jean Rochefort?) sono comprensibili o intuibili anche a un pubblico più vasto.

Mi pare insomma che FabCaro abbia superato con successo la difficile prova di confrontarsi con un monumento della BéDé (ma a me piacevano pure gli episodi scritti da Uderzo) pur non rinunciando al suo tocco personale, mentre Conrad svolge l’ottimo lavoro di sempre. Lodevole il lavoro di traduzione e soprattutto di adattamento di Vania Vitali e Andrea Toscani.

Questa edizione “economica” Panini che costa 6,90 euro è stampata in maniera impeccabile su carta patinata a colori e presenta una copertina di cartoncino rigido: per altri editori sarebbe quasi una versione deluxe.

venerdì 26 gennaio 2024

Seaguy

E così, dopo anni (decenni?) dall’uscita del primo volumetto edito dalla mai abbastanza rimpianta Planeta DeAgostini scopro come va a finire questa balzana storia di un Grant Morrison particolarmente flippato.

Il protagonista è un volenteroso ragazzone che si accompagna a un tonno volante ed è vestito con una muta da sub, da cui il nome. Vorrebbe vivere un’avventura, ma da quando un gruppo di (super?)eroi ha eliminato l’ultima minaccia globale non ci sono più pericoli e quindi passa il suo tempo a giocare a scacchi con la morte daltonica e a spasimare dietro una guerriera barbuta e inavvicinabile. E come il resto della popolazione anche lui visita regolarmente il parco giochi di Mickey Eye, dove la disperazione e l’orrore hanno sostituito il divertimento. Poi però sulla Terra cominciano a cadere dei pezzi di luna con iscritti dei geroglifici egizi, mentre viene lanciato sul mercato un nuovo cibo simil-Spam, lo Xoo, che si rivela essere una forma di vita senziente. Per aiutare la creaturina, Seaguy si imbarca finalmente in un’avventura: visiterà Atlantide e poi la luna.

Il gioco di Morrison (oltre a buttare lì situazioni grottesche) è quello di corrompere progressivamente questo mondo di apparente innocenza infantile con situazioni sempre più inquietanti se non proprio drammatiche. Cameron Stewart ai disegni asseconda questa scelta rendendo progressivamente più realistico e dettagliato il suo stile, inizialmente più morbido.

A suo tempo il “finale” mi aveva lasciato un po’ di amaro in bocca, sia perché il povero Seaguy ne usciva male, sia perché la storia non era proprio del tutto conclusa lasciando aperta la possibilità di un seguito che poi non so se la Planeta DeAgostini effettivamente pubblicò. Quindi l’ho letto adesso: è una seconda miniserie di tre numeri come la precedente.

Seaguy non riesce ad adattarsi alla sua vita e al nuovo animale di compagnia che gli è stato affibbiato e che lo spia per conto di Mickey Eye. Finisce in manicomio dove viene salvato da un gruppo di nuovi eroi che si ispirano a lui e che per proteggerlo gli danno una nuova surreale identità spagnoleggiante. Ma (come poi si vedrà in The Filth, Nameless, Seven Soldiers of Victory e come d’altra parte era già successo in The Mystery Play) le cose non sono come sembrano. Finale prevedibile pur con una vaga punta di cinismo che gli evita la banalità più totale.

Difficile dire quale sia migliore (o peggiore), se la prima parte ostentatamente bizzarra e inconcludente o la seconda sin troppo lineare e con la spada di Damocle del supereroismo che si affaccia sin dall’inizio.

A deludere sono di certo i disegni di Cameron Stewart, decisamente virati sul caricaturale con un’inchiostrazione rozza e affrettata e semplificazioni anatomiche indegne della miniserie precedente, di soli 5 anni prima. Il suo cognonimo Dave ai colori rincara la dose con una certa pacchianeria (Peter Doherty aveva fatto un lavoro meno invasivo, pur se anche lui pagava pegno all’entusiasmo per gli effettacci della colorazione digitale di inizio anni 2000).

Nel complesso Seaguy mi pare un lavoro decisamente minore nel corpus delle opere di Grant Morrison, anche se va riconosciuto un certo coraggio nel parodiare in maniera così truce l’industria Disney colpevole di seguire il profitto a ogni costo e “rincritinere i bimbi” per dirla col Pippo di Andrea Pazienza.

lunedì 22 gennaio 2024

Marvel Must-Have 89: Mythos

Ennesima sbrodolata celebrativa della Marvel che narra nuovamente le origini dei personaggi di punta (aggiornate ai tempi recenti da quello che si evince dalle date), si segnala per le tavole pittoriche di Paolo Marcos e per l’angolo concettuale da cui si muove, volendo svelare dei retroscena sulle origini dei personaggi della Casa delle Idee.

È probabile, anzi sicuro, che molti dei concetti espressi da Jenkins siano già emersi o accennati nella sessantennale vita dell’universo Marvel, ma per un profano possono costituire un certo motivo d’interesse o almeno di curiosità. Scopriamo ad esempio che Bruce Banner in fondo aveva da sempre un Hulk dentro di sé, e che il primo Hulk aveva una certa razionalità pur nella sua bestialità. La figura del Dottor Xavier viene poi drasticamente ridimensionata. Apparentemente meno incisiva la storia familiare di Steve Rogers/Capitan America, ma magari per i lettori Marvel è stata una rivelazione. Negli episodi dedicati all’Uomo Ragno e ai Fantastici Quattro non si svela invece praticamente nulla, essendo evidentemente soggetti a paletti narrativi più stringenti. Al massimo si accenna a un certo odio sopito di Peter Parker verso i poliziotti e la vaga presenza di qualche volontà esterna nel rientro dei Fantastici Quattro freschi di mutazione sulla Terra. Mi chiedo però perché puntare i riflettori anche su un personaggio di terza fila come Ghost Rider, forse all’epoca era in uscita un film o una serie tv.

Essendo stati realizzati tra 2006 e 2008 questi sei episodi risentono della temperie del periodo (o così mi è sembrato): i testi sono piuttosto drammatici e “maturi”, per quanto può esserlo una storia di supereroi, e se si doveva dire che una persona era grassa lo si diceva senza assecondare il politically correct. Jenkins azzecca più di un bel dialogo ed è simpatico vedere l’ingenuità delle prime storie dei supereroi scontrarsi con il suo razionalismo moderno: le tasse che dovrebbe pagare l’Uomo Ragno per i suoi show, i dettagli sulla sicurezza degli spettacoli di Ghost Rider, i tentativi di spiegare la “scienza” dei comic book

I disegni di Rivera, per quanto spettacolari a una prima occhiata, sono caratterizzati da grasse pennellate e si concedono ogni tanto delle derive grottesche, soprattutto nell’episodio di Hulk (ma pure il casco di Magneto non scherza). Però il suo lavoro è in crescendo e l’episodio realizzato per ultimo, quello su Capitan America, è il più spettacolare.

A introdurre ogni storia c’è una breve presentazione del relativo protagonista, ulteriormente approfondita dai redazionali in appendice. Considerando che si tratta di un volume cartonato di 144 pagine patinate a colori mi sembra che il prezzo di 15 euro sia conveniente – ma in fumetteria mi hanno spiegato che Mythos è già stato ristampato più volte, d’altronde è materiale di quasi vent’anni fa.

venerdì 19 gennaio 2024

Fumettisti d'invenzione! - 189

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.

In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

GEKKAN SHOJO NOZAKI KUN (L’ASSISTENTE DEL MESE)

(Giappone 2011, in Gangan online, © Shonen Romance Girly, commedia degli equivoci)

Izumi Tsubaki

Chiyo Sakura è una studentessa liceale impacciata con una cotta per il suo bel compagno di scuola Umetaro Nozaki. Il momento della dichiarazione d’amore e dei successivi contatti sono però costellati da equivoci che portano Sakura a lavorare per Nozaki: egli è infatti un mangaka che realizza storie d’amore sotto lo pseudonimo femminile Sakiko Yumeno. Pur di stare accanto all’amato, Sakura si mette d’impegno come sua assistente. Sfilano quindi altri personaggi pittoreschi della loro scuola che vengono presi come modelli o faranno da assistenti a loro volta.

Pseudofumetti: il manga di Nozaki si intitola Koi Shiyo ed è uno shojo, cioè di genere romantico.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)

MINDLOCK… X 3

(Stati Uniti 1974, in Astonishing Tales, © Marvel Comics Group, umorismo)

Doug [Douglas] Moench (T), George Pérez e Mike Esposito (D)

In appendice alla prima apparizione del personaggio Deathlock (noto in Italia come Cybernus) venne presentata una sezione di “dietro le quinte” dal titolo Mindlock… X 3, contenente anche un breve fumetto in cui veniva ironicamente mostrato il processo creativo dietro la sua ideazione, coinvolgendo i due autori Rich Buckler e Doug Moench.

Questa storia di due pagine si segnala per essere il primo lavoro professionale della futura star George Pérez.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie

METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

THE REVENGERS (IDEM)

(Stati Uniti 1969, in Not Brand Echh, © Marvel Comics Group, parodia)

Roy Thomas [Roy William Thomas Jr.] (T), Tom [Thomas F.] Sutton, John [Giovanni Natale] Buscema, George Klein (D)

I “Revengers” stanno confezionando artigianalmente il loro nuovo episodio ma hanno delle difficoltà a trovare un cattivo da combattere. Cionondimeno, finiranno lo stesso pesti e doloranti; alla fine scopriamo che i Vendicatori qui “omaggiati” hanno letto insieme a noi questa parodia, cosa che permette un’ospitata del disegnatore della testata ufficiale.

CINEMA  (pag. 81)

NEW YEAR’S EVE (CAPODANNO A NEW YORK)

(Stati Uniti 2011, commedia sentimentale)

Regia: Garry Marshall; sceneggiatura: Katherine Fugate; con Ashton Kutcher (Randy), Lea Michele (Elise), Halle Berry (Aimee)

Varie storie si incrociano a New York a capodanno, mentre la sfera di Times Square ha qualche problema a scendere. Tra gli altri, facciamo la conoscenza di Randy, un fumettista disilluso che rimane chiuso in ascensore con la corista Elise.


martedì 16 gennaio 2024

1984

Uscito a metà del 2022, l’ho notato solo l’altro giorno in fumetteria. Non ho letto il romanzo di Orwell quindi non posso fare paragoni, ma se l’obiettivo era quello di trasmettere un forte senso di inquietudine e di mettere in allarme sui regimi totalitari (identificati univocamente da Orwell con la Russia comunista) mi pare che gli autori ci siano riusciti alla perfezione.

In questo distopico fatidico anno da cui prese il nome la prima rivista di fumetti d’Autore degli anni ’80, l’impiegato Winston Smith del Ministero della Verità è sempre più titubante sulle reali intenzioni del Grande Fratello che accudisce e ammansisce i suoi sudditi/cittadini e ormai è anche diventato refrattario ai metodi di condizionamento del dittatore forse inesistente, visibile solo attraverso i molti schermi che punteggiano la città e i luoghi di lavoro. Due persone lo distraggono dalla sua routine deprimente: un collega che potrebbe essere uno dei rivoltosi che si sussurra si oppongono al regime e una ragazza che invece potrebbe essere una spia della psicopolizia che non aspetta altro che Winston faccia un passo falso. Pur con la costante di una paranoia endemica, Smith prenderà finalmente contatto prima con Julia e poi con O’Brien. Le conseguenze saranno terribili, peggiori di quelle annunciate sin dall’inizio.

Sfilano quelle trovate geniali di cui tutti hanno sentito parlare o hanno visto reinterpretate in molte altre opere: la “neolingua” con cui impedire ai cittadini di pensare, le finte guerre con cui distrarre la popolazione, la riscrittura del passato a fini propagandistici, le masse proletarie tenute in stato di costante ignoranza e oppressione, ecc.

Non c’è molta azione in questa vicenda, ma la tensione viene mantenuta costante dal senso dell’impellente fine che farà Winston, e alcuni colpi di scena (per quanto intuibili al lettore del 2024) accompagnano la storia fino al suo desolante finale. Mi pare insomma che Jean-Christophe Derrien abbia fatto un buon lavoro.

Anche il comparto grafico è tutt’altro che disprezzabile anche se Rémi Torregrossa è un disegnatore che privilegia l’organizzazione della tavola alla cura dei dettagli. Piuttosto scarno, ricorre a un’anatomia semplificata, né i tratteggi abbondano o il suo segno è modulato. Però si è sobbarcato l’onere di disegnare delle scene affollatissime senza apparentemente ricorrere al computer (se non in una scena dove è palese il copia-incolla dei soldati), quindi tanto di cappello.

Questa edizione Star Comics lascia ogni tanto in francese le scritte sullo sfondo, ma 128 pagine in formato albo d’oro per 13,90 euro non sono comunque un cattivo affare.

domenica 14 gennaio 2024

Il Viaggio del Super Eroe

Mi sono avvicinato a questo fumetto perché apprezzo Patrick McDonnell per la sua striscia umoristica Mutts e soprattutto perché pensavo mi sarebbe tornato utile per i fumettisti d’invenzione. Bella fregatura che ho preso.

La storia è un collage di pagine di vecchi fumetti Marvel (non so se e quanto rimaneggiate) collegate da alcuni interventi di McDonnell, che fa una comparsata da bambino all’inizio per spiegare la sua “religione” supereroistica.

Nell’universo Marvel della Silver Age si sta diffondendo un’ondata di irritabilità e tensione che coinvolge anche i supereroi, risultato di una macchinazione del Dottor Destino. Con l’aiuto dell’Osservatore Reed Richards riuscirà a sventare questo piano col più grande superpotere di tutti, cioè l’amore, e nel mentre eviterà anche che Galactus si interessi alla Terra.

I testi hanno un fastidioso retrogusto di lezioncina New Age che irrita più che illuminare. Per fortuna c’è una deriva metanarrativa con lo scontro che si sviluppa tra le pagine dei fumetti romantici della Marvel (gli universi alternativi sarebbero gli altri prodotti dell’editore), e almeno si sorride un po’. Molto poco a essere onesti, anche se la costatazione che l’Osservatore/Mr. Magoo dovrebbe solo registrare gli eventi e invece non si fa mai gli affaracci suoi è simpatica.

I disegni di McDonnell sono talmente brutti che al confronto Kirby e Ditko fanno un figurone. A inframmezzare le tavole a fumetti e a integrarsi nella narrazione ci sono dei suoi quadri sulla stessa linea che però mi sembrano solo abbozzati. E non credo che sia necessariamente un male.

La “pagina della posta” finale sembra più che altro una serie di giustificazioni da parte di McDonnell: sul fatto che non sa disegnare, sulla trovata risolutiva apparentemente copiata dal film Hancock, sull’incoerenza dell’abbigliamento dei personaggi, ecc.

Ovviamente Il Viaggio del Super Eroe nulla toglie allo splendido lavoro che McDonnell ha fatto altrove, ma credo che anche negli Stati Uniti il servizio postale sia ancora attivo: se uno vuole mandare una lettera d’amore ai suoi miti che prenda carta, penna e francobolli invece di esporsi con un lavoro così imbarazzante, adatto solamente a un pubblico molto giovane (settore in cui McDonnell eccelle, peraltro) o ai drogati della Marvel all’ultimo stadio.

venerdì 12 gennaio 2024

NIght Club 1


Mark Millar tocca una nuova vetta di buon gusto: unire i vampiri ai supereroi.

Danny e i suoi amici Amy e Sam sono degli adolescenti un po’ sfigati, che cercano la popolarità come youtuber: un tentativo azzardato di fare parkour (con una bicicletta?!) manda all’ospedale Danny in gravi condizioni. Non ci resta tanto a lungo, perché un poliziotto vampiro lo trasforma in una creatura della notte in previsione di uno scontro con una minaccia misteriosa per cui sta costituendo un esercito scegliendo i suoi vassalli vampiri tra i disperati che tanto hanno poche aspettative di vita, appunto proprio come Danny.

Dotato del campionario di poteri attribuiti ai vampiri, il giovanotto decide di approfittarne e vampirizza anche i suoi due amici, mettendo su così un gruppetto di supereroi locali (la storia si svolge a Philadelphia) che lavorano mascherati da luchadores recuperando dietro pagamento la refurtiva dei furti o addirittura impedendo attentati dinamitardi.

Dal quarto capitolo compaiono i villain che dovranno affrontare i nostri eroi, il classico campionario di freak con cui Millar vuole fare della satira (sui social media) o impressionare il lettore (con una vampira incinta), e la storia diventa ancor di più un susseguirsi di azione e colpi di scena non disprezzabile, fino alla conclusione in cui si anticipano i prossimi sviluppi della serie.

Millar gestisce l’elemento vampiresco con la paraculaggine che gli è propria, ricordandosi di poteri e debolezze dei protagonisti a seconda della convenienza e facendo un potpourri da varie fonti (davvero basta coprire interamente il corpo per evitare l’effetto dei raggi del sole?): quando serve alla trama, ecco che si ricorda che i vampiri non possono entrare in un luogo senza essere invitati. I suoi vampiri possono ipnotizzare la gente e provocare amnesie mirate ma ovviamente Millar preferisce ricorrere a soluzioni più spettacolari (o meglio fracassone) per far procedere la storia, vedi la fuga in ambulanza. Sarebbero poi allontanati dalle croci, ma la rastrelliera (si chiama così?) da cui Danny prende un peso da allenamento ha proprio quella forma ma non gli causa problemi!

Con tutto il parterre di collaboratori tra cui può pescare Millar mi ha stupito la scelta dello sconosciuto (a me, almeno) Juanan Ramírez come disegnatore. Non che sia scadente, ma non ha nemmeno delle doti che lo elevino dalla media statunitense.

mercoledì 10 gennaio 2024

Les Nombrils 1: Pour qui tu te prends ?

La ripresa di Gaston in Francia e in Belgio ha scatenato un putiferio, arrivando al punto che la sua stessa uscita era a rischio. Incuriosito della sorte di quell’eresiarca che si sarebbe permesso di riesumare il personaggio di Franquin, ho scoperto che è l’autore (insieme alla moglie – almeno all’epoca lo era) di un’altra serie di grande successo oltralpe: Les Nombrils. E così, mentre aspetto che il suo Gaston esca in Italia, probabilmente in occasione dell’imminente pubblicazione dell’integralone in bianco e nero, ho provato intanto a vedere com’è quest’altra serie.

Gli ombelichi del titolo sono quelli ben esposti delle tre protagoniste liceali: Jenny e Vicky sono glamour, sciocchine e cattivelle, Karine è sgraziata e dotata di una personalità più articolata, un po’ intellettuale e un po’ nerd (ma senza alcun eccesso e giusto per contestualizzare un paio di episodi). Al di là delle tipiche situazioni adolescenziali come il rapporto con professori, spasimanti e il proprio aspetto, la serie verte principalmente sulle crudeltà di cui Karine è vittima, con le altre due che sabotano i suoi approcci con il bel Dan, la sottopongono a interventi di chirurgia estetica e consigli di moda impropri, spifferano ai familiari quello che l’hanno costretta a fare, ecc.

La serie si sviluppa nel classico formato della pagina singola di Spirou, che occasionalmente (ma è raro, almeno in questa raccolta) si espande a due o tre tavole. Francamente, questo primo assaggio non mi ha entusiasmato. Ogni tanto ci scappa qualche sorriso, la spietata cattiveria delle due “amiche” è un bel toccasana in epoca di politically correct e si coglie il tentativo di seguire una certa continuity, che di per sé non è necessariamente un pregio ma testimonia la volontà di Maryse Dubuc di non lasciare nodi irrisolti (ad esempio, spiegando come ha fatto Karine a uscire dalla cella frigorifera). L’ultima decina di storie, poi, costituisce quasi un ciclo a se stante. Ma per quanto sia abbastanza piacevole, Les Nombrils per me non tocca le vette di altre serie analoghe.

I disegni sono piuttosto particolari e si discostano un po’ dalla tradizione dei gros nez, in maniera anche vagamente inquietante. Delaf disegna Karine come uno spaghetto con delle spallacce sproporzionate e una vita eccessivamente bassa. È ovvio che è il personaggio più caricaturale, e infatti il suo aspetto filiforme è alla base di alcuni epiteti caratterizzanti, ma anche altri elementi sono tanto stilizzati da risultare un po’ “alieni”, come i pantaloni neri di Vicky che si fondono direttamente con le sue scarpe col tacco oppure le tette che sembrano innaturalmente sospese sul petto con la piega della maglietta a tenerle su.

In ogni caso, tanto di cappello a Duluc e Delaf che da un’ambientazione già vista e stravista sono riusciti a imbastirci sopra 8 volumi e i relativi spin-off (e nemmeno tutte le gag vengono ristampate in volume). Io comunque preferisco Melusina.

lunedì 8 gennaio 2024

Audrey Hepburn

Acquisto-cuscinetto in attesa che in fumetteria arrivi qualcosa di quello che ho ordinato.

La biografia dell’attrice è strutturata in nove capitoli che raramente superano le 11 tavole, più un prologo e un epilogo più brevi. Michele Botton ha impostato la narrazione ricorrendo al meccanismo del flashback con cui Audrey Hepburn rivive i momenti salienti della sua vita e della sua carriera. “Salienti” a giudizio dello sceneggiatore, ovviamente. Anche se si può avvertire una certa frammentarietà (inevitabile in un’opera biografica), la protagonista ne viene fuori molto approfondita e sfaccettata, accennando al trauma dell’abbandono del padre, al suo rimpianto per non essere riuscita a diventare ballerina, al grande desiderio di diventare madre. Dato lo spazio circoscritto gli aneddoti sono ridotti al minimo, anzi limitati forse solo all’“amicizia” con un cerbiatto sul set di Verdi Dimore. Il resto (compreso il metodo per impersonare una donna cieca ne Gli Occhi della Notte) è strettamente necessario a condurre la narrazione sui binari impostati da Botton.

I disegni di Dorilys Giacchetto sono molto adatti per rappresentare la protagonista. Facendo di necessità virtù, la sintesi e la scarsa profusione di dettagli che impongono le tirature e i compensi dei graphic novel si sposano bene con una figura che è passata alla storia per la sua eleganza. Forse occasionalmente indulge in certe scelte un po’ troppo cartoonesche (il cavallo che disarciona la Hepburn quando gira Gli Inesorabili), ma non si può dire che non sia espressiva. E in fondo non è poi così avara di dettagli, come testimoniano le sequenze etiopiche.

La prefazione è firmata nientemeno che da Luca Dotti, figlio dell’attrice e appassionato di fumetti. In appendice, oltre a un commento dello sceneggiatore (e anche della disegnatrice a integrazione della sua biografia), sono riportate le necessarie filmografie e bibliografie minime per raccapezzarsi un po’ con le date o per avere dei riferimenti qualora si volesse approfondire.

mercoledì 3 gennaio 2024

Fumettisti d'invenzione! - 188


Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.

In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)

HAI RUBATO ANCHE TU QUESTO DISEGNO?

(Italia 2023, © Alessandro Ripane, avventura, umorismo)

Alessandro Ripane

Il silenzioso Alessandro Ripane propone un fumetto al suo editore, ma gli viene contestata la scarsa originalità dei protagonisti le cui immagini sono visibili pressoché ovunque: in realtà l’autore degli iconici personaggi è proprio lui, che per rimpossessarsi dei suoi diritti vivrà surreali avventure di vario genere.

Pseudofumetto: il detective a cui si rivolge il protagonista pubblica a sua volta un fumetto ispirato alla vicenda.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

VITA DA FUMETTARA

(Italia 2014 [?], in Fumo di China, © Elena Mirulla, striscia umoristica)

Elena Mirulla

“Serie” probabilmente costituita solo dalla striscia apparsa su Fumo di China 226: interrogata al riguardo all’ultima Lucca, l’autrice non si ricordava nemmeno di averla realizzata!

Elena Mirulla mostra con ironia alcuni retroscena poco piacevoli della professione di fumettara.


CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)


SOGNO ESTIVO

(Italia 1981, in Fumo di China, © ?, umorismo)

Matteo Monciatti

Un aspirante fumettista vede coronati i suoi sogni di gloria. Forse…

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie

CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

LUISIA E ANTONZO

(Italia 1985, in Glamour, © Eredi Pazienza, umorismo)

Andrea Pazienza

La richiesta del suo amico Antonzo di risolvere un’impellenza della moglie Luisia apre per il fumettista Andrea Pazienza, indaffaratissimo sulle sue tavole, un’inaspettata prospettiva.