giovedì 9 dicembre 2021

Il Morto 50: Rigoletta

I calappi della continuity non si sono fatti sentire troppo in questo numero visto che sin dalle prime pagine mi sono ricordato dove eravamo rimasti lo scorso numero. Anche se non ricordo se la cugina di Peg è Giorgia oppure Gianna. E vabbè.

Dopo essere stata gettata in una discarica imbottita di droghe, Gianna Letta viene rinvenuta da un barbone locale appassionato di lirica che la usa non solo per soddisfare le proprie voglie ma per farci qualche soldo facendola prostituire con gli altri barboni. O almeno questo è quello che vorrebbe fare, ma la ragazza (ribattezzata Rigoletta) riesce a liberarsi menando gran strage e decide di vendicarsi di “Baba”, il finto santone che gestiva la comunità dei Giardini di Marzo.

Sulle tracce del loschissimo figuro ci sono anche i carabinieri; Peg ovviamente non può esimersi dal mettersi di mezzo. Baba in realtà di chiama Matteo Marzotti, identità con cui risiede in un hotel di lusso dove verrà raggiunto, forse con eccessiva facilità (ma le pagine sono quelle e bisogna farci stare tutta la storia) sia dal Morto che da Rigoletta. Anche l’improvvisa rinascita di Gianna come Rigoletta dopo tutto quello che ha passato è piuttosto inverosimile ma ovviamente è funzionale alla storia.

Questo cinquantesimo (!) numero è appassionante e si fa apprezzare anche per l’ironia di alcuni dialoghi. Molto buono il lavoro di Vasco Gioachini ai disegni, che sopperisce a una occasionale (ma assai rara) rigidità dei personaggi con una grande espressività.

Guest star di questo numero Nino Frassica nel ruolo del maresciallo e la Sora Lella in quello della portiera della pensione La Rossa.

In appendice la storia breve Ghiacci risalente, deduco dalla firma, al 1996. Il soggetto lovecraftiano di Ruvo Giovacca non è originalissimo ma è comunque molto suggestivo; buoni i disegni di Riccardo Arena pur con qualche concessione alla semplificazione che mi sento di imputare al formato.

3 commenti:

  1. Plaudo il coraggio di Ruvo Giovacca perchè un personaggio che nella stessa storia si chiama prima Giorgia e poi Gianna Letta è una rilettura visionaria degli incontri di Atreju di questi gg che non avrebbe immaginato nemmeno Altan ibridato con Grant Morrison. Forse devo recuperare i 49 numeri che non ho letto ed il primo che ho regalato.

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    1. Sarei curioso di sapere in quanti hanno capito l'indubbiamente triste legame tra Giorgia, Gianna e Atreju. Chissà come si situa Enrica in tutto questo. E intanto gli operosi Hobbit lavorano nei Campi.

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