domenica 19 dicembre 2021

Arciòn

Tra i vari volumetti della collana Finestrini questo è il meno riuscito, almeno tra quelli che ho letto io. Se non ne avessi prima letto la recensione su Fumo di China 312, che parla anche dell’autrice, probabilmente ci avrei capito ancora meno del poco che sono riuscito a cogliere.

Arciòn non è una vera e propria storia ma una raccolta di suggestioni, di personaggi, di scene di vita quotidiana, di discorsi iniziati e lasciati in sospeso. Non nego che alcuni possano anche essere interessanti, soprattutto quelli dell’immigrata Malgorzata e della madre cuoca distrutta dal lavoro, ma avrebbero meritato appunto di essere sviluppati compiutamente mentre così sono solo rapide pennellate di colore, a volte quasi delle macchiette. Non è nemmeno chiaro il rapporto dell’autrice con Riccione, la “Arciòn” del titolo: queste tavole potrebbero costituire la celebrazione della vitalità e dell’apertura della cittadina così come una critica alla sua urbanizzazione selvaggia (vedi pagina 13) o alla perdita di energie e di legami che impongono i ritmi di lavoro basati sulla frenetica stagione estiva.

I disegni non sarebbero nemmeno male, se consideriamo la probabile giovane età di Louseen Smith e la sua appartenenza alla scena indie, ma il tratto è veramente troppo spesso e pesante: i disegni sembrano ingrandimenti di pagine tratte da un formato più piccolo.

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