venerdì 30 giugno 2023

Fumettisti d'invenzione! - 183

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.

In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

[NARRATIVA] CARTOONIST COME PROTAGONISTA (pag. 71)

SUPEREROI

 (Italia 2020, Einaudi, sentimentale)

Paolo Genovese

Attraverso un rincorrersi di piani temporali viene raccontata la storia d’amore tra Marco, professore di Fisica sin troppo razionale, e Anna, artista bohemien, e delle persone che gravitano loro attorno nel corso degli anni. Nel 2000 Anna faceva l’artista di strada ritraendo per 10.000 lire il committente, ma disegnandolo come sarebbe stato nel futuro. Dopodiché diverrà un’autrice di fumetti.

Dal suo libro Paolo Genovese ha tratto il film omonimo.

Pseudofumetti: usando lo pseudonimo Drusilla, che è anche il nome della sua protagonista, Anna realizza delle strisce umoristiche che compaiono inizialmente sul retro di una scatola di corn flakes per poi essere promosse alla pubblicazione sul giornale free press Metro. Successivamente Drusilla sarà ospitata con successo dalla rivista mensile Comix Strip, apparentemente una striscia a numero, edita dalla casa editrice Papermoon diretta da Mario Montesi. Proprio alla Papermoon Anna sottopone un fumetto di “supereroi”, ovvero di una coppia perché al giorno d’oggi ci vogliono i superpoteri per stare insieme e resistere al tempo. Il fumetto Supereroi (che però dagli esempi riportati sembra più una raccolta di vignette) è ispirato alla storia di Anna e Marco e la serie è strutturata in modo tale che ogni numero presenti una sfida («missione») per i protagonisti: noia, silenzi, figli, lavoro, incomprensioni, amici, abitudine.

Il primo numero esce nell'inverno del 2013; nell'autunno del 2018 viene confezionata un’edizione speciale cartonata per Lucca Comics.

La casa editrice Papermoon viene descritta come un punto di riferimento del fumetto italiano, che presenta mensilmente molte novità anche di autori sconosciuti che poi diventano famosi. Genovese descrive il mercato fumettistico del 2005 come «un settore che sembrava non conoscere la parola crisi».

CINEMA  (pag. 81)


IL MOSTRO DELLA CRIPTA

 (Italia 2021, commedia, fantastico, splatter)

Regia: Daniele Misischia (sequenza iniziale diretta dai Manetti Bros. [Marco e Antonio Manetti]; sceneggiatura: Manetti Bros. [Marco e Antonio Manetti], Alessandro Pondi, Paolo Logli in collaborazione con Daniele Misischia e Cristiano Ciccotti, con Tobia De Angelis (Giovanni “Giò” Spada), Lillo [Pasquale] Petrolo (Diego Busirivici)

1988: nel sonnolento paesino di Bobbio l’adolescente aspirante regista Giovanni Spada nota delle inquietanti analogie tra alcuni elementi del paesello e l’ultimo episodio del suo fumetto preferito, Squadra 666 – Cacciatori di Demoni. Quando rimarrà incastrato nel complotto che coinvolge la famiglia Valmont e una misteriosa creatura, coinvolgerà nel caso anche Diego Busirivici, il fumettista svogliato e copione autore di Squadra 666.

Da notare che Lillo Petrolo, l’interprete di Busirivici, ha effettivamente svolto anche il lavoro di fumettista.

Pseudofumetto: Squadra 666, una serie quindicinale realizzata interamente da Busirivici. L’autore non ha doti divinatorie, ma le coincidenze con la vita a Bobbio sono dovute alla sua “ispirazione” a  una lettera scritta da un monaco nel ’300. Tecnicamente Squadra 666 non è uno pseudofumetto perché ne è stata veramente stampata una tiratura diffusa a Lucca Comics 2021, scritta da Alfredo Castelli e disegnata da Alekos Reize, che ha realizzato lo storyboard per il film.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie

CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

ARTICOLO 7

(Italia 1989, in Comic Art, © Eredi Micheluzzi, satira)

Attilio Micheluzzi

Storia breve appartenente alla serie collettiva I Diritti Umani. L’autore mette alla berlina sarcasticamente alcuni casi in cui l’Articolo in oggetto non viene rispettato. Alla fine Micheluzzi, che si è palesato nei suoi fumetti con una certa frequenza, si prende una pagina interamente per sé per raccontare un episodio in tema che lo ha riguardato direttamente.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)

SENZA TITOLO

(Italia 2001, in Speciale Genova, © Massimiliano Frezzato, tranche de vie)

Massimiliano Frezzato

L’impatto che gli avvenimenti dalla fine del 2000 al G8 di Genova nel 2001 hanno avuto sull’autore. Pubblicata su un supplemento della testata Ganesh, la storia è stata conclusa qualche anno dopo con un’ultima tavola.


lunedì 26 giugno 2023

Volage - Cronache dagli Inferi

Non ho capito se sono io che non guardo con attenzione Anteprima o se è la Tunué a non pubblicizzarci tutte le sue uscite. Anche un altro volume di Sandoval mi colse di sorpresa. Questo fumetto ad esempio è uscito ancora alla fine del 2022 e mi sono accorto della sua esistenza solo lo scorso sabato.

Dopo morto Ian McGilles viene “partorito” all’inferno dove dovrà scontare la sua pena eterna vista la vita violenta che ha condotto. Il cast selezionatissimo di dannati comprende varie figure storiche come Isabella di Castiglia, Jack lo Squartatore, il nazista Fegelein e la piratessa Anne Bonny, che per esigenze narrative parlano tutti la stessa lingua. Appena il tempo di ambientarsi tra quelle malebolge e Ian viene invitato da questa sporca dozzina a tentare la fuga dall’inferno. Sulle loro tracce però c’è il temibile Dilaniatore, un demone specializzato proprio nella caccia ai fuggitivi.

La pista che dovrebbe condurli all’uscita passa per i territori del Principe Nomade e l’incontro con una carovana che trasporta animali rari offre del materiale di scambio per consentire il transito. Tra i vari mostri (che si riveleranno utili contro i segugi del Dilaniatore) c’è anche una donna-uccello, Volage, da cui Ian è attratto – e come non esserlo da un angelo caduto che ha ben tre paia d’ali! Ovviamente 128 pagine non si riempiono da sole e Volage si sviluppa anche con degli squarci nel passato di alcuni personaggi, l’occasionale colpo di scena (tradimenti, rivelazioni, smascheramenti…), la defezione di un bel po’ di comprimari e flashback sul passato di Ian. Fabien Nury avrebbe approfondito i personaggi, Xavier Dorison avrebbe infarcito la storia di riferimenti esoterici, Arleston ci avrebbe messo dell’umorismo; Stephen Desberg però è il più americano degli sceneggiatori franco-belgi e Volage si sviluppa principalmente tra scene frenetiche d’azione, trovate sopra le righe e battute a effetto. Ian McGilles ha pure i suoi bravi poteri psionici… Non mi sbilancio a valutare il finale, in cui si riallaccia il filo principale della vita e della morte del protagonista: non è proprio originalissimo ma ci sta tutto.

In ogni caso, i testi scompaiono di fronte alla mirabile perizia messa in campo da Tony Sandoval. Per l’occasione, ha abbandonato il suo stile caricaturale in favore di uno più realistico, per quanto possa esserlo Sandoval. Il risultato sono dettagliatissimi panorami mozzafiato, mostri biomeccanici affascinanti nella loro stranezza, personaggi molto ben caratterizzati anche se grotteschi, una cornucopia di particolari che arricchiscono le vignette. Anche se realizzati digitalmente, i colori sono fantastici e contribuiscono decisamente al fascino delle tavole. L’ambientazione più psicologica che fisica giustifica poi delle deformazioni spaziali e anatomiche di cui Sandoval approfitta con maestria, ricordando un po’ Hieronymus Bosch e soprattutto l’Enrique Breccia migliore e più scatenato. Peccato che la carta, per quanto di qualità, non sia patinata. In appendice schizzi preliminari e prove del disegnatore.

martedì 20 giugno 2023

Non ero impazzito

L’altra sera quando ho visto un insetto camminarmi sul monitor, intendo. Fin qui niente di strano, ok. Solo che toccandolo o soffiandogli contro non si spostava. E così ho capito che l’insettino era dentro il monitor. E lì qualche dubbio sulla mia salute mentale l’ho avuto. Poi però informandomi un pochino ho scoperto che non è proprio una cosa così rara. Certo, però adesso ho questa specie di pixel bruciati fissi sullo schermo. O forse si muovono, credevo di aver ammazzato l’animaletto premendo sul monitor ma mi pare che si sia spostato da ieri…






domenica 18 giugno 2023

Romeo & Giulietta

L’impellenza di svuotare il magazzino incombe e così la mia fumetteria di fiducia ha istituito, oltre alle offertone a 3 euro, anche quelle a un solo euro. Vista la prolungata latitanza di alcuni volumi che ho ordinato, perché non approfittarne?

Questa versione a fumetti dell’opera di Shakespeare è molto fedele al testo originale, pur con qualche taglio consistente (almeno a quanto mi ricordo), e in sostanza non presenta alcun tocco di originalità che la caratterizzi: non è ambientata nel futuro o su un altro pianeta o con protagonisti diversi da quelli originali. La riduzione di Ricardo Gómez è comunque molto scorrevole anche se la fedeltà al dramma originale porta inevitabilmente a qualche sequenza dal tono un po’ desueto.

La differenza la fanno i disegni di David Rubín, che conoscevo solo per La sala da tè dell’orso malese: dinamici e cartooneschi con rare derive furry (Tebaldo ha la coda) contribuiscono a rendere la lettura fluida e avvincente – ma fa un errorino: da un certo punto in poi la balia di Giulietta sfoggia una dentatura completa e non più i quattro denti dichiarati. La parte grafica rivela d’altra parte il pubblico per cui questa riduzione è stata pensata, cioè un lettorato jeunesse. Non è insomma un fumetto da cui potrei aspettarmi chissà quali sorprese, ma a un euro valeva la pena provarci.

L’edizione Tunué, datata 2010, è molto carina: un cartonatino di 32 pagine su buona carta patinata, che a suo tempo costava 9,70 euro. Potrebbe costituire un buon metodo per avvicinare i giovani all’opera di Shakespeare o fornire loro un “bignami” della stessa.

giovedì 15 giugno 2023

Martin Mystère 400: I colori impossibili

Nella sede di Altrove si è verificato un fenomeno curioso: le persone e gli ambienti stanno perdendo il loro colore e la strana epidemia di toni di grigio si estenderà probabilmente a tutto il pianeta. Visto che nessuno ricorda chi sia Martin Mystère (e gli stessi coprotagonisti ignorano chi siano gli altri) a risolvere il caso viene chiamato lo scienziato/showman Dottor Spektor che inscenando tre racconti cercherà di far pervenire gli spettatori/indagatori alla soluzione del caso.

Infarciti di molteplici rimandi grafici e testuali (chissà quanti me ne sono sfuggiti) sfilano quindi i resoconti dell’esperienza di Martin Mystère con un aggeggio che mostra i desideri delle persone, l’origine aliena del colore magenta nel 1859 e il passaggio da un universo all’altro attraverso i colori chimerici, quelli che restano sulla retina dopo che si è fissato un oggetto. La cornice è affidata a Giancarlo Alessandrini mentre le singole storie sono disegnate rispettivamente da Fabio Grimaldi, Alfredo Orlandi e Rodolfo Torti. Ovviamente alla fine tout se tient ma la ventina scarsa di pagine in cui sono confinati i singoli racconti sono forse un po’ poche per sviscerarne al meglio il senso e i meccanismi che le animano, così come il finale sembra un po’ affrettato. Poco importa: si tratta di un numero celebrativo e come tale l’attenzione di Carlo Recagno viene posta sul divertimento e sulle strizzatine d’occhio, azzeccando alcune sequenze gustose come l’intraprendenza di Virginia Oldoini davanti ai suoi pavidi “colleghi” maschi.

Inaspettatamente i colori di Alessandro Muscillo funzionano molto bene col tratto austero e chiaroscurale (beh, non in questa occasione) del bravo Orlandi.

L’albo è come di consueto integrato dei redazionali di Castelli che approfondiscono le tematiche del numero (curioso che non abbia citato il nero di Anish Kapoor, ma forse perché il nero è la somma di tutti i colori – o è l’assenza di tutti i colori? Gli anni dell’Istituto d’Arte sono così lontani, accidenti) e addirittura introducono il soggetto e parte della sceneggiatura di un ipotetico numero 500 che un mai così funesto Castelli asserisce essere assai improbabile.

Termina inoltre il romanzo a puntate di Andrea Cappi e vengono proposte una striscia dei Bonelli Kids (di Tino Adamo e Luca Bertelè) e una tavola di Zio Boris (Castelli-Bonfatti) entrambe in tema col numero celebrativo.

lunedì 12 giugno 2023

Michel Vaillant Nuova Serie 11: Cannonball

Lo youtuber Pog, che esiste veramente, sfida Michel Vaillant alla Cannonball, la corsa non ufficiale (per non dire illegale) che attraversa gli Stati Uniti coast to coast non su un circuito ma tra strade e autostrade. Considerando la pericolosità dell’impresa e il rischio di vedersi revocata la licenza di pilota, Michel è titubante ma tutto il resto del suo staff/famiglia riconosce invece le opportunità commerciali e pubblicitarie della sfida.

I due avversari si fronteggiano quindi sulle enormi distanze del Nord America, tra note esplicative che chiariscono alcuni dettagli tecnici e che, chissà, forse sono pure un tentativo di product placement. Ma ecco che circa a metà volume avviene un colpo di scena: si scopre che la manomissione che ha coinvolto l’auto di Michel (flashforward con cui era iniziato l’episodio) riguarda la sua trasformazione in detonatore; se l’ispirazione principale poteva essere La corsa più pazza d’America, adesso Cannonball diventa Speed: qualora Michel dovesse scendere sotto le 100 miglia orarie di velocità, una bomba verrà fatta esplodere al Bellevue Hospital!

A salvare la situazione saranno il rampollo dei Vaillant mago dell’informatica e soprattutto Steve Warson che si introdurrà in modo rocambolesco nell’auto di Michel anche grazie all’aiuto dello stesso Pog. Una sequenza assolutamente inverosimile ma talmente adrenalinica e appassionante da far sospendere con piacere l’incredulità.

Ahinoi, quello che avrebbe potuto benissimo essere uno one shot, pur con blandi collegamenti alle sottotrame della minaccia incombente di Cramer e della misteriosa malattia di Françoise, si rivela alla fine l’incipit di una nuova trama che vede i protagonisti in galera con l’accusa di essere terroristi. Ma in fondo rimane perfettamente godibile anche così, tanto più che non escludo che il cliffhanger si risolva in una bolla di sapone come già successo con una situazione analoga della Nuova Stagione.

Ai testi c’è il solo Denis Lapière mentre ai disegni si segnala una new entry: ad affiancare il veterano Marc Bourgne c’è Olivier Marin. Non solo: Tomás Morón Aranda ha fornito supporto per gli sfondi mentre il colofon segnala che Claude Hauwaert si è occupato dell’«impaginazione delle tavole», qualsiasi cosa significhi. Lo stesso Bruno Tatti che ha colorato il volume si è avvalso del supporto di Luan Kodra. Pur con tutto questo spiegamento di forze, il lato grafico del volume non è proprio esaltante. Più che dignitoso, sì, però a volte i personaggi hanno delle pose poco naturali o presentano qualche piccolo dettaglio anatomico stonato che risalta inevitabilmente in uno stile di disegno così sintetico. Ma soprattutto mi chiedo come mai con tutti questi collaboratori non riescano a fare uscire un paio di storie all’anno invece di una sola.

Cannonball è comunque uno degli episodi più belli della serie, ambientato in contesto più originale del solito e soprattutto molto coinvolgente. Interessante poi vedere l’integerrimo Michel Vaillant che fa un po’ il bricconcello, giustificato dalla trama e dalle circostanze senza tradire l’essenza del personaggio.

sabato 10 giugno 2023

Batman: Europa

Qualcuno ha infettato i sistemi informatici e l’organismo di Batman con un virus che gli lascerà sette giorni di vita. Le indagini di Alfred segnalano che il misterioso untore è partito da Berlino, dove Batman troverà il Joker che a sua volta ha lo stesso problema. Dovranno quindi collaborare seguendo la scia di indizi che il villain ha volutamente lasciato per giocare con loro, che li porterà a fare un tour europeo che dopo Berlino toccherà Praga, Parigi e Roma.

La trama è principalmente un pretesto per mostrare scorci d’Europa e raccontarne sinteticamente alcuni fatti storici interessanti, o mostrarne certi aspetti curiosi, ma la struttura da buddy movie è originale (anche se magari già usata in un’infinità di storie di Batman che non conosco) e funziona molto bene. L’identità del nemico nell’ombra è stata una sorpresa, almeno per me che non conosco molto la cosmologia di Batman, e lo sviluppo della trama giustifica l’assurdità dell’impianto di base, cioè il fatto che si possano infettare sia il computer di Batman che lo stesso protagonista e il bizzarro metodo con cui lui e Joker potranno guarire.

Ognuno dei quattro capitoli segue una struttura con un flashforward iniziale che alla lunga diventa ripetitiva ma immagino che con una pubblicazione mensile la cosa pesasse di meno.

I disegni sono stati realizzati da autori diversi partendo dai layout di Giuseppe Camuncoli. La prima storia vede all’opera nientemeno che il divo Jim Lee, il cui tratto ipertrofico e un po’ pacchiano può piacere o no. I colori di Alex Sinclair virano sull’artsy che sarà la costante anche degli altri episodi pur se non sarà lui a colorarli. Il secondo è opera interamente di Camuncoli che fa un lavoro egregio proprio con i colori, mentre Diego Latorre che disegna il terzo si limita a elaborare fotografie modificandole con fuori registro e altri effettacci che vorrebbero simulare il delirio febbrile dei protagonisti ma alla fine rendono le tavole fastidiose e poco leggibili. Ottimo il lavoro finale di Gerald Parel con delle belle tempere digitali ma anche volti e corpi dinamici ed espressivi.

Batman: Europa non manca di dialoghi divertenti (e vorrei ben vedere, con Casali e Azzarello al timone) ma forse si legge troppo rapidamente e soprattutto paga lo scotto di uno di quei finali che il lettore non deve tanto interpretare quanto proprio immaginare da solo. Forse è un elseworld o un omaggio a Killing Joke? Boh, peccato comunque.

giovedì 8 giugno 2023

I "favolosi" anni '80...

…eh, sì, il decennio d’oro delle riviste d’Autore in Italia. La mia preferita era L’Eternauta, recuperata in differita per questioni anagrafiche. Certo però che non era proprio la più affidabile a livello tipografico, almeno in alcuni casi (ma non credo di essere stato l’unico a trovare copie fallate considerando alcune lettere di segnalazione). A volte le pagine stampate correttamente erano alternate ad altre desolatamente bianche, oppure venivano ripetute più volte a scapito di quelle che avrebbero dovuto esserci in origine. Può capitare. Ben più originale è un difetto che ho riscontrato nella mia copia del numero 23. Che razza di inchiostri usavano nella tipografia Grafica Perissi di Vignate (MI)? O la colpa era della fotocomposizione eseguita da Compos Photo di Roma? Il rosso penetrava a pagine alterne dal recto al verso del foglio, e parliamo di carta patinata, quindi più resistente e meno permeabile della uso mano. Forse per sbaglio stamparono le pellicole del magenta anche sul foglio sbagliato? Ma no, erano al contrario…

Il dettagliato Zanotto si vide così eliminati i contrasti con i bianchi delle scie dei suoi mezzi anfibi:

(e la pagina che “tracimò” era pure stampata fuori registro)
Un effetto quasi psichedelico, da cui nemmeno lo stile pittorico del Dracula di Fernando Fernandez fu risparmiato (sembra quasi di vedere quelle illustrazioni da guardare con gli occhiali 3D):
Ad Azpiri, dal segno un po’ più tenue, andò un po’ meglio...
…a differenza di quello che successe al volenteroso Ernesto Melo in una sua rara prova a colori:

lunedì 5 giugno 2023

Tormento Pasolini Speciale

Antologia di contributi per omaggiare Pier Paolo Pasolini. Teoricamente si tratterebbe di fumetti, ma a volte con piglio valvolinico gli autori si sono limitati a illustrarne i testi o il vissuto. Guglielmo Manenti ad esempio dà un’ottima prova grafica ma il suo lavoro non va oltre a una trasposizione de La Rabbia, come Rosa Alemannuska e Andy Prissney “traducono” l’incompiuto Petrolio con un tratto molto stilizzato e a volte poco leggibile. Curiosamente il rischio della facile illustrazione didascalica viene evitato invece da Andromalis, che nel suo Le Ceneri di Pasolini riprende scrupolosamente elementi di cronaca ma li imbastisce in modo tale che immagini (di matrice underground) e testi dialoghino e si compenetrino fra di loro. Al di là di queste opere assai poco fumettistiche (ma che hanno comunque la loro raison d’être) il volume offre delle reali narrazioni per immagini.

Stefano Zattera disegna in maniera sublime (ma le sue “tempere” sono digitali, immagino) una carrellata sul pensiero e le opere di Pasolini, ispirandosi a Uccellacci e Uccellini – e infatti il suo fumetto si intitola Uccellacci e Pasolini.

Gardums (Cristina Gardumi) & Ki (Cristina Casini) propongono una versione aggiornata e piacevolmente straniante di Comizi d’Amore, in cui alle domande poste all’epoca i personaggi dei fotogrammi, opportunamente modificati negli sfondi e nei dettagli, rispondono con la consapevolezza di oggi, introducendo tematiche che all’epoca non potevano nemmeno lontanamente essere prese in considerazione, ammesso che qualcuno le conoscesse.

Marco Corona ci offre il contributo più fumettistico di tutti, anche se permeato di un simbolismo (anche grafico) e di un gioco di citazioni che non ne rendono immediatamente agevole la comprensione.

Il padrone di casa Luca Ralli è comunque artefice delle trovate migliori, visto che inframmezza gli altri contributi con parodie di classici del fumetto (Peanuts, Calvin & Hobbes, Gasoline Alley, ecc.) rivisitati ovviamente in chiave pasoliniana. Non sarà sempre originalissimo, non sarà sempre divertentissimo ma un’idea del genere è già di per sé geniale.

Ma ad accompagnare queste reinterpretazioni ci sono anche gli interventi di Gesto Grafico Inc. (sempre Ralli in incognito?) che confeziona delle pagine sovrapponendo brani scritti di Pasolini rendendoli illeggibili e mettendoci sopra qualche sagoma colorata di rosso. Forse a qualcuno piacerà, ma trovo sia un’operazione più adatta a una galleria d’arte che a un volume a fumetti – veri o presunti che siano. E infatti il progetto nasce come mostra, di cui Pasolini Speciale alla fine costituisce il catalogo.

Nel complesso il volume è senz’altro un bell’oggetto che potrà piacere a chi ama Pasolini, le operazioni artistiche curiose e (vivaddio) anche il bel disegno, ormai così raro: vedi Manenti e Zattera.

sabato 3 giugno 2023

Chi l'ha visto?

In alcuni siti lo danno disponibile, altri segnalano che uscirà l'8 giugno, altri ancora che è già esaurito. Boh.

giovedì 1 giugno 2023

C'eravamo Tanto Menati

Altro materiale di Brancalonia che ho recuperato a Modena oltre all’Almanacco del Menagramo. Si tratta di un fascicolo promozionale analogo al precedente Guerre Feudali, distribuito gratuitamente.

Valentino Sergi e Giovanni “Zeth Castle” Zaccaria hanno imbastito un’avventura ambientata a “Zagara”, cioè la Sicilia di Brancalonia, dove i personaggi dovranno vedersela sia con l’organizzazione criminale della “Piovra” che con minacce sovrannaturali per recuperare una reliquia che omaggia forse Carlo Mazzacurati e sicuramente Padova. Pur durando solo otto pagine è ricca di spunti e di possibili sviluppi interessanti, introducendo anche la piramide del Monte Tifone ispirata ai reali e poco conosciuti costrutti primitivi che punteggiano l’Etna. Inoltre, scopriamo con tanto di scrupolosa documentazione che la polenta non è affatto prerogativa esclusiva del Nord Italia. In appendice viene presentato un bestiario di mostri più o meno nuovi – neanche in questo “lavoretto” mancano Guli da affrontare.

Rispetto al precedente Guerre Feudali, C’eravamo Tanto Menati è stampato su carta patinata di grammatura inferiore e consta di 16 pagine contro le generosissime 44 di Guerre Feudali. Poco male: al di là della logica del cavallo donato, l’avventura è sicuramente meritevole e contempla elementi che possono essere riciclati altrove.