Segura e Ortiz sono stati una delle coppie proverbiali del fumetto, come Berardi & Milazzo, Muñoz & Sampayo, Zentner & Pellejero, ecc. Pur lavorando occasionalmente anche separati, tra la fine degli anni ’70 e i primi ’90 hanno realizzato insieme moltissimi lavori: con un’approssimazione sensazionalistica non troppo distante dal vero, si può dire che questo volumetto raccolga il meglio e il peggio della loro produzione.
I Mille Volti di Jack lo Squartatore era un’avvincente serie horror ma anche una specie di esercizio di stile di gran classe, un po’ come Nuvola Rossa di Walter Chendi: terminati gli omicidi certificati del “vero” Jack vediamo chi e come avrebbe potuto continuare la sua opera (con l’espediente del suo spirito che aleggia sui personaggi), inventandosi dei nuovi “eredi” sempre originali e credibili.
I testi di Segura non sono solo lodevoli per come tira fuori dal cilindro delle figure interessanti e strutturate, ma soprattutto per il macabro sarcasmo che pervade queste storie, che lascia il lettore con un ghigno di soddisfazione. Dal canto suo Ortiz era forse all’apice della sua arte. Sì, prima c’era stata la splendida versione a fumetti di Attenti a quei Due, ma lì il suo lavoro certosino era facilitato, ma forse anche un po’ spersonalizzato, dall’inevitabile ricorso alle fotografie dei protagonisti. Poi, certo: i colori di Attila, Burton & Cyb e di alcuni cicli di Hombre sono eccezionali, ma lo scrupoloso tratteggio di questa serie è perfettamente coerente con lo spirito della serie, non tanto per eventuali rimandi a incisioni di fine secolo quanto perché riesce a creare un’atmosfera caliginosa e morbosa molto suggestiva. E le fisionomie dei molteplici personaggi sono caratterizzate splendidamente senza mai calcare la mano sulla caricatura.
But O’Brien è invece un’opera minore, anche se il mio giudizio può essere falsato dal primo impatto che ebbi con la serie (subito abortita) su Comic Art. All’epoca non avevo ancora recuperato i numeri di Torpedo dove aveva esordito, e in cui faceva una ben più bella figura. L’ambientazione sono i ruggenti anni ’20 e il protagonista un ex pugile riciclatosi come guardaspalle. Le storie erano anche piuttosto gradevoli ma più che le trame (fisiologicamente basate su stereotipi) si faceva apprezzare l’ironia di Segura. Non c’erano la creatività di Morgan, l’umorismo di Burton & Cyb, la denuncia e lo scrupolo documentaristico di Ozono, l’epica de I Grandi Miti del West (ma quello non lo scrisse Segura, credo). E forse Ortiz non aveva nemmeno troppa voglia di lavorare visto che le tavole, pur sempre piacevoli, erano un po’ raffazzonate e a volte buttate sul caricaturale. Poi con l’episodio Alzati e cammina avviene un reboot, manco fosse un fumetto di supereroi (i motivi sono parzialmente spiegati da Roberto Dal Pra’ su Comic Art 114): la serie si sposta negli anni ’40 e arriva il tracollo. L’ironia diventa misoginia e omofobia. Credo che fu la lusinga bonelliana di Ken Parker a sciogliere il sodalizio tra i due autori spagnoli (poi ricongiuntisi su Tex), e francamente la rapida dipartita di questo «guardaspalle» non mi ha causato alcun rimpianto.
Come al solito l’edizione della Cosmo è in formato bonelliano a un prezzo relativamente basso (6,90 euro) e le splendide tavole di Jack lo Squartatore ne escono un po’ sacrificate né la resa di stampa è perfetta, ma probabilmente non finirà del “Meglio o Peggio?” del 2024 visto che non voglio sembrare un vecchio rincoglionito che ripete sempre le stesse cose.
Un’ultima annotazione a mo’ di giustificazione: non sono riuscito a stare “sul pezzo” pubblicando questa recensione a ridosso dell’uscita del volume(tto) perché la distribuzione della Cosmo dalle mie parti a volte è un po’ lacunosa e quindi ho preferito andare sul sicuro ordinandolo in fumetteria dove mi è arrivato solo l’altro giorno. Ovviamente, un mesetto fa da tutte le edicole del mandamento occhieggiava questo numero della collana.
Prima o poi qualcuno ripescherà The Persuaders. Naturalmente non saranno un lord inglese ex pilota di formula uno ed un petroliere americano che ha fatto la gavetta. Saranno probabilmente uno showrunner che ha lavorato per Doctor Who ed uno dei catalizzatori della A.I.
RispondiEliminaSaranno di mezz'età e + vecchi di Moore e Curtis al tempo, ma sembreranno + giovani come il nuovo Magnum e 007 e Ethan Hunt e Jason Bourne. Paul Grist ne ricaverà una miniserie a fumetti. Il giudice ricorderà Tony Hopkins. I due a cui stare attenti avranno qualcosa di Rupert Graves e John Malkovich. Meno farfalloni, più avatar di classico e futuro che dialogano.
Massì, tanto ne abbiamo patiti pochi di remake dimm... (particolarmente "riusciti" quelli di Mc Gyver e Magnum P.I.) mettiamoci anche Wilde & Sinclair.
EliminaComunque confesso la mia ignoranza: non ho mai amato troppo Segura e/Ortiz, non c'è motivo solo gusto personale, e non conoscevo la serie di Attenti a quei due. Vedo al volo che sono solo 2 numeri, poi fu proseguita da Marcello. Boh!
Mi sa che lo spirito sia quello di Billy Bis e Ken & Dan, che in fondo sono i Persuaders dei poveri.
Chissà se vale la pena recupersrla.
Qualche anno fa i remake al cinema di serie tv erano tanti: Charlie's Angels, Hazzard, The Saint (di cui esiste anche un fumetto), The Avengers (il ns Agente Speciale, di cui esiste + di una serie a fumetti), Baywatch, U.N.C.L.E. ( di cui esiste anche un fumetto). I media sono vasi comunicanti. King Kirby ha disegnato - non ricordo se è stato pubblicato - una sua versione de Il Prigioniero. Mi piacerebbe vedere un Colombo (Columbo in USA) disegnato da Todd McFarlaine o Sam Kieth.
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