Il vantaggio dell’avanzare dell’età e del conseguente decadimento fisico è che anche la memoria ne risente e così fumetti già letti sembrano nuovi. Ho verificato e in effetti le strisce proposte in questo volume sono quelle già transitate in appendice alla seconda stagione di Volt. Adattate, un po’ rimaneggiate e integrate di qualcosina ma sono quelle. Ma per fortuna ne ricordavo poco o niente, se non che erano molto divertenti.
La struttura è quella classica a quattro vignette con la gag finale, però Stefano Conte “TheSparker” ha imbastito una storia articolata a collegarle e ci ha sviluppato attorno un piccolo universo (ovviamente parodia di quello dell’Uomo Tigre animato). Come intuibile dal titolo, l’Uomo Pigro è un campione di indolenza e nonostante stia costantemente fermo riesce sempre a sconfiggere i suoi avversari. Visto che dopo essere stato formato dalla Tana dei Re Pigri il protagonista non le ha devoluto parte dei suoi guadagni come convenuto, l’organizzazione criminale gli manda contro avversari sempre più surreali, credendo che abbia dato la somma a un orfanotrofio quando invece sta solo procrastinando il momento di fare il bonifico!
Il canovaccio è semplice ma TheSparker ha saputo arricchirlo con molti altri spunti (le fan, il funerale di un avversario, le vicende della Tana dei Re Pigri…) e il risultato è ancora più divertente che se si fosse basato solo sugli scontri, già di per sé esilaranti. Lo stile di disegno è delizioso, elegante ed espressivo pur nella programmatics fissità di molti personaggi.
Per questa edizione in volumetto le strisce sono state rimontate e ingrandite, quindi ogni pagina ospita le prime due vignette in alto e le altre due in basso. Questa scelta ha reso necessario colorarle per ovviare al fisiologico vuoto che si è venuto a creare: anche i colori sono opera di Stefano Conte e per quanto frutto di necessità non sono affatto male.
La saldaPress ha imbastito un libretto di un certo prestigio per 12 euro: la carta è patinata e la copertina sfoggia effetti in rilievo. La sua lettura organica mi conferma che L’Uomo Pigro è, pur con tutte le differenze del caso, nettamente migliore del personaggio-simbolo dell’autore, Volt.
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