Superato il giro di boa della serie, che conta sei volumi, si intravede la futura impronta più realistica e sexy che caratterizzerà Félix Meynet. Ma la si intravede appena, e questo quarto episodio è ancora marcatamente umoristico, fino al caricaturale laddove necessario.
Gli ingredienti sono quelli consolidati cucinati con la consueta perizia da Pascal Roman: un mistero da risolvere, i due protagonisti che si trovano invischiati per caso, i battibecchi tra Mirabelle e Mel, la ricostruzione delle atmosfere anni ’60, battute sagaci e una sceneggiatura in cui tutto si incastra alla perfezione e dove anche le comparse hanno un ruolo importante e i gesti meno evidenti hanno un effetto risolutivo.
Stavolta ci troviamo nell’Alta Savoia tra Francia e Svizzera (cosa che permette una comparsata di un altro personaggio di Meynet, Fanfoué des Pnottas), dove due agenti sovietici stanno dando la caccia a un uomo e a suo figlio. Ma il “traditore” scappa lasciando in custodia a Mirabelle il piccolo Evguénie, che dal monello qual è ha già avuto modo di fare conoscenza con la giornalista. I due inseguitori sono ben più spietati ed efficienti di altri visti nella serie, d’altra parte sulle loro teste pende la spada di Damocle del temibile Tenente K. Un po’ per fortuna e un po’ grazie alla loro intraprendenza i nostri eroi risolvono la situazione scoprendo non chissà quale complotto da Guerra Fredda ma la “diserzione” di un bambino prodigio esibito dalla propaganda per le sue doti di campione di scacchi. E si scoprirà anche che il Tenente K. altri non è che una sexy agente donna.
Un altro episodio appassionante e divertente nel solco della serie. Buoni come in precedenza anche i colori realizzati da Joëlle Colon subentrata allo stesso Meynet dallo scorso numero.
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