domenica 10 novembre 2024

Metal Hurlant Hors-Série: Ah!Nana

Uno dei due speciali della nuova versione di Metal Hurlant, dedicato all’effimera vita del trimestrale (quasi) tutto al femminile Ah!Nana, stroncato dalla censura dopo nove numeri.

A prendere la parola per prima è la direttrice della testata Janic Guillerez, pupilla nientemeno che di Claude Moliterni e poi moglie di Jean-Pierre Dionnet. La sua intervista è un’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, e a ragion veduta: io ad esempio non avevo mai sentito parlare di lei nonostante fosse stata molto importante nella gestione di Metal Hurlant e avesse fatto, tra le altre cose, la colorista per Lauzier. Ma, come sottolinea, il suo contributo alla stessa testata madre è stato cancellato dalla storia del fumetto.

Questo antipasto è interessante anche perché anticipa la disparità di vedute su Ah!Nana che emergeranno dagli altri contributi: non tutte le autrici e le collaboratrici sono concordi nel definire la testata femminista, anarchica, engagée o punk.

Questo speciale è un volume celebrativo e non un “integrale” della testata, quindi i fumetti sono una selezione di quelli pubblicati all’epoca e anche dei testi scritti (che costituivano una parte consistente della vecchia rivista) viene presentata una selezione. Non mancano curiosità: vista la difficoltà nel raccogliere abbastanza interventi di fumettiste donne, Ah!Nana ricorse anche a fotoromanzi e a una versione fotografica di un film di Agnès Varda. Il criterio con cui è organizzato il sommario è basato su nuclei tematici costituiti da interviste alle autrici più rilevanti seguite dai loro fumetti, inframmezzati da altri redazionali di vario tipo come un commento di Camille Aumont Carnel e un’intervista collettiva in merito all’influsso che Ah!Nana e Metal Hurlant hanno avuto sui fumettisti più giovani (ma neanche tanto giovani: tra gli intervistati c’è anche Pixel Vengeur).

Apre le danze Cecilia Capuana, che oltretutto è stata anche vittima/partecipe del problematico incontro col pubblico del 1 novembre all’Auditorium del Suffragio cui hanno partecipato anche Dionnet, Liberatore e Simon Bisley. Non pensavo che avesse realizzato così tanti fumetti, e l’ho rivalutata rispetto alle sue cose che avevo visto su Comic Art e sul Metal Hurlant italiano.

È poi la volta di Nicole Claveloux: spettacolare! Credo che in Italia non sia stata valorizzata come avrebbe meritato.

Florence Cestac occupa uno spazio minimo, d’altra parte la sua collaborazione non fu continuativa (a quanto pare lavorare con la Guillerez poteva essere complicato). In compenso viene pubblicato un fumetto della sconosciuta Marie-Ange Le Rochais.

Ampio spazio viene dedicato a Trina Robbins, che col suo Wimmen’s Comix è stata un po’ l’ispiratrice di Ah!Nana – ma nemmeno su questo le testimonianze concordano. Mai coperta prima, ho trovato i suoi fumetti quantomeno simpatici visto che ricopre le tematiche e le sequenze spinose alla loro base di fracassona leggerezza pop.

Sulle prove dilettantesche e confuse di Olivia Clavel, che ricordo di aver letto anche in italiano, preferisco soprassedere. Non mi capacito di come in Francia abbia trovato un approdo editoriale così dignitoso del materiale di siffatta qualità, sicuramente la partecipazione al collettivo Bazooka ne avrà facilitato le public relations.

Nemmeno Keleck, al secolo Jacqueline Barse, entusiasma come disegno ma siamo comunque a un livello nettamente più alto della Clavel, pienamente professionistico – d’altro canto lei realizzò anche alcune tra le più iconiche copertine di Ah!Nana. Keleck condivide il gusto per il macabro del marito Nicollet, portandolo però a nuove vette di disturbante grottesco.

Si chiude in bellezza con la straordinaria Chantal Montellier, a cui vengono dedicate una sessantina di pagine delle 272 che costituiscono la rivista/libro. La sua intervista è la più lunga e sicuramente tra le più interessanti e tra i suoi fumetti ristampati ci sono nientemeno che i primi episodi brevi di Andy Gang di cui ignoravo l’esistenza!

Questa pubblicazione potrà interessare gli appassionati di BéDé in generale e non solo quelli che come me sono sempre stati incuriositi da questa rivista “maledetta”. Unico difetto: la carta non è molto pesante e quindi è il caso di maneggiarla con cura. Il prezzo di 19,95 euro è comunque più che giustificato dalla foliazione e dalla qualità generale, ma una carta più robusta a fronte di qualche euro in più avrebbe reso il prodotto più maneggiabile e facile da conservare – e ovviamente anche più corposo ma per me non sarebbe stato un problema.

11 commenti:

  1. I primi Andy Gang sono stati anche ristampati in una raccolta, purtroppo inedita in italiano.

    https://www.bedetheque.com/BD-Andy-Gang-Tome-1-11310.html

    La Claveloux è stata una delle migliori autrici dell'epoca, in Italia totalmente sconosciuta e dimenticata anche in Francia per anni: di recente, l'editore Cornelius le sta dedicando una bellissima collana che raccoglie i suoi fumetti per Métal, Ah!Nana e Okapi.

    https://www.cornelius.fr/auteur/claveloux/

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    1. Non direi sconosciuta in Italia... pubblicarono un bel po' di suoi fumetti sul Metal italiano e non solo. Purtroppo la selezione di quei fumetti non le rendeva giustizia.
      L'hanno intervistata su CaseMate un paio di numeri fa: lei è più che altro un'illustratrice di libri per l'infanzia e il fumetto le stava un po' stretto, soprattutto la "BD adulte" degli anni '70. Comunque di recente ne ha fatto uscire uno nuovo, sempre per un pubblico jeunesse (ma godibile anche dagli adulti viste le tavole oniriche). Penso che l'illustrazione sia più redditizia del fumetto anche in Francia, almeno a quei livelli.

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    2. Ma sei sicuro? Proprio sul Métal italiano, che ho qui in casa, ho trovato di suo una sola storia (!), sul numero 1...

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    3. Ah, ce n'è un'altra nello speciale "Rock"... Due storie in tutto, non esattamente un bel po'...

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    4. Mi pare che avessero pubblicato anche altro. Tieni presente che già pubblicare su un numero italiano di Metal Hurlant voleva dire essere presente sull'8% dei numeri complessivi, sull'Extra poi voleva dire esserlo sul 25% dei numeri totali. E poi con una produzione così rarefatta come la sua già quelle storie non erano poche. Però non erano proprio le migliori tra quelle che ha fatto.

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    5. È vero che non ha fatto moltissimo, ma i quattro volumi di Cornelius contengono comunque diverse decine di storie brevi, molte illustrazioni e tre più o meno lunghe (La main verte, Morte-saison e J’aime un économiste) (oltre ad alcuni inediti che l'autrice realizzò negli anni ottanta e non aveva mai pubblicato prima, per forza di cose da non tenere in considerazione, e all'ultimo albo di cui parlavi tu, nuovo). Di che riempire quattro o cinque albi alla francese, e non mi pare che in Italia si sia visto granché.

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    6. La Mano Verde dovrei averla letta. Ma forse in qualche rivista francese...

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  2. Io non definirei "problematico" quell'incontro al Suffragio.
    Direi che l'ho trovato "divertente" (e credo la pensi così anche Simon "Tanino is my hero" Bisley).
    La differenza la fanno i moderatori-traduttori, e lì c'è stato del gran cabaret.

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    1. I problemi di uno sono il divertimento di un altro.
      Caos puro, quell'incontro, e alla Capuana non è stato dedicato abbastanza spazio. O così ricordo.

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    2. La signora Capuana sembrava pensasse "Ma dove sono capitata"...

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    3. E parliamo di una che collaborò a Strix.

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