Probabilmente non leggerò mai il precedente volume che ha spianato la strada a questo, Colpo d’Osceno: Davide Barzi me ne propose l’acquisto alla Lucca del 2023 ma dovetti declinare l’invito perché l’avevo già ordinato in fumetteria. Solo che non è mai arrivato, quindi quest’anno mi sono messo alla sua ricerca rivolgendomi allo stesso Barzi che però mi ha informato che non essendoci la Cut-Up in fiera non c’era nemmeno il libro… forse però qualche copia del nuovo volume nato sulla stessa scia, cioè questo, sarebbe stato disponibile al PalaDediche. E infatti è là che l’ho trovato.
Come il suo predecessore, anche Eros in Fabula non è veramente un saggio organico appositamente confezionato: si tratta invece della raccolta dei redazionali che Davide Barzi scrisse per alcuni dei pornetti ristampati dalla Cosmo, nello specifico quelli di natura boccaccesca/favolistica, con una coda tratta dai primi tre numeri di Fan per approfondire la figura di Giuseppe Pederiali. Un’operazione legittima e anche abbastanza consueta, che in questo caso è pure conveniente considerando che i 24,90 euro che costa questo volume corrispondono circa al prezzo di soli tre dei “pornetti” della Cosmo.
Dopo un’introduzione in cui Andrea Rivi manifesta apertamente il suo disprezzo per il genere e si vanta di aver censurato un episodio di Yra, comincia la carrellata che contempla Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Maghella, Pinocchio (in più versioni), Cenerentola e le varie Fiabe e Favole declinate in versione Sexy, Proibite ed Erotiche.
Data la provenienza è inevitabile una certa frammentarietà nella trattazione complessiva, che d’altra parte non era nemmeno prevista per essere tale, ma proprio per la stessa ragione la lettura scorre vivace e interessante. Al di là dello stile molto gradevole (e che non lesina sull’ironia), il lavoro di ricerca svolto da Barzi è encomiabile, descrivendo in dettaglio i contenuti dei singoli albetti, laddove rilevanti, e producendo prove delle probabili ispirazioni dei forzati del disegno di cui si servivano Barbieri e Cavedon, come gli inaspettati parallelismi tra Leone Frollo e i fumetti della Marvel. Ma soprattutto Barzi è andato a ripescare editoriali, articoli di giornale e atti giudiziari che coinvolsero queste testate, delineando un quadro pressoché unanime di condanna. Che belli i tempi in cui il fumetto era considerato merda e stravendeva. Anche se, come ricorda l’autore, la parabola di questo particolare sottogenere di pornetti fu breve esaurendosi nell’arco di circa quattro anni a partire dal 1972. Tra i tanti nomi citati, mi sembra che in particolare Gianni Cirelli sia stato molto attivo e importante per questo genere di pubblicazioni, e io manco conoscevo il suo nome.
I testi sono ricchi di gustose curiosità (non sapevo che persino Antonio Terenghi avesse disegnato dei pornetti!) e l’apparato iconografico è generosissimo, per quanto talvolta soggetto ai disperanti limiti di stampa di oggi. Passando quindi agli aspetti negativi, è un peccato che il testo pulluli di refusi ed errori vari (mancano ad esempio le didascalie alle pagine 193 e 198), comprensibili con la scelta o la necessità di risparmiare sulle revisioni, ma leggere in cauda… vevenum (!) non rende certo un buon servizio all’incolpevole Barzi.
Ricordo che Frollo si è "ispirato" in maniera assai pesante ai fratelli Buscema per disegnare un diavolo che era identico al Mefisto della Marvel, non su Biancaneve però, mi sembra che fosse in un altra serie.
RispondiEliminaPoi ogni tanto saltano fuori cose divertenti, su un episodio di Biancaneve letto in rete ho trovato Lil' Abner e David Bowie, nello stesso numero :D
Perfino Frazetta é stato saccheggiato, un esempio si trova anche in questo volume di Barzi (che però non lo cita). Almeno credo fosse Frazetta, è una sua interpretazione di Vampirella.
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