L’offerta ricchissima del Comics&Science di quest’anno ha contemplato anche la presentazione di questa antologia in versione limitata (la mia copia è la 714 su 2000), credo reperibile anche allo stand Gigaciao – ma lì probabilmente senza Silver a fare gli onori.
Si tratta della raccolta degli episodi di Lupo Alberto realizzati da vari giovani autori, a cui vennero affidate 16 pagine della rivista da autogestirsi. Il progetto nacque e venne coordinato da Lorenzo La Neve, figlio dello sceneggiatore Michelangelo, e ha prodotto dei fumetti diversissimi tra di loro sia dal punto di vista dei testi che soprattutto della parte grafica che contempla grandi virtuosismi come prove talmente ardite da sfiorare lo sperimentalismo – penso soprattutto ai lavori di The Sando, Gaia Magnini e Matilde Simoni. Ciononostante mi pare che gli autori si siano cimentati nella sfida con un grande rispetto per la materia originale, riprendendo personaggi secondari e rispettando una continuity di fondo che hanno contribuito ad arricchire. Non vi ammorbo con l’elenco dei collaboratori ma lo riporto direttamente dalle pagine del volume:
Le doppie strisce della pubblicazione originale sono state rimontate a due per pagina: nella maggior parte dei casi le storie durano così in questa versione tre pagine e mezza, ma ce ne sono alcune più brevi da tre e alla fine la lunga Marvelous Mrs. La Talpa. C’è un sacco di materiale da leggere, insomma. Impossibile che tra tutta questa variegata ricchezza il lettore non trovi qualcosa che gli piace. Per quel che mi riguarda, ho gradito particolarmente Enrico Esattore (esilarante!), Il ritratto, Gattacci M. C., Lupo Alberto anno zero e, incredibilmente (la Simoni disegna in stile manga), Maruta. Dal lato opposto ci sono delle storie che invece mi hanno convinto di meno, perché poco comprensibili oppure molto meno originali delle altre, quasi déjà vu di altri fumetti: Alla Larga, Lupastro!, Il congegno da gaming, La cosa nel cespuglio (ma che belli i disegni di Federico Gaddi) e Spooky Scary Ducks.
Il volume contempla inoltre anche quattro storie realizzate con lo stesso criterio ma dedicate a Cattivik e c’è ancora spazio per ulteriori omaggi più lunghi forse realizzati appositamente per questo volume (la storia di Bevilacqua non mi sembra scomponibile in blocchi da due doppie strisce come le altre).
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