Modulo vintage che rientra tra quelli che Amos Pons sta facendo uscire da un decennio a questa parte in concomitanza con le varie manifestazioni, approfittando della presenza degli autori. La Città Sommersa parrebbe uscito nel 2014. Come recupero storico non è niente male: si tratta di un’avventura proposta a un torneo della GenCon VIII (non viene specificato l’anno, immagino fosse il 1975), mai pubblicata prima anche perché improvvisata sul momento basandosi su un canovaccio di cui rimangono solo appunti e annotazione sparse. L’autore è nientemeno che Robert J. Kuntz, che se non fu uno dei padri fondatori di Dungeons & Dragons ne fu tra i primissimi giocatori nella cantina di Gary Gygax – tradizione vuole che il suo personaggio Robilar fosse l’unico a essere uscito vivo dalla Tomb of Horrors.
Considerando l’anzianità dell’opera sono rimasto sorpreso dalle molte idee originali che Kuntz ci ha infilato dentro, forse dovute a una rielaborazione successiva. Il “dungeon” che i personaggi devono perlustrare è appunto una città sommersa, quindi le possibilità di movimento sono a tre dimensioni (con conseguenti rischi correlati) e già lo stesso gironzolare con una zattera può costituire una sfida se non si trovano appigli adeguati attorno. In effetti quasi un terzo delle 36 pagine è dedicato a regole specifiche per il movimento, il peso, gli incontri casuali, ecc.
La genialità di Kuntz si esprime anche con la creazione di villain e oggetti magici originalissimi, un background molto suggestivo, delle sottotrame da scoprire (ed eventualmente sviluppare) e il concetto dei viaggi tra continuum spazio-temporali differenti. Sembra incredibile che tanta carne fosse stata messa sul fuoco quando l’hobby era ancora ai suoi inizi, se non proprio in fase embrionale, e infatti nella postfazione Kuntz specifica che molto materiale è stato aggiunto per rendere l’avventura più di un modulo da torneo. Fa anche riferimento a un’avventura collegata che non mi risulta sia ancora uscita.
Mi pare che alcuni elementi rendano La Città Sommersa molto difficile ma d’altro canto i personaggi pregenerati hanno un equipaggiamento di tutto rispetto e poi era un modulo per un torneo, pensato quindi per essere un tritacarne. Un bonus non da poco è la riproduzione della mappa originale disegnata dall’autore, il cui valore storico compensa il fatto che non vengono segnalati tutti i luoghi descritti nel testo – ma la mappa “giusta” si può comodamente scaricare dal sito di Kalibruhn, il mondo di campagna di Kuntz.
Grafica e impaginazione sono come al solito a un livello amatoriale (non mancano nemmeno refusi), cosa che però trasmette un senso di pionieristico dilettantismo che ben si sposa con i contenuti e lo spirito di questi moduli.
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