domenica 10 aprile 2016

Historica 42 - Il fronte orientale 1: La battaglia di Kursk

Decisamente smilzo questo quarantaduesimo numero di Historica, che nonostante lo strillo sul cellophan («120 pagine») in realtà ospita due volumi della quadrilogia L’Armée de l’ombre dalla durata canonica di 46/48 tavole. Il resto sono l’introduzione di Sergio Brancato, schizzi preparatori, copertine originali, illustrazioni e work in progress delle tavole. Ma in questo caso non mi dispiace affatto leggere meno di 100 pagine di fumetto visto che si tratta di un’altra storia di guerra.
La vicenda di snoda tra il novembre del 1942 e la fine del 1943 (ognuno dei due episodi è introdotto da flashforward che dovrebbero movimentare un po’ l’ennesimo canovaccio di guerra): la Wehrmacht viene spedita sul fronte russo per espugnare Stalingrado, ritenuta fondamentale per le sorti della guerra, e il tragitto dei soldati viene funestato dal clima rigidissimo, dalle distanze titaniche da percorrere, dalla disperazione e da alcune decisioni scellerate del comando (dato il lavoro di documentazione svolto dall’autore non dubito che i convogli dei treni venissero fatti circolare aperti nonostante il freddo micidiale). Alla fine i partigiani e i soldati russi diventano l’ultimo dei pensieri per l’esercito tedesco, come sottolineato anche da Brancato nell’introduzione.
Il fronte orientale segue un manipolo di soldati quasi tutti reclute (ma c’è anche un veterano che vuole andare a Stalingrado per ricongiungersi col figlio), troppo poco caratterizzati perché qualcuno spicchi sugli altri: si nota solamente quello ultranazista con probabili agganci in alto nelle SS.
La storia, soprattutto per me che non apprezzo il genere, è la stessa di altre migliaia di film, romanzi e fumetti, ma Olivier Speltens ha saputo elevare il materiale di base introducendo dei particolari sulla vita dei soldati evidentemente tratti da testimonianze dirette, che danno alla serie un tocco quasi documentaristico.
Ai disegni Speltens non brilla per personalità né per gradevolezza, anche se nel secondo episodio mostra buoni margini di miglioramento. Non discuto che mezzi corrazzati, aerei e fucili siano riprodotti con cura certosina, ma alle sue figure umane ne L’inverno russo mancano espressività e grazia. Oltre al fatto che i colori fatti col computer dallo stesso Speltens appiattiscono il tutto e lo rendono simile a tanti altri prodotti dello stesso genere, con tanto di quei leziosi effetti a simulare esplosioni e polvere.
Nel secondo episodio, Il risveglio del gigante, ho notato però come anticipato sopra un netto miglioramento nella parte grafica che spero possa continuare o almeno stabilizzarsi su questo standard. Anche dal punto di vista dei testi e della regia delle tavole Speltens ha fatto progressi e il secondo episodio si legge con maggior piacere.
Nessun balloon invertito, questa volta, anche se all’inizio si era indecisi tra Dnepr e Dniepr, ma forse si possono usare tutti e due. Tanto per lamentarmi un po’ segnalo come il titolo originale (L’esercito dell’ombra) fosse ben più evocativo e affascinante dell’anonimo Il fronte orientale con cui è stata ribattezzata la serie, anche se in effetti il titolo italiano potrebbe costituire un migliore richiamo di sirena per un eventuale lettore occasionale interessato all’argomento.
Ah, e forse non è la Mondadori ad avercela con il mio edicolante di fiducia ma il distributore locale, visto che il precedente I Passeggeri del Vento che tanto mi ha fatto penare gli è stato chiesto in resa nonostante non gli fosse mai stato inviato…

1 commento:

  1. Non sono mai stato un lettore assiduo di Historica, ma a vedere i volumi degli ultimissimi mesi (Bourgeon a parte) non è che venga proprio l'acquolina in bocca.
    Andando a spulciare su google chi fosse Speltens (che non conoscevo) mi sono imbattuto in tavole davvero un po' così... terribiline. Spero per te che lo stai seguendo che possa migliorare.
    Io intanto risparmio qualche altro euro :)

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