giovedì 13 gennaio 2022

Fumettisti d'invenzione! - 171

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.

In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)


HEY KIDS! COMICS!

(Stati Uniti 2018, nel comic book omonimo, © Howard Chaykin, Inc., docufiction)

Howard [Victor] Chaykin

Le disavventure di Ray Clarke (ebreo), Benita Heindel (donna) e Ted Whitman (nero) in oltre cinquant’anni di professione nel mefitico mondo dei comic book statunitensi. Ogni episodio della miniserie ha la medesima struttura e si svolge in quattro anni precisi, ognuno con la sua peculiarità: il 1945 e la crisi dei comic book dopo la Seconda Guerra Mondiale, il 1955 con la crociata contro i fumetti, il 1965 con il boom della Marvel (che qui viene trasfigurata nella Verve) e infine il 2001 quando i protagonisti assistono ai funerali di altri professionisti.

Howard Chaykin ricicla le solite storie risapute sul marciume dei fondatori del mercato dei supereroi, come lo sfruttamento atroce da parte della DC/National (qui trasfigurata nella Yankee Comics) del lavoro di Siegel & Schuster (Irwin Glaser & Ira Gelbart) oppure l’appropriazione di ogni credito creativo da parte di Bob Rose/Stan Lee ai danni di Sid Mitchell/Jack Kirby e degli altri disegnatori. Lo stesso Ray Clarke potrebbe essere ispirato a Gil Kane, di cui Chaykin fu assistente – e forse lo divenne per l’incredibile motivo riportato nella seconda miniserie. L’autore pone l’accento non solo sulle magagne proprie dell’ambiente ma anche sulla ferocia di un contesto in cui degli ebrei vivono sfruttando e imbrogliando altri ebrei.

La panoramica comprende altre personalità fondamentali, ma a quanto pare assai deprecabili, dell’ambiente come Paul Gertz (cioè il Bill Gaines della EC Comics), Dan Fleischer (Will Eisner), Ron Fogel (Bob Kane), Milt Konigsberg (Julius Schwartz) e Pete Sawyer (Milton Caniff).

Niente di nuovo sotto il sole, quindi, se non qualche aneddoto magari non sentito prima e opportunamente condito dal salace Chaykin, che però dimostra una sciatteria atroce a livello grafico, in particolare nel disegnare le mani dei personaggi e nella scelta di ricorrere a collage invece che disegnare certi elementi.

Alla prima miniserie di cinque episodi ha fatto seguito una seconda di sei numeri, Prophets & Loss, che ha allargato lo sguardo ad altri personaggi pur mantenendo il cast originale. Anche questa caratterizzata dai consueti salti temporali, la storia si concentra inizialmente sulla crociata di uno pseudo-Wertham e sugli effetti che ebbe sul mercato statunitense (con DC e Marvel che ne approfittarono come avvoltoi), tra cui la nascita di Mad (qui Wak) ma introduce anche i tre giovani Donald Metcalf, Wilson Pollard, John Mavrides che negli anni ’70 da fanzinari divennero autori, e che chissà di chi sono la parodia – quasi sicuramente uno di loro è Roy Thomas. In Prophets & Loss vengono quindi introdotte le nuove leve, tra cui Noah Gitlin che forse è un autoritratto dello stesso Chaykin (o lui o un altro, tanto disegna tutti nello stesso modo), che cercarono inutilmente di trovare qualche genere diverso dai supereroi con cui rivitalizzare il fumetto nordamericano, andando oltre a prodotti realizzati programmaticamente per bambini, ritardati e militari lontani da casa.

Classico esempio di rapporto tra volpe e uva, nel quinto numero della seconda miniserie Chaykin prende in giro pure gli autori francesi (Olivier Bettencourt sarà Moebius?).

Pseudofumetti: ce ne sono un’infinità, ovviamente tutti parodie di comic book, riviste o strisce reali. Oltre ai classici come Superman che qui diventa Powerhouse e Spider-man trasfigurato in Tarantulad, Howard Chaykin prende in giro anche le proprie ambizioni e quelle dei suoi giovani colleghi dell’epoca, così The Shadow diventa The Echo, Conan si trasfigura in Vengor the Barbarian e il suo American Flagg diventa Solar Flare.

 

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie

METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

AMBUSH BUG

(Stati Uniti 1982, in DC Comics Presents, © DC Comics, supereroi, parodia)

Paul Kupperberg (T), Keith [Ian] Giffen e Sal [Salvatore A.] Trapani (D)

Ecco, a proposito di prodotti pensati per bambini e ritardati. Originariamente un cattivo delle testate orbitanti attorno a Superman (ma sin dall’inizio con piglio umoristico), Ambush Bug azzardò una carriera di supereroe a partire dal numero 16 della seconda serie dedicata a Supergirl (1984) e a partire dal 1985 gli sono state dedicate miniserie e numeri speciali.

È uno squilibrato sempre vestito con una tuta aderente che culmina in due lunghe antenne che in origine gli servivano per teletrasportarsi. I suoi fumetti sono caratterizzati dalla rottura della quarta parete (ad esempio con onomatopee che diventano reali), citazioni di manie e mode del fumetto made in USA e parodie di personaggi e autori. Ah, e anche plagi da José Muñoz.


CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)

COMICLOT

(Stati Uniti 1968, in Not Brand Echh!, © Marvel Comics, umorismo)

Roy Thomas [Roy William Thomas Jr.] (T), Marie Severin (D)

Ispirato al musical Camelot: un bambino legge un libro su Re Artù e sogna come avrebbe scritto lui le gesta dei Cavalieri della Tavola Rotonda, immaginandoli come supereroi e villain della Marvel. Alla fine si scopre che il bambino altri non era che Stan Lee, che riporta il parto della sua immaginazione a un baby Kirby per farglielo disegnare.


CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

LE PASTICHEUX

(Francia 1981, in Circus, © Brunel, parodia)

Roger Brunel

Roger Brunel è un autore specializzato nella parodia erotica ed era presente su Circus con la rubrica 5 Volumes de Pastiche 1 Volume de Porno. Ma sul numero 40 interviene in prima persona in veste di supercattivo, opportunamente contattato da J. Jonah Jameson per gettare discredito sui supereroi Marvel a fronte della promessa della pubblicazione delle sue tavole. Ma l’Osservatore (qui trasfigurato nel «Gardien des Étoiles de la B. D.») ne anticipa le mosse avvisando i supereroi che si danno a un’orgia per conto proprio.

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