lunedì 31 gennaio 2022

Moonshine

Data la possibilità meno che remota che Mondadori ne riprenda e concluda le pubblicazioni, mi sono procurato il resto della serie altrove. Credevo che con elementi quali gangster e lupi mannari non ci fossero poi molti margini per raccontare delle storie e invece Azzarello ha proseguito, forse allungando un po’ il brodo, per quasi 30 episodi.

Dunque, Lou il Bello è infetto dalla licantropia e tra una cosa e l’altra si ritrova a spaccar pietre in una colonia penale. Qui viene raggiunto dai suoi fantasmi, non solo metaforici. Alla volta di New Orleans ritrova Delia, che però adesso fa parte di una congrega di streghe e si trova invischiato in una storia di vudù con tanto di stregone che crea zombi.

Giunto nella Cleveland in cui Eliot Ness sta costruendosi una reputazione, si trova coinvolto in una caccia alla bestia che sta dilaniando barboni e altri esseri umani. Nel mentre Tempest decide di vendicarsi e diventa la pupa del boss che aveva sterminato parte della sua famiglia, abbracciando una carriera di showgirl di successo.

Anche Lou torna a New York dove rientreranno in scena altri personaggi visti molti o pochi episodi prima fino al redde rationem finale. Peccato che Azzarello non ci abbia infilato dentro anche vampiri o alieni.

Al netto degli splendidi disegni di Eduardo Risso, Moonshine non si segnala insomma per essere proprio un capolavoro. In certe parti sembra quasi una barzelletta portata un po’ per le lunghe. Cioè… redneck licantropi, gangster che incarnano i peggiori stereotipi italoamericani, fantasmi e mostri assortiti sono ingredienti che sarebbero stati sufficienti per una miniserie, ma in una serie lunga ben 28 capitoli mostrano la corda e trasmettono un certo senso di ridicolo, per quanto l’ambientazione sia ben ricostruita (anche per merito di Risso, ovviamente) e i dialoghi sono sempre brillanti. A tal riguardo, mi sono reso conto di quanto sia difficile tradurre Azzarello. E poi il finale è un po’ sottotono, come quello di 100 Bullets. Spendere una settantina di dollari (più spese di spedizione e dogana, dannazione…) per finire di leggere l’assaggino che ci ha dato Mondadori? Boh, valutate voi.

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